A quel punto, appurata anche la fattibilità finanziaria del progetto, richiamai il proprietario e gli
dissi non solo di aver reperito il socio finanziatore ma anche che eravamo nelle condizioni di
presentare la stessa offerta dei cinesi, magari aumentando di poco l’importo del canone mensile per
far propendere in tempi rapidissimi la sua scelta su di noi.
Il proprietario ne fu particolarmente contento anche perché la nostra attività sarebbe stata molto più
interessante del solito negozio di cianfrusaglie cinesi.
Il sogno si poteva realizzare, quindi, e mi sentivo entusiasta pensando soprattutto ai miei figli, ai
quali avrei potuto finalmente garantire una vita più agiata, permettendo ai più grandi una carriera
universitaria molto più serena.
Sussistevano diverse motivazioni per essere davvero entusiasti del progetto e delle prospettive che
offriva sia a livello locale, realizzando la struttura ristorativa più grande nella storia della città, ma
anche più innovativa e prestigiosa, sia a livello nazionale potendo duplicarne il successo.
Il settore che io avrei seguito personalmente, con maggiore cura, sarebbe stato quello degli eventi
da realizzare insieme a vari dipartimenti delle università di Medicina di Salerno e Napoli, di
Farmacia di Salerno, di Agraria di Portici, ed in collaborazione con le principali sigle di tutela della
qualità dei prodotti, per cui mi sentivo particolarmente invogliato. Il progetto sarebbe stato quello di
presentare, ogni settimana, le qualità organolettiche e le caratteristiche dei prodotti di eccellenza
Campani, fornendo ai cittadini, otre alla degustazione, anche informazioni preziose dal punto di
vista scientifico.
Dovevo fare in fretta però perché incombevano su di me grossi rischi inerenti le sfortune giudiziarie
delle precedenti attività imprenditoriali, i cui problemi si sarebbero potuti riversare anche sulla
realizzazione del nuovo progetto sulla ristorazione d’eccellenza. Ero preoccupato, infatti, per i
possibili gravi esiti di ingiuste condanne penali già subite.