Da allora attesi anch’io che Dio sgridasse tutti i mali che mi affliggevano, e mi affidai a Lui
totalmente.
Così iniziai a provare un grande sollievo: il Padreterno mi donava pace soltanto quando non avevo
paura delle tribolazioni, affidandomi al Suo Sacro Cuore.
All’improvviso sentivo di non essere più solo, e di non essere l’unico uomo sofferente al mondo,
ma di appartenere al Popolo di Dio bisognoso della Sua consolazione.
Consolate il mio popolo
La Fede aveva bisogno di manifestarsi in me ed io in Lei, e quindi capii che la Parola Divina era lo
strumento per comprendere gli eventi persecutori a cui il Destino mi aveva sottoposto.
Mi rendevo conto dell’assurdità del dramma e cercavo spiegazioni che al momento non ero in grado
di darmi, ma la Fede illuminò la mia Anima.
Anche negli anni successivi capitarono drammi persecutori analoghi, ma al momento non potevo
immaginarlo, e quindi le riflessioni frequenti erano concentrate su quel primo terribile evento che
devastò la mia vita, in tutti i sensi, lasciando ferite aperte che sanguinarono per decenni.
Purtroppo si trattò di una sorta di iniziazione al martirio, ed accadde nel peggiore possibile dei
modi, con una sofferenza psico-fisica che coinvolse i miei affetti più cari, trascinandoli in un vortice
di desolazione inspiegabile.
Un vortice tetro, oscuro, terribile, devastante.
Ma contrastato dalla speranza che soltanto Dio era in grado di infondermi.