Un anno prima dell’apertura ero stato in banca per preavvisarli del mio progetto e della necessità di
ottenere, una volta ultimata la burocrazia e realizzata la convenzione con la Regione, un fido
adeguato per poter usufruire di anticipi dell’80% sulle fatture emesse nei confronti della varie Usl
del territorio.
L’istituto finanziario, apprezzando il mio impegno e l’essermi adoperato con largo anticipo, al
momento opportuno, appena la mia azienda fu operativa, mi concesse 50 milioni di lire di
affidamento che rappresentavano una cifra superiore alle attese per un giovane imprenditore.
Ero felice, il lavoro progrediva bene ed i risultati delle prime settimane era molto soddisfacenti,
permettendomi di realizzare i primi sogni, in particolare l’acquisto di nuovi arredi e macchinari per
l’ufficio, e soprattutto la selezione di personale qualificato.
A settembre del 1991, però, dopo soli 2-3 mesi operativi dalla nascita della mia prima azienda,
iniziarono i primi terribili problemi, e da quel periodo in poi la mia esistenza subì progressivamente
torture devastanti, sempre più gravi, nel corso dei decenni.
In primis arrivò un decreto-legge che modificò le modalità operative del settore - la fornitura di
apparecchiature per la riabilitazione audiofonetica - limitandola ai soggetti che erano già in
possesso di un certificato di invalidità civile, mentre in precedenza ne avevano diritto tutti gli
italiani purché aventi un deficit uditivo a partire dal 65%.
Con la nuova normativa si ridusse enormemente lo sviluppo del settore perché gli aventi diritto
furono molti di meno rispetto allo standard di sempre, con un calo di oltre il 90% degli introiti.
Il decreto arrivò all’improvviso, senza alcun preavviso da parte del governo, e mise in grande
difficoltà tutte le aziende del settore, in particolare la mia neonata che ovviamente non riuscì a