Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie: presto sarei potuto partire per la mia adorata Napoli
per riprendere tutta la mia vita daccapo, da dove l’avevo lasciata molti anni prima, lontano dai
luoghi e dalle persone colpevoli delle mie sofferenze, ed insieme alla mia adorata famiglia!!
Avrei vissuto di nuovo come un giovane, come un ragazzo universitario, per una seconda
incredibile gioventù!
Mio padre percepì il mio ritrovato entusiasmo, capì che davvero era riuscito ad infondermi la giusta
determinazione, necessaria per riuscire nel progetto di ricostruire la mia esistenza, e ci salutammo
entrambi felici e fiduciosi.
Tornai a casa da Mariella e le raccontai tutto ma, come mi aspettavo, in prima battuta lei fu scettica
come lo ero stato io alle prime parole di mio padre, ma poi spiegandole tutto nei dettagli, con lo
stesso entusiasmo che lui aveva adoperato con me, riuscii a convincerla, precisandole che si sarebbe
trattato solo di un anno e mezzo, massimo due, perché in fondo mi mancavano solo 15 esami e
molti erano veloci da studiare.
Le dissi anche che avremmo vissuto senza preoccupazioni economiche in quanto, nella peggiore
delle ipotesi, mio padre avrebbe sostenuto tutti costi in quanto aveva raggiunto un accordo con un
importante amico di famiglia che avrebbe partecipato economicamente fino alla laurea.
Le dissi anche che per sicurezza avrei venduto il ristorante e con quei fondi avrei potuto anch’io
partecipare a tutti costi o addirittura sostenerli in toto se la cessione avesse portato un buon profitto.
Se la vendita del locale fosse andata a buon fine avremmo potuto anche rinunciare all’aiuto di mio
padre e pertanto auspicai di riuscire nell’intento.
Non si sarebbe dovuto trattare di una vendita particolarmente difficile perché di ristoratori
interessati ne avrei reperiti sicuramente.