la Repubblica - 22.07.2019

(Romina) #1
MICHELE LAPINI/EIKON
la storia

Mille in pellegrinaggio per Sinisa


i tifosi invocano la guarigione


La processione guidata


da un vicario della


diocesi mentre


Mihajlovic ha iniziato


la chemio e continua


a seguire la squadra


in conference call


di Emilio Marrese

bologna — L’amore sacro e l’amor
profano. In testa alla processione il
parroco e accanto la gigantografia
di Sinisa Mihajlovic. Neanche due
mesi fa era stato il presidente ita-
lo-canadese del Bologna, Joey Sapu-
to, a salire in pellegrinaggio al San-
tuario della Madonna di San Luca,
appena conquistata la salvezza in se-
rie A, con la famiglia e alcuni dirigen-
ti. «Un miracolo», si diceva. Ieri un
migliaio di tifosi s’è incamminato
sul Colle della Guardia che domina
la città per chiedere alla Beata Vergi-
ne di salvare l’allenatore che dieci
giorni fa ha annunciato di avere una
leucemia acuta e da lunedì scorso è
ricoverato al Policlinico Sant’Orsola

per la chemio. Si sono inerpicati in
silenzio di buon mattino, nella vana
speranza di anticipare la calura, lun-
go gli ultimi 2.276 metri del portico
più lungo del mondo, scenografia
della prima tappa di quest’ultimo Gi-
ro d’Italia, che lambisce anche lo sta-
dio Dall’Ara. Lo hanno fatto senza in-
tonare cori da curva ma solo, alcuni,
il rosario. Famiglie, ultrà, anziani,
bambini. Qualche bandiera, molte
maglie rossoblù, qualche cartello.
C’era anche Arianna, la moglie di
Mihajlovic, che alla fine ha ringrazia-
to i partecipanti: «Siete stati stupen-
di, grazie». Virginia, una delle figlie,
ha scritto su Instagram: «Bologna è
una fede, un cuore che batte solo
per te papà», concludendo con quel-
lo slogan, «Sinisa c’è», che i tifosi
hanno stampato sul gonfalone oste-

so anche sabato sulle Alpi nel paesi-
no dove la squadra era in ritiro, sen-
za, ovviamente, il suo leader.
Il calcio, si dice sempre, è una fe-
de, religione molto terrena eppur
mistica con i suoi mondanissimi san-
ti, sacerdoti, devoti, demoni, inte-
gralismi, riti, icone, liturgie, dogmi,
esorcismi e templi. Un collante so-
ciale, una questione di appartenen-
za e trascendenza. Nulla allora di
più spontaneo che veder cammina-
re assieme queste credenze, tra spi-
ritualità e scaramanzia, una matti-
na d’estate verso quella basilica ca-
ra ai bolognesi tutti, cattolici e non,
simbolo che preannuncia al vian-
dante il capoluogo ancor prima del-
le due torri. E che la Soprintendenza
protegge anche nei progetti di ri-
strutturazione dello stadio: da ogni

settore si deve vedere San Luca, le
nuove coperture delle tribune do-
vranno esser trasparenti. San Luca è
l’abituale meta dei bolognesi che de-
vono dire grazie o chiedere grazia
per qualcosa, sciogliere voti o solo li-
pidi lungo i tornanti. Male non fa, in-
somma. E così anche stavolta, senza
fanatismi né ipocrisie, ma con rispet-
to e affetto. Nulla a che vedere con
le superstiziose benedizioni negli
spogliatoi, i santini amuleti nei para-
stinchi o l’acqua santa in tasca al
buon Trapattoni duranti i Mondiali.
Solo un modo per manifestare vici-
nanza a un fratello.
«Ci aspettavamo una cinquantina
di persone, siamo rimasti sorpresi
dalla risposta», ammette don Massi-
mo Vacchetti, vicario pastorale per
lo sport alla guida della processione
che non è stata — logicamente — ini-
ziativa della Curia ma dei tifosi stes-
si, autoconvocatisi col consueto
tam tam social. «San Luca è il luogo
dove i bolognesi portano le loro sof-
ferenze e loro speranze — racconta —

. Abbiamo portato così una preghie-
ra per Sinisa e per tutti i malati che
combattono ogni giorno senza esse-
re altrettanto popolari, senza senti-
re attorno altrettanto affetto». L’ar-
civescovo Matteo Zuppi, romano di
Borgo Pio dalla tiepida passione
sportiva ma febbrile partecipazione
alla vita cittadina, ha mandato un
messaggio: «La preghiera è l’applau-
so silenzioso ma efficace che dà for-
za alle persone».
Mihajlovic non è il primo uomo di
sport colpito da una grave malattia,
ma forse uno dei pochissimi che pro-
verà a combatterla senza lasciare la
panchina. «La rispetto, ma la guar-
do negli occhi, l’affronto a petto in
fuori e so che vincerò io», l’ha sfida-
ta in conferenza stampa come par-
lasse di una squadra avversaria alla
vigilia di una finale, e non di una che-
mio. Per ora lavora dal letto di ospe-
dale in conference call con la squa-
dra e i suoi assistenti. Neanche il tifo-
so più cinico ha nulla da eccepire. I
bolognesi hanno dimostrato, anche
ieri, di volerci provare con lui. È una
maledetta partita romantica.


Sinisa Mihajlovic, 50 anni

Le tappe
Il 13 luglio l’annuncio
della malattia

hLa conferenza stampa
Il 13 luglio Sinisa Mihajlovic ha
annunciato in conferenza
stampa di avere una leucemia
acuta: “Vado avanti, non
mollo. Vincerò questa sfida
per la mia famiglia e per tutti
quelli che mi vogliono bene”

hIl ricovero
Da lunedì scorso l’allenatore
serbo del Bologna è
ricoverato al Policlinico
Sant’Orsola e ha già iniziato la
chemioterapia. Nel frattempo
segue via Facebook il ritiro dei
rossoblù a Castelrotto
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Verso il Colle della Guardia
I tifosi del Bologna salgono al Santuario della
Madonna di San Luca con don Massimo Vacchetti.
Qui sotto, Arianna Mihajlovic, moglie di Sinisa

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pagina. (^32) Sport Lunedì, 22 luglio 2019

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