Oltretutto il viso rotondeggiante, se non propriamente a palla, era condito da scocche rosse che
smascheravano una notevole timidezza, e da una dolcissima bocca a cuoricino che contrastava
clamorosamente con il messaggio di improbabile aggressività militare trasmesso dalle massicce
scarpe ortopediche. Le magre gambe ad “X”, infine, che a stento reggevano la pancetta sovrastante
abilmente nascosta da un portamento perennemente impostato sul comando militare “At-tenti!”,
evidenziavano maggiormente i pantaloni corti e quella specie di “carri armati” in cui erano rifugiati
i miei teneri piedini. Evidentemente anche il Buon Dio avrà sorriso tanto in quella occasione, oltre
alla mia mammina tanto affettuosamente e bonariamente “sadica”! Era assolutamente evidente la
grottesca incoerenza, da un lato, tra la stravagante eleganza dovuta al maldestro tentativo di mia
madre di affibbiarmi uno stato sociale da famiglia benestante, e dall’altro la fragile e goffa fisicità,
nonché la timidezza e l’imbarazzo, che molto più schiettamente rappresentavo di mio.
In effetti ero sicuramente il bambino più osservato e discusso dell’intera cerimonia, e pensare che
ne erano presenti oltre una trentina, ciascuno con parenti ed amici!
Eccomi nella mise di mia madre