la Repubblica - 22.07.2019

(Romina) #1

Tra gli ortodossi d’Israele


che ora dettano legge


E il Mossad li vuole 007


Abito nero, rituali, sussidi: gli ultrareligiosi saranno presto il 30% della popolazione


Sempre più decisivi in politica, ma invisi ai laici: così cambiano il volto del Paese


di Davide Lerner

bnei brak (israele) — «Tel Aviv è
a dieci minuti da qui ma non ci
metto piede, per carità, là le don-
ne vanno in giro mezze nude. Chi
si espone a quel mondo lì poi tor-
na in yeshivà e non capisce più
niente degli studi religiosi» dice
Elad Kuper, ultraortodosso israe-
liano di 27 anni, passeggiando
nell’enclave haredi di Bnei Brak.
Kuper abita con la moglie e i
suoi primi tre figli (la media per
gli ultraortodossi è di circa sette)
in una stanza e mezza affittata in
uno stabile sgangherato e circon-
dato di spazzatura, vicino alla so-
vraffollata arteria di “Rabbi Aki-
va”. Vive del sussidio della yeshi-
và, la scuola religiosa, che am-
monta a 2.000 shekel al mese
(490 euro), in buona parte prele-
vati direttamente dalle casse del-
lo stato. Studia di notte – «solo col
buio si raggiunge la massima con-
centrazione secondo l’importan-
te rabbino Shimon Bar Yochai» –
e durante il giorno aiuta un vec-
chio per raggranellare qualche al-
tro shekel.
Ma nella comunità ultraorto-
dossa sono piuttosto le mogli
che, non “obbligate” a studiare le
scritture ininterrottamente, so-
no autorizzate a fare qualche la-
voro: in molte, come la ventiquat-
trenne Avigail, moglie di Kuper,
fanno le maestre a scuola o negli
asili part-time. Agli sforzi del go-
verno per cerare di spingere più
ultraortodossi a integrarsi nella
società “mondana” si è di recente
aggiunto niente meno che il Mos-
sad, l’agenzia di intelligence
israeliana. «Abbiamo cominciato
ad assumere personale ultraorto-
dosso dopo lunghi percorsi pro-
pedeutici specializzati», ha detto
il direttore del Mossad Yossi Co-
hen all’inizio del mese, citando
una collaborazione con la ong
Pardes che si pone l’obiettivo di
conciliare la vita religiosa degli
haredim con quella lavorativa, fi-
nanche nel settore della difesa.
Kuper è un caso particolare nel-
la comunità ultraortodossa: è un
hoser leteshuva’ (colui che ritorna
alla chiamata), cioè ha vissuto da
laico fino a circa vent’anni, com-
preso il servizio militare, prima
di scegliere il lungo cappotto ne-
ro e il cappello a larghe tese dei
religiosi.
Ma per i suoi figli la strada è se-
gnata. Kuper scandisce: «Dai 3 ai

13 anni talmud torah, poi yeshivà
fino al matrimonio, che verrà or-
ganizzato da un “shachdan” o
agente matrimoniale e approva-
to dai genitori, poi continueran-
no a studiare al kollel, la scuola re-
ligiosa per uomini sposati. Qui le
vite sono semplici, è tutto pre-or-
dinato: non bisogna mai prende-
re decisioni», dice. «Ovviamente
useranno cellulari kasher, che
possono fare solo telefonate. E
quando a 18 anni arriverà lo “zav
rishon”, la chiamata dall’eserci-
to, ci faremo dare un certificato
d’esenzione dalla yeshivà», spie-
ga.

Proprio sul risentimento verso
i super-religiosi, visti come paras-
siti che eludono il servizio milita-
re e vivono di sussidi statali da
molti israeliani, si sono incagliati
i negoziati per formare il quinto
governo del primo ministro Ben-
jamin Netanyahu. Ed è probabile
che la stessa impasse si ripropon-
ga dopo le nuove elezioni del
prossimo settembre: Avigdor Lie-
berman, che ha impugnato la cau-
sa dei laici, ha già detto che non
farà sconti per andare in coalizio-
ne coi religiosi. E, secondo recen-
ti sondaggi della televisione israe-
liana, senza Lieberman Netanya-

