La sua espressione divenne improvvisamente solenne, come se si trovasse innanzi a Dio, a cui
riportava tutto ciò che ci circondava!
Poi fu la volta di Miriam che ebbe la stessa reazione, e della figlia, entrambe estasiate!
Io non mi avvicinai a nessuna di loro, rimasi indietro per non disturbarle, per lasciarle vivere quegli
attimi immensi, l’estasi della Bellezza del Creato.
Sono sicuro, perché lo avvertii chiaramente, che la madre di Miriam in quel momento stesse
pensando anche al marito che non c’era più, e che sarebbe stato bellissimo se fosse stato presente
anche lui. Personalmente ero certo che il marito, più vicino che mai perché davvero il Cielo ci
avvolgeva tutti, in effetti era già con lei e condivideva la stessa commozione spirituale.
Fu un momento di grande raccoglimento, infatti la madre si commosse e liberò il suo dolce pianto,
offrendolo al contesto Divino ed a suo marito mai così vicino come in quella occasione.
Miriam a quel punto capì anche lei a cosa ed a chi stesse pensando la madre, ne fu orgogliosa e le si
avvicinò, fiera e incoraggiante, e si unirono tutte, anche Fatine, in un dolcissimo abbraccio.
Io fui spettatore paziente ed educato, seduto sul muretto alle loro spalle, ma orgoglioso, anch’io, di
averle portate ad un passo dal Cielo, per far provare loro emozioni uniche.
Restammo tutti in silenzio per parecchi minuti a godere dello spettacolo infinito innanzi a noi.
Ci pensò sempre la madre, poi, a stemperare la tensione e le emozioni aprendo le colazioni al sacco
che avevamo portato ed invitando le figlie a sedersi sul muretto accanto a me.
Mentre osservavo Miriam, in quel contesto paradisiaco, la sentivo davvero mia e ringraziai Dio per
avermela donata.
Giunti alla meta più ambita, più desiderata nella nostra storia d’amore, sul punto più alto e vicino al
Cielo, ci sembrò finalmente possibile il matrimonio che desiderammo 22 anni prima.
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