L’architetto marocchino notò la mia sorprendente carica emotiva e fisica per cui gli calò
l’entusiasmo, intuendo che la sua preoccupazione di perdere il match stava per diventare realtà!
Con la mia rinnovata energia “spirituale” e fisica ripresi la performance agonistica facendolo
correre dappertutto come lui aveva fatto con me nei primi 20 minuti, ed alla fine vinsi 7-5!!!
Miriam fu talmente orgogliosa di me che alla fine della partita - nel tentativo di abbracciarmi - si
appese letteralmente al mio collo facendomi ruzzolare sulla terra rossa e obbligandomi a restare per
terra per qualche minuto perché non avevo la forza di rialzarmi!!
Ma la impresa era ormai compiuta, ed anche la moglie dell’architetto celebrò simpaticamente, con
me e Miriam, la vittoria, saltando con noi e continuando a strillando allegramente “Italia-Italia!”.
Il campo da tennis a Rabat dove si svolse il match fra me e l’architetto marocchino.
Il marito tentò di essere altrettanto simpatico, infatti venne a complimentarsi stringendomi la mano,
ma si vedeva lontano un miglio che era incazzato nero!
Menomale che non aveva la carnagione scura altrimenti sarebbero stati d’obbligo i dovuti e
simpatici sfottò sull’averlo fatto nero!
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