Corriere della Sera - 18.03.2020

(C. Jardin) #1


CorrieredellaSera Mercoledì18Marzo
PRIMOPIANO

15



Laparola


IEO


L’Istituto europeo di oncologia è un
ospedale acarattere scientifico di Milano
che si occupa della cura dei tumori ma
anche della ricerca volta a migliorare le
metodiche di diagnosi e di cura di ogni
forma dicancro, grazie ai diversi laboratori
presenti al suo interno. Fufondato nel 1994
grazie all’intuizione dell’oncologoUmberto
Veronesi,con l’obiettivo di creare un
modello innovativo di ospedale in cui i
principi della gestione privata sono
applicati alla sanità pubblica

L’INTERVISTA


«Le500telefonatealgiorno


percurare ipazientioncologici»


Curigliano,da21anniinforzaalloIeodiMilano:


contattiamoimalati,esaminiamoognisingolocaso,


nonpossiamofareentrarepersoneinfettequidentro


diGiusiFasano


C


oronavirus.Sempree
soloquello.Eimalati
oncologici?
«Abbiamo ben pre-
senti i loro bisogni e, mi cre-
da, nessuno viene lasciato in-
dietro. C’è una delibera mini-
steriale cheèunmessaggio
importantissimo per tutti lo-
ro.Dice, appunto, che il no-
stroPaese non li dimentica.
Tra l’altrolaquestione se la
pongono assieme a noi anche
i colleghi di tutto il mondo».
Nei suoi 21 anni allo Ieo,
l’Istitutoeuropeo di oncolo-
gia, il professor Giuseppe Cu-
rigliano mai avrebbe immagi-
nato di viverelesue giornate
di lavoroindifesa, «come se
fossimo sottocontinuo attac-
co terroristico», per dirlacon
le sue parole. Direttoreallo

Ieo della Divisione diterapie
innovativedel cancroepro-
fessorediOncologia medica
all’universitàStatale di Mila-
no, lui risponde ogni giorno a
una valanga di email di pa-
zienti oncologici preoccupati.
«Lorosono davantiadue
paure, il tumore e il Covid-19.
Hanno bisogno di rassicura-
zioni e dicertezze».
Qualidomandepongono?
«Per esempio:come faccio
ad avereilfarmacoinzona
rossa? Se ritardo nel prender-
lo compromettol’efficacia?
Posso contrarre il virus più fa-
cilmenteora che stofacendo
una terapia anticancro? C’è
chi chiede che rischiocorre se
non fa la visita dicontrollo,
chi ha paura di rinviare cure e
interventi chirurgici, chi ha
appena avuto una diagnosi di
tumoreevorrebbe aiutoim-
mediato perché è spaventato.
Sono ansie umanamente
comprensibili per chi sta vi-
vendo questo momento stori-
co da paziente oncologico».
Cosadiconoleindicazioni
delministerodellaSalute?
«Distinguono duecatego-

rie: unaoff-therapy, cioè che
non riceveterapieeche ver-
rebbe da noi percontrolli, e
una che invece le riceve, cioè
con malattia attiva. In questo
tempo di emergenza Covid
l’ordine dellecose negli ospe-
dali èsovvertitoeanche allo
Ieo — che è diventato un hub
oncologicosenza più distin-
zione fra pubblico e privato —
ripensiamo di giorno in gior-
no spazi e priorità.Per noi la
cosa più importante èvaluta-
re paziente per paziente, deci-
dere checosa è meglio fare e
come bilanciareleesigenze
anti-Covideilt iming, cioè i
tempi giusti nella sommini-
strazione dei trattamenti».

Einchemodolofate?
«Ogni giorno chiamiamo i
circa 500 malati che dovreb-
bero presentarsi il giorno do-
po. Un gruppo di medici e in-
fermieri licontatta uno a uno
efauna sorta di prescree-
ning: si chiedono gli esami, si
domanda di possibilicontatti
consoggetti potenzialmente
contagiati, di eventuali sinto-
mi... Dobbiamocapirecome
stanno e se possono essere in-
fetti. Non deve succedere che
entri un malatocontagiato. E
perònel frattempo nessuno
deve esseretrascurato.Èun
lavoro enorme».
Elorocomereagiscono?
«Bene. Credocapiscano

che nessuno viene lasciato so-
lo in balìa degli eventi. In un
certo senso facciamoteleme-
dicina e facciamo anche edu-
cazione. Datoilmomentodi
ridotta mobilità, fra un ciclo e
l’altro diterapia li chiamiamo,
rispondiamo ai lorodubbi,
diamoindicazioni sucome
proteggersi se hanno difese
immunitarie basse. Se decidi
che devi trattareunpaziente
perché il rischio del tumore è
alto, in questo momento devi
fareancheformazione. Que-
sto è un effetto dell’emergen-
za coro navirus: dove si può, si
fa lavoro clinicotelematico».
Molteoperazionisonorin-
viate,èdiffusalapaurachese
nonvieneoperato,untumore
possadegenerare.
«Si decidecaso percaso fra
oncologo, radioterapista e
chirurgo. Ci sono tumori per i
quali puoi dilazionare l’inter-

