Fui inebriato da tanta vitalità, da tanta modernità, dall’intraprendenza di un paese che aveva
sovvertito, in pochi decenni, la sua natura africana per acquisirne una molto più moderna, risultando
ad oggi uno dei migliori paesi arabi al mondo, grazie alla valorizzazione di tutti i suoi tesori storici
ed artistici e ad un sapiente progresso strutturale e civilistico.
In pochi giorni mi sentii perfettamente integrato in quel paese straordinario, ed i fantasmi del
passato si erano completamente dissolti.
Iniziai davvero a pensare che l’aver ritrovato Miriam, in quelle nuove condizioni, con la “notte dei
tempi” probabilmente già trascorsa, poteva finalmente avere riflessi importanti sul mio futuro.
Non avevo più paura dell’Islam e dei rischi sui matrimoni misti e, soprattutto, miracolo dei
miracoli, non mi spaventava a morte l’idea di poter avere dei figli musulmani con Miriam perché se
la Provvidenza mi aveva portato di nuovo li, in un paese arabo dove decenni prima non avevo
tradito la mia Fede - perdendo per questo un amore importante come lei - forse voleva premiarmi e
farmi capire che davvero Dio è uno solo, e che non avrei commesso alcun peccato mortale
nell’offrire al Destino, ed all’Islam, parte della mia Anima attraverso nuovi figli da concepire con
Miriam.
Questo pensiero fu per me, Cristiano fedele, una rivoluzione epocale, e manifestava il più completo
affidamento di un uomo, con spiritualità matura come la mia, nelle mani di un Dio finalmente
universale, che superava i confini e le civiltà, la storia e le filosofie, il tempo e lo spazio.
Quella sensazione incredibile sembrava una vittoria abnorme su tutte le divisioni spirituali
dell’umanità, un salto di qualità straordinario, come passare nel cosmo da un’orbita all’altra, da un
pianeta piccolo ad un altro enorme, salendo sempre più verso il Cielo infinito.
“Quando si raggiunge una consapevolezza del genere, c si trova molto vicini al Paradiso!”, pensai.
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