Diedi vita a piccoli riti sacrificali che portai avanti per tanti anni, anche oltre la maggiore età, che
non erano soltanto punitivi ma anche propositi sia nei confronti dei più sfortunati per mostrare loro
il mio rispetto, sia nei confronti di Gesù per dimostrargli il mio Amore e per ottenere la Sua stima.
Ad esempio ogni volta che mangiavo qualsiasi cosa, a pranzo o a cena o a colazione, lasciavo
sempre l’ultimo morso, simbolicamente ma nemmeno tanto, per Gesù e per tutte le persone
bisognose. Ogni volta che facevo un cattivo pensiero mi procuravo forti pizzichi da solo, a volte
bastonate vere e proprie, a volte tagli con le forbici, per provare dolore e pentirmi.
I miei genitori infatti ogni tanto mi trovavano lividi e ferite ed io rispondevo che me li procuravo
involontariamente giocando a pallone ai Salesiani.
Ogni volta che vedevo gente malata pregavo per loro, chiedendo a Gesù la pronta guarigione.
Ovviamente pregavo anche per me quando mi ammalavo, e ricordo che custodivo sotto al cuscino i
Santini ed i Crocifissi che mia madre mi donava.
Ogni volta che vedevo bambini poveri ai Salesiani, che non avevano neanche il pallone per giocare,
regalavo loro il mio ed ammiravo la felicità debordante che mi manifestavano, oppure li facevo
giocare con me anche se erano più piccoli d’età.
Ogni volta che incontravo un mendicante per strada obbligavo mia madre a donargli qualche
spicciolo, ed in una occasione lei si oppose avendone già elargiti ad altri nella stessa passeggiata,
per cui ne combinai un’altra delle mie: appena giunti a casa rubai 50mila lire dalla sua borsa e mi
recai subito dal povero anziano elemosinante per donarglieli.
Mia madre si accorse quasi subito del furto e mi obbligò a confessare, per cui le spiegai tutto.
Lei per verificare che fosse tutto vero scese per strada e mi portò con sé, furiosa e stringendo così
tanto la mia manina da stritolarmela, ed andò a chiedere al mendicante se fosse vero il mio
racconto, il quale fortunatamente confermò, offrendo persino in restituzione la somma.
Mia madre non la accettò e mi rese molto felice.
gianni zito
(Gianni Zito)
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