E dobbiamo imparare a conviverci anche se è piuttosto dolorosa ed inquietante.
Fa parte del mosaico spirituale della Fede e dobbiamo accettarla senza divenirne succubi.
Riguardo alla Croce di Cristo dobbiamo convincerci che è stato il Dono Divino, l’Amore Santo ed
Infinito per l’umanità, Incorruttibile, Ineffabile, Eterno, e come tale dobbiamo trovare la forza, nel
nostro cuore, per accettarlo nonostante il pianto inarrestabile che provoca!
Dobbiamo ricordare sempre le parole che Gesù disse a Pietro quando questi auspicò che al Signore
non accadessero morte e passione come aveva preannunciato: “vade retro, satana! Tu mi sei di
scandalo perché non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini”.
Ecco, la nostra malinconia deve fermarsi innanzi a queste parole di Cristo, e divenire esaltazione
dello Spirito grazie alla Resurrezione!
E’ questo lo scenario spirituale che si vive in alcune fasi dell’evoluzione della nostra Fede, così
come in alcune vecchie Chiese, troppo trasandate rispetto alla modernità.
A volte ci si sente desueti, infelici, vecchi dentro, dispersi nel mondo senza mete e senza affetti.
Ma fa parte del percorso spirituale.
Certe sensazioni occorre viverle per poter comprendere meglio la Fede in seguito.
“Non abbiate paura!”, disse San Giovanni Paolo II, riferendosi anche a questo aspetto.
E questo purtroppo è il dramma di buona parte dei giovani d’oggi, cioè delle generazioni che
dopodomani dovranno gestire il mondo, ed io personalmente sono molto preoccupato.
Inutile nascondersi dietro un dito, meglio essere sinceri fino in fondo: buona parte della gioventù
d’oggi, bruciata dall’avidità, dalla modernità e dalla bramosia del benessere, rischia di eclissare, nei
prossimi decenni, la Chiesa ad una sorte di setta per pochi intimi.