Purtroppo fu proprio l’estrema validità del progetto a causare una grave rottura dei rapporti tra me e
Gianni, dopo qualche mese di grande sintonia, proprio mentre il sogno stava per divenire realtà!
Infatti Gianni, probabilmente incalzato dalla sorella che non era stata presente ai nostri primi
accordi societari dell’anno precedente, pretese la maggioranza delle quote societarie, ponendola
come una condizione imprescindibile per poter portare avanti l’iniziativa.
Si trattò in pratica di un vero e proprio ricatto, infatti la mattina stessa in cui mi inoltrarono questa
barbara richiesta precisarono che se non avessi accettato non avrebbero sostenuto più alcun costo
per lo sviluppo del progetto e tutto si sarebbe concluso in quel frangente, l’iniziativa si sarebbe
fermata per sempre ed immediatamente!
Fu un fulmine a ciel sereno, ed io nella mia vita non ero abituato a cedere a nessun tipo di
imposizione o ricatto, soprattutto se ledeva gli interessi della mia famiglia e dei miei figli.
In realtà quella richiesta sembrò proprio un tentativo di estorsione, un progetto deplorevole di
scalata societaria, scorretta e disumana, che Gianni e la sorella forse avevano concepito e
premeditato sin dall’inizio.
Forse a questo miravano tutte le attenzioni e le premure di Gianni nei miei confronti, come l’avermi
consegnato il primo assegno con una stretta di mano ed aver pagato tutti i costi di realizzazione del
progetto sino a quel momento, compreso il mio stipendio mensile, senza mai battere ciglio.
In ogni caso non era proprio il momento di propinarmi un’imposizione del genere perché eravamo
in procinto di partire ufficialmente con l’attività vera e propria: il sito internet era ormai pronto, la
selezione della rete vendita era già in corso, e gli accordi con i primi partner erano già in itinere.
Preso dall’indignazione, se pur atterrito dall’idea di perdere tutto il progetto, risposi subito che non
era possibile ceder loro la maggioranza in quanto si trattava dell’unica attività da me esercitata ed