NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Non vi erano finestre ed ogni volta che rientravo a casa, anche in pieno giorno, dovevo imbattermi
in quest’area inquietante, quasi al buio, osservato minacciosamente dai nobili rappresentati nei
desolanti quadri, che sembravano quasi ripetermi con lo sguardo: “ricordati che dovrai morire
anche tu come noi!”.


Ovviamente gli scongiuri li facevo in tutti i dialetti possibili, di tutta Italia: in napoletano, conditi da
cattive parole irripetibili in un libro che si rispetti, in romanesco col classico “li mortacci vostra”, in
milanese con “vadavialcul”, persino in toscano con “o bischeri!” quando ero di buon umore visto
che era un dialetto troppo educato per esprimere il mio deplorevole stato d’animo!


Passarono così 2 anni piuttosto difficili, con pochi esami superati, senza fare amicizia con nessun
altro studente ma soltanto con gli altri inquilini del castello che tra l’altro erano di Siena e spesso
rincasavano lasciandomi solo con gli antenati nobili dei quadri!


Rimediai anche una forte allergia alle parietarie ed agli acari perché la torretta dove dormivo era
tutta in pietra viva, con la polvere che si depositava ovunque senza la possibilità di poterla
asportare! Si trattava di una lotta quotidiana impari: più toglievo polvere e più se ne formava,
proveniente da altre pietre vicine e veicolate dal vortice d’aria che si produceva nell’atto di
liberarmene.


Da quella torretta però osservavo il mondo esterno, e ciò che scrutavo spesso erano piccoli aerei che
partivano da un piccolo aeroporto e che, come un miraggio, vedevo volare con energia sorprendente
che irrompeva drasticamente nella scena di un panorama affascinante ma fin troppo statico.


L’energia dirompente dei piccoli aerei sovrastava con maestosità l’eleganza delle colline toscane e
mi ricordava che l’epoca nella quale vivevo non era il medioevo ma il ventesimo secolo!


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