Tornando a casa non mi tenne più la mano stritolata ma la presa fu dolce, e nel suo volto regnava
un’espressione di compiacimento ma anche di rimprovero, sicuramente esausta per quante
marachelle combinassi continuamente!
Fui orgoglioso di mia madre in quell’occasione perché 50mila lire erano una somma importate e ciò
nonostante la lasciò al mendicante.
Mi sentivo orgoglioso di me ogni volta che mettevo in pratica opere del genere, provavo felicità
enorme perché applicavo gli insegnamenti di Gesù.
Col passare del tempo, però, iniziarono a non essermi più sufficienti, e desideravo donare sempre di
più, compiere sempre più sacrifici, ma non sapevo come fare.
L’Ostia Santa e la spiegazione di tutto.
Un giorno, in tarda mattinata, mi trovavo in cucina vicino al balcone, ed era una giornata
particolarmente bella, c’era una leggera brezza ed un sole meraviglioso che invadeva la stanza e
creava forti riflessi sugli arredi arancioni generando una luminosità nell’ambiente simile ad un
tramonto intenso. Da fuori si udivano in lontananza i rumori delle tavole che venivano
apparecchiate nelle altre case, piatti, bicchieri, posate, e qualche mamma chiacchierava felice con i
figli, altre ascoltavano la tv. Mia madre non era ancora a casa perché rientrava sempre tardi dal
lavoro, non ancora rientrati nemmeno mio fratello e mia sorella, e con me c’era solo la baby-sitter
che però era indaffarata in lavanderia. Avvertivo una certa emozione pur senza comprenderne il
significato: si trattava di un magic moment, di quelli che non sai perché ma fermano il tempo,
cristallizzano le emozioni e le custodiscono per sempre nell’Anima!
Osservavo fuori, ascoltavo quei suoni delle tavole imbandite, molto familiari e rilassanti, mi
lasciavo abbagliare dai riflessi del sole, e pensai a quanto fosse bella la vita che Gesù ci aveva
donato! Con gli occhi chiusi mi immersi in un mondo surreale: volevo ringraziare il mio Signore!
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