Ripreso emotivamente dall’aver scoperto le nefandezze messe in atto da quegli escrementi umani,
anzi disumani, e soddisfatto per la denuncia penale depositata alla Polizia Postale, provai a far
ripartire l’attività ricercando altri soci, stavolta ben selezionati, con cui condividerla, ed in effetti si
propose, da sola, l’azienda di Milano che aveva realizzato parte del sito internet.
Mi sembrava strano che senza troppi sforzi mi trovai affiancato, sia nell’assetto societario che in
quello manageriale, da un’azienda che sembrava essere seria e capace, anche se era di Milano ed in
precedenza l’aveva selezionata un amico di Paolo.
Pensai alla possibilità che i titolari di quest’azienda potessero essere collusi con Paolo e la sua
banda bassotti, ma ben presto esclusi l’ipotesi perché il loro comportamento, fino a quel momento,
era sempre stato molto professionale.
In ogni caso non avevo alternative e dovetti fidarmi.
Sapevo che il tentativo di salvare la mia attività sarebbe stato arduo, e pertanto dovevo provarle
tutte, senza escludere alcuna ipotesi, e correndo molti rischi.