Ovviamente se la mia denuncia, a suo tempo, non fosse stata clamorosamente archiviata per un
assurdo difetto di forma, non per mancanza di riscontro penale, la storia processuale tra le parti
sarebbe stata completamente diversa perché le mie prove contro di loro erano schiaccianti, come
confermato dalla Polizia, e viceversa contro di me non esistevano e mai sarebbero potute esistere
semplicemente perché non avevo mai rubato dai conti correnti societari le somme versate dai soci!
La realtà incontrovertibile era infatti documentata chiaramente:
- io ero il fondatore della pregevole iniziativa, e non l’amministratore della società.
- Pertanto non potevo avere avevo accesso alla gestione dei conti correnti, in nessuna maniera.
- I soci avevano sempre versato le somme della partecipazione direttamente alla società, mai a
me persona fisica. - Il curatore fallimentare aveva descritto, nel primo grado, tutti gli importi, sia in entrata che
in uscita, rappresentando per questi ultimi i copiosi costi sostenuti dalla società, e mai aveva
evidenziato somme distratte da alcuno, neanche dall’amministratore stesso, figuriamoci da
parti estranee all’amministrazione come il sottoscritto! Tutti gli importi in uscita, quindi,
erano stati documentati dal curatore esaustivamente, cioè per tutti corrispondevano fatture di
acquisto o ricevute specifiche, pertanto tutte le somme investite dai soci, circa 330mila euro
complessivamente, erano state spese per lo sviluppo della società e non certamente incassati
da privati, ne tanto meno dal sottoscritto. - Tutti i soci che avevano sporto denuncia contro di me avevano dichiarato falsamente,
durante il processo, di non aver mai percepito alcuna somma, neanche a titolo di rimborso
spese come dirigenti della rete vendita o di altri settori! In realtà una quindicina di essi
addirittura erano stati assunti a tempo indeterminato ed avevano percepito diverse somme a