Per questo vivevo una grande consolazione quando mi recavo in p.za San Pietro, ed era diventato
per me come un rito al quale non potevo rinunciare: se a volte ero troppo impegnato in ufficio e non
potevo andarci per la pausa pranzo, mi arrabbiavo e mi ripromettevo di organizzare meglio l’attività
in modo da non perdere quell’usanza salvifica.
Il colonnato dove andavo spesso a consumare un pasto e mi fermavo in raccoglimento.
In quei decenni il Vaticano era al centro del mondo grazie soprattutto alla rivoluzione apportata da
San Giovanni Paolo II, percepibile ancora oggi, ed alle numerose Beatificazione e Canonizzazioni
che il Papa effettuò, tra le quali Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta.
Ogni volta che passavo davanti alla Basilica, in ogni caso, pensavo che contenesse la tomba di San
Pietro in persona, a cui Gesù diede un compito importante: “Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi
del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.
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