vento senzacompromettere la
prognosi, altri periquali la
chirurgia non è rinviabile. Ma
c’è unavalutazione attenta per
tutti. Ripeto: virus o non virus
nessuno viene lasciato solo».
Cos’haimparatodaquesta
emergenza?
«Ad apprezzarelecose
semplici ed essenziali della
vita. E ho imparato che siamo
fragili. Mia moglieèuna ria-
nimatrice e lavora in prima li-
nea in una CovidUnit, io al
mattino entroinospedale e
cercodi pr oteggere me stesso
e i miei pazienti dal virus. Io,
mia moglie, i nostri pazienti:
siamo tutti fragili, ma i malati
lo sono di più. Ieri pensavo a
quel che avrebbe dettoVero-
nesi di questa emergenza».
Ecioècosa?
«Secondo me avrebbe det-
to:non lasceremo indietro
nessuno.Avrebbe parlatodi
fiduciaesperanzaeavrebbe
chiestodicredereeaffidarsi
alla medicina e alla scienza».
©RIPRODUZIONERISERVATA

Oncologo
Giuseppe
Curigliano
dirige
lo Sviluppo
di nuovi
farmaci allo Ieo

❞ L’esempio
OggipensoaVeronesi,
parlerebbedisperanza
edirebbechenonsi
lasciaindietronessuno

Unaiutocontroilvirus,lacampagnadi«Corriere»,«Gazzetta»eLa


Laraccoltafondi


Riparte la «macchina» della solidarietà
che vede impegnati insieme Corrieredella
Sera , La7 e GazzettadelloSport. La nuova
raccolta fondi si chiama «Un aiutocontro il
coro navirus» ed è destinata all’acquisto di
attrezzature mediche di prima necessità. In
un momento di estrema difficoltà delPaese
l’informazione ampia,corretta everificata
rimane la priorità del buon giornalismo e
diventa, ancor di più, un dovere civile oltre
che professionale. Ora, però,c’è bisogno
anche di affiancare una richiesta di aiuti
concreti per dare una risposta tangibile al

dolente ecommovente appello del mondo
medico-sanitario che non sta chiedendo di
guadagnarsi un po’ di meritato riposo ma di
avere gli strumenti necessari per lavorare di
più e meglio e per salvare altre vite. Di fronte
a questi accorati sos nessuno può girarsi
dall’altra parte, ma tutti dovrebbero «rubare»
e mettere sulla propria porta dicasa
l’indimenticabilecartello che un prete
illuminato, don Lorenzo Milani, pose su una
parete della sgangherata, bellissima scuola di
Barbiana: «Icare », «Mi sta a cuore». Chi
vorrà donare potrà farlo tramite bonifico

bancario sulconto 55000/1000/
presso Intesa Sanpaolo FilialeTerzo Settore
Milano Città intestato a «Un aiutocontro il
coro navirus». Ilcodice IBAN per le donazioni
dall’Italia è IT09Q0306909606100000172051.
Si può, in alternativa, utilizzare uncodice
semplificato cheva inserito nelcampo
beneficiario perversamenti e bonifici, senza
commissioni, esclusivamente da Intesa
Sanpaolo: 9764.Per le donazioni dall’estero
vale lo stesso Ibancon il codice Bic/swift:
BCI TIT MM.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Unaiutocontro


ilCoronavirus


Ilcodiceibanperledonazioniè
IT09Q

Illavoro


●In questi
giorni una
struttura
come lo «Ieo»
deve garantire
le cure ai malati
oncologici
e fronteggiare
un eventuale
contagio da
coronavirus

●È fonda-
mentale che
nessuna
persona
positiva
acceda
all’ospedale.
Per questo
ogni giorno
il personale
sanitario
contatta circa
500 malati che
dovrebbero
presentarsi
il giorno dopo,
facendo una
sorta di pre-
screening
(chiede
di eventuali
contatti con
soggetti
potenzial-
mente
contagiati
o di sintomi)

●Per quanto
riguarda gli
interventi viene
deciso caso per
caso dopo
un consulto
tra oncologo,
radioterapista
e chirurgo.
Vengono
individuati
i casi di tumore
per i quali si
può dilazionare
l’intervento
senza
compromet-
tere la
prognosi,
altrimenti
si interviene

Lafotovirale inNorthCarolina


L’anellomostratoalnonnoisolato


Carly Boyd voleva mostrare l’anello di fidanzamento
al nonno Shelton, ricoverato al Premier living and
rehab center in North Carolina. Ma dopo le
restrizioni imposte in tutti gliStati Uniti per
impedire ilcontagio dacoro navirus, hacapito che i
tempi sarebbero stati lunghi. È bastata unavetrata e
la collaborazione della struttura sanitaria per
accorc iare, se non annullare le distanze. Carly ha
mostrato l’anello al dito, il nonno si è poi avvicinato

alla finestra e le mani si sono sovrapposte, separate
solo da una strato divetro. Le immagini scattate e
postate sui social sono diventate virali, simbolo di
come anche l’America sta facendo iconti con il
dilagare dell’epidemia. «Sonocosì felice di aver
potutovedere mio nonno — ha scritto la ragazza su
Facebook —. Anche in queste circostanze sono stata
in grado di dirgli che sono fidanzata!!!».
©RIPRODUZIONERISERVATA

DietroilvetroIl momento in cui Carly Boyd mostra al nonno Shelton l’anello di fidanzamento. La foto è stata postata su Facebook

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