Iniziò un’estenuante guerra burocratica che si concluse con una mia vittoria, almeno per quanto
riguardava la tutela di Anna e la salvaguardia da un futuro fallimento dell’azienda, mentre per
quanto riguardava la simulazione di reati da parte mia, nonostante avessi evitato ogni sorta di
rischio, sarebbero stati sempre in grado di inventarsi qualsiasi falsità per mettermi nelle mani di
magistrati collusi e farmi condannare, pertanto vigilai attentamente.
Nel frattempo, però essendo assolutamente dimostrabili i reati che loro avevano commesso contro il
mio progetto e contro la società, chiesi ad Annabella di presentare una denuncia penale insieme a
me, ma clamorosamente si oppose, precisando di non desiderare strascichi giudiziari. Io feci
pressioni per convincerla ma non ci fu verso, e fu un grave errore.
In ogni caso ero ormai disgustato dal mondo dell’imprenditoria italiana, che lasciava esposti i
proponenti a barbarie di tutti i tipi: massoni, business angel che copiano progetti, banche che
finanziano soltanto chi già possiede soldi in quantità, enti come Invitalia che parimenti finanziano
progetti soltanto a soggetti già in possesso di notevole liquidità, mafiosi sempre pronti ad
intervenire come usurai che spesso usurpano intere aziende, burocrazia talmente ingente da
scoraggiare la maggior parte degli italiani, tribunali che emettono sentenze pilotate, istituzioni
assenti ed inefficaci!
Un disastro totale, su tutti i fronti!
Infatti fu la quinta ed ultima volta che tentai di far nascere un progetto meraviglioso che se fosse
stato concepito in qualsiasi altro Paese civilizzato oggi sarebbe una realtà internazionale fantastica,
uno dei servizi a maggior utilità pubblica in assoluto!
Non ci avrei provato mai più perché ormai ero più che disgustato.
Dopo questa ennesima delusione, infatti, per la quale riuscii ad evitate l’insorgenza di pericolosi
strascichi giudiziari, abbandonai per sempre il progetto.