Avvertii chiaramente la solennità del momento, ed ancora oggi ricordo la Santa emozione del primo
incontro con Gesù: mi donò subito coraggio, fiducia in me stesso, fiducia nella Fede, addirittura
autorevolezza perché alla fine della Santa Messa andai dai miei genitori e li abbracciai fiero di me, e
feci altrettanto con tutti gli altri miei amici, senza alcun imbarazzo per la mia immagine che di
colpo, e miracolosamente, migliorò!
Uscendo dalla Chiesa riecheggiava nella mia mente una canzone abbastanza conosciuta all’epoca,
che sembrava appropriata sia perché le campane suonavano a festa sia perché mi sentivo finalmente
accolto nella comunità degli adulti e quindi meritevole di un inno cerimoniale:
Le tre campane
Tutto ciò lo rivedo rappresentato, ancora oggi, nelle mie espressioni ogni volta che ammiro le tante
fotografie che la mia famiglia ha conservato per anni.
La Chiesa di S. Giovanni Bosco a Salerno è stato il luogo ove ho vissuto la mia infanzia e sono
cresciuto in tutti i sensi, non solo spiritualmente ma anche fisicamente - essendo una delle migliori
realtà Salesiana d’Italia, forse la migliore per certi versi - giocando a vari sport tutti i giorni e per
anni: calcio, basket, pallavolo, persino tennis col mio amico inseparabile, il muretto del campo di
basket che al primissimo pomeriggio era libero per un’oretta per cui riuscivo ad allenarmi spesso e
volentieri.
Credo che sia tra le migliori realtà salesiane d’Italia perché dopo tanti viaggi, avendone conosciute
diverse ed avendole potute confrontare, quella di Salerno possiede un’Anima che non ho trovato in
tante altre.
Anche quella di Roma, nei pressi della stazione, era piuttosto scarna rispetto a quella della mia città.