Gli altri soci, i pochi miei fedeli, mi dovettero fermare con la forza più volte, afferrandomi per le
braccia mentre inveivo contro di lui e contro i suoi vili associati, tutti sul genere degli altri traditori
del passato, tutti che si sentivano superiori a me perché appartenenti ad una delirante lobby di
potere come la massoneria.
Strillai più volte la verità, la rinfacciai senza mezzi termini, ormai si trattava di una guerra tra la
lealtà, che rappresentavo degnamente, e la scorrettezza che loro altrettanto degnamente
impersonavano.
Fu una battaglia tra il bene ed il male piuttosto che fra nemici, per questo i miei affondi continui
ebbero effetto ed il coraggio fu premiato, infatti notai che gli altri suoi soci, che inizialmente
avevano appoggiato il suo progetto estorsivo, man mano che si andava avanti nella discussione
persero la tenacia iniziale.
Dopo strilla e urla, e qualche minaccia faccia a faccia che non si aspettavano da uno come me che
era stato sempre piuttosto professionale e pacato, tentarono di mediare ed addirittura alcuni
iniziarono a manifestare un certo apprezzamento per le mie tesi, forse per stemperare gli animi e
tentare di rinviare ad altra data ogni decisione, visto che sarebbe stato impossibile, a quel punto,
intraprenderle in quelle circostanze piuttosto complicate.
Anche il mio nemico, resosi conto che le sue tesi ormai non erano più accolte con convinzione
assoluta dalla maggioranza, anche perché li avevo tutti abilmente smascherati e rimproverati,
desolatamente ammise che sarebbe stato meglio rinviare il tutto ad una successiva assemblea
societaria.
Alla fine pretesi che l’ordine del giorno dell’assemblea successiva fosse più corretto, e non si
realizzasse il blitz che mi avevano vergognosamente predisposto alle spalle in quell’occasione.