la Repubblica - 22.07.2019

(Romina) #1
«A leggere certe dichiarazioni tutti i
pretesti sembrano buoni per aprire
una crisi di governo. Ma abbiamo
ancora delle cose importanti da fare.
Ad esempio il taglio di 345
parlamentari che a settembre arriva
a compimento. Sarà un momento
storico». Il ministro grillino dei
Rapporti col Parlamento e della
democrazia diretta Riccardo
Fraccaro allontana lo strappo. Ma se
alla fine Matteo Salvini decidesse di
compierlo, avverte Fraccaro, sa già su
cosa il Movimento 5 stelle cercherà di
metterlo alle strette. «Chi vorrà
impedire il taglio se ne assume la
responsabilità. Dopo 30 anni di
promesse siamo a un passo dal
risultato».
In realtà, ministro, il vero casus
belli potrebbe essere la battaglia
sulle autonomie. State tradendo i
referendum di Lombardia e
Veneto?
«Sono stato eletto in Trentino,
Regione autonoma, e ho la delega
alla democrazia diretta. Figuriamoci
se voglio tradire una consultazione

6


Salario minimo
La proposta dei 5S,
rilanciata da Di Maio,
per la Lega non deve
comportare costi aggiuntivi
per le Piccole e Medie
Imprese
Secondo il leghista Durigon,
sottosegretario al Lavoro
“è necessario incentivare le
Pmi sostenendole e non
creare nuovi costi”

5


Flat Tax
Prevista nel contratto di
governo dalla Lega, la
riforma fiscale non è ancora
stata realizzata
Negli ultimi mesi, più volte,
il Movimento Cinque Stelle
ha richiesto
una rigorosa disamina
delle coperture economiche
necessarie
per attuare il provvedimento

4


Taglio dei parlamentari
La riduzione
del numero
di senatori e deputati
è uno di provvedimenti
su cui i 5Stelle
puntano di più
Nonostante i primi sì
alla riforma,
l’atteggiamento
da parte della Lega
è molto più cauto

f


Il leader della lega

Il piano B di Salvini


sostituire il premier


per evitare il voto


Lo scontro più acceso


non è più con Di Maio


ma con Conte, il cui


ruolo è cresciuto


in questi mesi


suscitando malumori


anche tra i


grillini


3


Tav
L’alta velocità Torino Lione
è da mesi oggetto di
scontro all’interno della
maggioranza
“Mi preoccupano i no sulla
Tav”, ha dichiarato ieri
Salvini. Il leghista ha
aggiunto che “adesso mi
aspetto solo sì dal M5S”
da sempre
contrario all’opera

©RIPRODUZIONE RISERVATA

di Claudio Tito

1


Autonomia
La realizzazione
dell’autonomia regionale sta
animando lo scontro tra Lega
e Movimento Cinque Stelle
I governatori leghisti
del Nord hanno chiesto
a Conte di non modificare
le loro proposte
Per il premier
i provvedimenti possono
essere ridiscussi

2


Moscopoli
Il Movimento Cinque Stelle
ha più volte chiesto
a Salvini di riferire in Aula sui
presunti fondi russi destinati
alla Lega
Il vicepremier oppone
resistenza. Mercoledì sarà il
premier Conte a intervenire
al Senato sulla vicenda. Poi
forse parlerà il leghista

kRiccardo Fraccaro È ministro
per i rapporti con il Parlamento

I nodi della maggioranza


Primo piano Assedio a palazzo Chigi


g


Escludo in modo


categorico


che il Movimento


possa formare


un nuovo governo


con il Partito


Democratico


roma — «Salvini si deve ricordare
che la maggioranza in Parlamen-
to, seppure relativa, ce l’abbiamo
ancora noi». Questa frase sempre
più spesso viene pronunciata dai
grillini. Da Luigi Di Maio, e da
quasi tutti i “big” del Movimento.
Una frase scontata. Un semplice
dato di fatto noto a tutti. Eppure i
risultati delle elezioni politiche,
quelle di 16 mesi fa, mai come in
questi giorni sono tornate ad es-
sere un vessillo per i pentastella-
ti. E non a caso. Perché il sospetto
di molti di loro, soprattutto un
dubbio che ha iniziato ad agitare
le giornate anche alla presidenza
del consiglio, è che il leader leghi-
sta abbia un “piano B” rispetto al-
le elezioni anticipate: sostituire il
premier.
Le ultime mosse del “Carroc-
cio”, i continui stop&go, infatti,
stanno provocando un allarme
ulteriore. Lo scontro più acceso
in questa fase non è più tra i due
vicepremier, ma tra il segretario
della Lega e Giuseppe Conte, os-
sia il capo del governo. Una sorta
di cambio di fase. Che, appunto,
sta destando più di una preoccu-
pazione. Del resto, dinanzi alle
crisi politiche non è mai stata
un’eccezione quella di far nasce-
re un altro esecutivo evitando
l’interruzione della legislatura.
Tra la prosecuzione dell’attuale
squadra e le elezioni anticipate
c’è sempre l’ipotesi di un nuovo
governo. Anche restando all’in-
terno dell’attuale coalizione.
«Un’altra maggioranza, una
maggioranza alternativa – è la
premessa che spessissimo Salvi-
ni fa per descrivere la situazione


