Il problema, piuttosto, erano gli amici del Catechismo ed i loro parenti che, non conoscendo i vizi
estetici di mia madre, mi osservavano con un indecifrato stupore.
Parrocchia Maria SS. Del Carmine e S. Giovanni Bosco di Salerno, Chiesa dei Salesiani
Tutti gli altri bambini, infatti, erano vestiti con abiti tendenzialmente scuri: grigio, blu, nero,
nessuno aveva i pantaloni “a zompafuosso”, nessuno si era armato di scarpe ortopediche da
soldatino mercenario, almeno non evidenziate in bella mostra, nessuno indossava una giacca bianca
sfavillante, nessuno portava i guanti bianchi, nessuno esibiva i capelli quasi laccati.
Ero l’unico a dover rappresentare, secondo la creatività di mia madre che definire “artistica” è
estremamente riduttivo, la purezza del bianco e l’eleganza che meritava una buona famiglia alle
spalle, anche se mi tradiva la sagoma goffa, dovuta, oltre che all’abbigliamento improbabile, anche
ad una indisponente pancetta da ragazzotto viziato, aspirante commendatore!
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