hu, ancora una volta, non sarà in
grado di formare un governo.
Secondo l’Ocse, entro pochi de-
cenni la componente haredi del-
la società israeliana (attualmente
circa un milione) potrebbe rag-
giungere il 30 per cento della po-
polazione, con gravi conseguen-
ze su economia e politica del Pae-
se. «È fondamentale che vengano
rivisti i curriculum delle scuole
haredi inserendo materie più
classiche, dalla matematica alle
scienze all’inglese, se si vuole fa-
vorire la loro integrazione nel
mercato del lavoro», ha detto Pe-
ter Jarrett dell’Ocse al giornale
economico israeliano The Mar-
ker. «È una battaglia contro il
tempo», ha aggiunto.
C’è anche chi, come il noto
scrittore israeliano Yuval Noah
Harari, autore del bestseller “Sa-
piens,” interpreta la questione
degli ultra-ortodossi in chiave po-
sitiva. In un mondo in cui l’auto-
mazione rendesse i mestieri
dell’uomo sempre meno utili, teo-
rizza nel suo ultimo libro “21 lezio-
ni per il XXI secolo” (Bompiani
editore), le persone godranno di
un reddito di cittadinanza e do-
vranno realizzarsi facendo a me-
no del lavoro. Ecco allora che gli
ultraortodossi, secondo diverse
ricerche appagati da una vita fat-
ta di soli rituali, sarebbero un’a-
vanguardia da imitare invece che
una zavorra di cui disfarsi, rele-
gandola al passato remoto. Ma,
per ora, la preoccupazione princi-
pale in Israele rimane quella di
come favorire una loro integra-
zione alla luce del crescente peso
demografico ed elettorale.
Al contrario della minoranza
araba, anch’essa poco emancipa-
ta nella società israeliana, le auto-
rità religiose haredi mandano i
propri discepoli a votare come
soldati. «Sappiamo che avere pe-
so politico conta parecchio, an-
che se la nostra società vive sepa-
rata», spiega Kuper. Per misurare
il peso politico degli ultraortodos-
si basta prendere in mano le pri-
me pagine goliardicamente disto-
piche dei giornali “haredi” all’al-
ba dell’ultima consultazione elet-
torale: “Matrimoni civili in arri-
vo,” “Trasporti pubblici di Shab-
bat (sabato) nella maggior parte
delle città del Paese,” e ancora
“Coscrizione obbligatoria per tut-
ti”. Nessuno di questi scenari,
con 16 deputati ultra-ortodossi al-
la Knesset, si possono realizzare.

dal nostro corrispondente

LONDRA — Come scrive il Sunday Ti-
mes, «neanche la bacchetta magica di
Harry Potter ha potuto nulla contro il
dolore». Già, perché Daniel Radcliffe,
l’attore britannico celebre per aver in-
terpretato l’adoratissimo maghetto
della milionaria saga di JK Rowling, è
scoppiato in lacrime durante un docu-
mentario Bbc su di lui in onda stasera.
Motivo: la scoperta di una lettera di ad-
dio di un suo bisnonno, Samuel Ger-
shon, suicida nel 1936, a 42 anni, dopo
un furto notturno subito nella sua gio-
ielleria di Londra, non tanto per la pur
gravissima perdita finanziaria quanto
per la reazione della polizia.

A quanto pare, gli inquirenti non fe-
cero pressoché nulla per ritrovare i la-
dri: sospettavano che Samuel, in
quanto ebreo, avesse architettato tut-
to per speculare sull’assicurazione.
«Gli ebrei lo fanno spesso», si legge in
un documento ufficiale ritrovato dal-
la Bbc. E così, per l’antisemitismo allo-
ra dilagante, il bisnonno di Radcliffe
perse quasi tutto e dopo qualche me-
se si suicidò, scrivendo alla moglie
Doll: «Non posso sopportare tutto que-
sto dopo 22 anni di lavoro, quindi ti la-
scio vigliaccamente, tesoro, ma sappi
che ti amo». Parole che hanno fatto
piangere l’attore, 30 anni domani, an-
che lui in un momento non facile per-
ché in uscita dal tunnel dell’alcoli-
smo: «In qualche modo, a causa
dell’alcol, ho provato la stessa vergo-
gna del mio bisnonno», ha confessato
Radcliffe tra le lacrime. Per paura di
rappresaglie antisemite, dopo il suici-
dio di Samuel la famiglia Gershon
cambiò il suo cognome in Gresham. —
A. Gu.

La storia


Harry Potter piange per il bisnonno ebreo


©RIPRODUZIONE RISERVATA

AHMAD GHARABLI/AFP

kL’attore in lacrime
Daniel Radcliffe, 30 anni, attore
britannico celebre per aver
interpretato l’adoratissimo
maghetto della saga Harry Potter,
in un documentario su di lui
della Bbc in onda stasera

28%


Gli ultraortodossi nel 2045
Per l’Ufficio centrale
di statistica (Cbs), sarà la
percentuale degli haredim

40%


È la percentuale nel 2065
Secondo lo studio del Cbs

8.8 mln


La popolazione nel 2018
Secondo il Cbs, Israele
raggiungerà i 10 milioni di
abitanti nei primi anni Venti

I numeri


L’ascesa haredim


L’antenato di Radcliffe


si suicidò dopo un furto


ignorato dalla polizia


per antisemitismo


Nella
Città
vecchia
Cittadini
ultraortodossi
israeliani
in un
mercato di
Gerusalemme

Sul risentimento verso


gli haredim, visti da


alcuni come parassiti,


si sono incagliati i


negoziati per formare


il quinto governo


Netanyahu


. Lunedì, 22 luglio 2019 Mondo pagina^15

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