Io non avevo alcuna intenzione di far parte di quelle correnti politiche che ho sempre ritenuto
ambigue ed inconcludenti, infatti la storia mi ha dato ragione, né di assumere gli stessi
atteggiamenti e le stesse mode, per cui mi estraniavo totalmente osservando allibito le assurdità che
compievano gli estremisti delle opposte fazioni.
Fortunatamente nella mia scuola, la migliore in città, il liceo classico Tasso, si avvertiva meno l’aria
rivoluzionaria perché l’ambiente era più selezionato, ed addirittura si vivevano, in certe sezioni
durissime del ginnasio come la mia, la mitica “G”, situazioni opposte: sembrava di trovarsi negli
anni 30-40, ante guerra, perché subivamo la stessa rigidità formativa avendo come insegnanti dei
soggetti vecchio stampo, che qualcuno definiva fascistoni pur non essendo affatto di estrema destra.
Infatti ogni giorno noi studenti subivamo offese che provocavano un dolore psicofisico superiore a
quello che avremmo avuto se ci avessero dato fisicamente botte da orbi!
Quasi ogni mattina, prima di entrare in classe, soprattutto in prossimità delle interrogazioni, io ed
alcuni amici di istituto passavamo prima dalla adiacente Chiesa di p.za San Francesco per pregare il
Padre Nostro, ed avevamo addirittura imparato a recitarlo in greco!
Ecco la traslitterazione:
Pater hēmōn, ho en tois ouranois
hagiasthētō to onoma sou;
elthetō hē basileia sou;
genethetō to thelēma sou,
hōs en ouranōi, kai epi tēs gēs;
ton arton hēmōn ton epiousion dos hēmin sēmeron;
kai aphes hēmin ta opheilēmata hēmōn,
hōs kai hēmeis aphiemen tois opheiletais hēmōn;
kai mē eisenenkēs hēmas eis peirasmon,
alla rhusai hēmas apo tou ponērou.
[Hoti sou estin hē basileia, kai hē dúnamis, kai hē doxa eis tous aiōnas;]
Amēn.