  • non esiste». L’asse gialloverde,
    insomma, in questa legislatura
    non può essere sostituito. Altro
    discorso, però, è conservare l’al-
    leanza tra M5S e Lega e rimettere
    mano al gabinetto fin dalle sue
    fondamenta. Un “rimpastone”.
    La storia repubblicana, anche re-
    cente, è piena di precedenti an-
    che se con sfumature e contesti
    diversi: Gentiloni, Renzi, Monti,
    D’Alema, Dini.
    Di certo c’è un dato di fatto:
    che l’obiettivo della Lega negli ul-
    timi giorni è diventato in primo
    luogo Conte. Lo scontro è soprat-
    tutto con lui. Basta leggere quel


che scrivono i governatori della
Lombardia e del Veneto proprio
contro il premier sull’Autono-
mia: «Presidente Conte, lei ha
l’opportunità di scrivere una pa-
gina di storia di questa Repubbli-
ca. Se non la scriverà lei, lo farà
qualcun altro». Ecco, appunto:
«Lo farà qualcun altro». Una sot-
tolineatura che non sembra ca-
suale.
Chi conosce bene il capo del
Carroccio, anche in queste ore ri-
pete che il suo obiettivo finale è
andare a Palazzo Chigi. Preferibil-
mente passando per il portone
d’onore, quello che si apre solo
con le elezioni. Ma è una prefe-
renza, non certo un’indicazione
esclusiva. Salvini può contare
sull’exploit ottenuto alle euro-
pee, sulla debolezza strutturale
del Movimento 5Stelle e sulla teo-
rica garanzia che una soluzione
di questo tipo porterebbe fino al-
la fine della legislatura. Fattore
non da poco per i gruppi parla-
mentari grillini destinati ad un

probabile ridimensionamento in
caso di riapertura delle urne.
«Del resto – si chiedeva un paio di
giorni fa ancora Zaia con un grup-
po di suoi uomini – Matteo deve
avere in testa qualcosa. Se non
rompe, ha in testa qualcosa che
non sappiamo. E che per ora de-
ve tenere segreta».
Si tratta, certo, di un’operazio-
ne molto complicata. Quasi indi-
geribile per il gruppo dirigente
pentastellato e per i militanti.
Già abbastanza delusi al punto
che negli ultimi mesi la riorganiz-
zazione del Movimento sta incon-
trando più di una difficoltà. In
particolare nella rivitalizzazione
dei meet-up, quasi scomparsi per
assenza di partecipanti. Ma nello
stesso tempo il ruolo di maggior
protagonismo assunto da Conte
ha suscitato qualche malumore
anche tra i grillini. L’idea che die-
tro ci sia non solo la difesa del go-
verno gialloverde ma anche una
vera e propria operazione politi-
ca è oggetto di discussione tra i
banchi del Parlamento, negli
scranni leghisti e in quelli penta-
stellati. «Conte – osserva un
esperto della politica come Cle-
mente Mastella – è cresciuto.
Non c’è dubbio. La battaglia a fa-
vore del Meridione lo sta trasfor-
mando in un punto di riferimen-
to. È un moderato radicale. Nei
sondaggi è alto, Di Maio è scom-
parso. Vedrete che farà una sua li-
sta, solo così si spiega l’atteggia-
mento di sfida a Salvini. L’An-
ti-Salvini, adesso, è lui. Con un
vantaggio rispetto ai due vicepre-
mier: non è mai stato candidato».
Riflessioni analoghe vengono
svolte ai vertici del Carroccio e
nel blocco di comando grillino.
Per molti, allora, cambiare il pre-
mier potrebbe significare anche
eliminare un avversario. Salvini
conserva al polso il braccialetto
con la scritta “Salvini premier”.
Di Maio, ricorda che la maggio-
ranza in Parlamento ce l’ha lui.
Resta il fatto che tra le “exit
door” di questa ormai costante
crisi politica c’è quella con la
scritta “Nuovo governo, stessa
maggioranza”. E forse la caccia al-
la volpe di Palazzo Chigi può par-
tire proprio in questi giorni.

pagina. (^2) Link Alternativo https://pastebin.com/raw/9496nAQGLunedì, 22 luglio 2019
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