A quel punto loro, sentendosi scoperti, e non avendo potuto raggiungere l’obiettivo
dell’usurpazione dell’amministrazione con manovre scorrette e deplorevoli, a settembre, con la
ripresa delle attività dopo le ferie estive, simularono una rinnovata disponibilità ad acquisirne il
controllo per meriti, secondo gli accordi iniziali, promettendo l’arrivo di ingenti finanziamenti alla
società.
Infatti l’infiltrato capo, il soggetto di Roma che desiderava a tutti i costi divenire amministratore
unico, si inventò l’opportunità di far ottenere alla società diversi finanziamenti da parte di Invitalia,
che simulò in tutto per tutto, presentandoci un tizio, un commercialista, a suo dire esperto in
pratiche del genere, che richiese vari documenti progettuali che gli furono consegnati in buona fede.
Questo squallido massone essendo candidato amministratore riferì, in sede di assemblea societaria
ove furono riportate nei verbali le sue farneticanti promesse, che nel giro di alcuni mesi avrebbe
raccolto somme ingenti, oltre 500mila euro, che sarebbero arrivati in diverse tranche, visto che
furono diverse le misure di Invitalia che avrebbe voluto realizzare.
Considerata l’ufficialità delle promesse, ritrovammo tutti fiducia in quel soggetto perché descrisse
un programma finanziario molto dettagliato, mettendo per iscritto persino le presunte date di
erogazione dei vari finanziamenti da parte di Invitalia!
Ovviamente sarebbe stato necessario attendere tutto l’iter, a suo dire, piuttosto contenuto,
nell’ordine di pochi mesi, per ottenere almeno l’approvazione dei finanziamenti stessi.
Col passare dei mesi, però, non fidandomi, sollecitai allo stesso massone il deposito in società di
una copia della ricevuta di trasmissione delle varie richieste di finanziamento, necessità che io ed
Anna avevamo già segnalato in precedenza all’amministratore delegato il quale avrebbe dovuto
pressare quel soggetto proponente per ottenere la documentazione richiesta.