NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Mio padre si fermò di nuovo per bere un sorso d’acqua e, nel tentativo riuscito di stemperare la
tensione e di assegnare a quel bel discorso un connotato di normalità - evidentemente auspicando
che situazioni così soddisfacenti si ripetessero in futuro - iniziò a mangiare e ci invitò tutti a fare
altrettanto, e mentre pranzavamo continuò con orgoglio: “Giovanni io ovviamente ho promesso al
professore che avrei seguito i suoi consigli, e nel frattempo ti faccio i complimenti, sei stato
davvero in gamba ed hai anche onorato la nostra famiglia, me e tua madre! Continua così, mi
raccomando! Bravo!”


Ed alla fine tutta la famiglia mi applaudì, mi abbracciarono tutti, anche se mio fratello superiore, più
grande di me di 4 anni e più smaliziato, ne approfittò per lanciarmi, fraternamente, qualche sfottò
riservato tipicamente ai ragazzi studiosi, dandomi del “secchione”, appellativo in verità per niente
idoneo in quanto non ero un ottimo studente, tutt’altro.


Fu un momento straordinario per me, il primo complimento ufficiale da parte di mio padre per le
mie doti intellettive e filosofiche, delle quali forse non ero nemmeno perfettamente a conoscenza,
anche se effettivamente in classe mi facevo valere ed ero molto attratto dalla materia affascinante.


Lo straordinario prof. di filosofia si chiamava Ferdinando Maiolo - molto stravagante nei
comportamenti che a volte risultavano persino imbarazzanti per estrosità ed originalità, e vantava
una cultura mirabolante ed un’enorme sensibilità riguardo ai problemi della società dell’epoca, nella
quale noi studenti crescevamo tra mille difficoltà.


Lo avevo enormemente rispettato e stimato, all’età di 16 anni, ascoltando con grande interesse non
soltanto i suoi brillanti ed eccentrici insegnamenti di filosofia - che a volte sembravano superare il
limite comportamentale consentito in un istituto rigido come il Tasso, in quanto particolarmente
esuberanti - ma soprattutto le dottrine a cui teneva di più, quelle sociali, educative, politiche, che
con tanto amore ci trasferiva, come lui stesso affermava spesso, in qualità di principi che avrebbero

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