Il Settimanale 32

(Francesco CaccavellaNHp1fh) #1

FINANZA E IMPRESA


(^32) ils
Parla Nicastro, cofondatore di Banca AideXa: il sistema del credito si è rafforzato
ma guai ad abbassare la guardia. Il nostro modello di business guarda a partite Iva
e piccole imprese: nel 2022 erogati 300 milioni, quest’anno raddoppieremo
R
oberto Nicastro è un banchiere che
ha sia visto fallire vecchi modelli di
business del credito (nel 2015-17 ha
gestito il primo caso di bail-in in Europa, con
la risoluzione delle quattro banche del cen-
tro Italia, Etruria, Marche, Ferrara e Chieti,
la costituzione delle rispettive bad bank e la
cessione sul mercato degli attivi) e sia ne ha
visti nascere di nuovi, più moderni e finte-
ch come Banca AideXa di cui è presidente e
cofondatore assieme all’ad Federico Sforza e
altri. Negli ultimi sette-otto anni molte cose
sono cambiate nel sistema bancario italiano
che ha curato le sue fragilità ed è diventato
più forte rispettando le severe regole di vigi-
lanza imposte dalla Bce, «ma non si può mai
abbassare la guardia specie se proseguisse un
forte rialzo dei tassi – dice Nicastro al Setti-
manale – per esempio, il credito all’edilizia
non residenziale è a rischio, perché subisce
l’impatto della recessione economica e allo
stesso tempo del cambio degli stili di vita e
di lavoro come la diffusione dello smart wor-
king, che ha indebolito la domanda di uffici».
Per Nicastro, l’Italia e l’Europa hanno lavo-
rato ex ante per prevenire crisi bancarie con
controlli e stress test, mentre gli Stati Uniti
sono più efficaci ex post, sapendo, e potendo
politicamente, gestire in modo tempestivo
casi di crisi anche inaspettati com’è accaduto
per le banche californiane. «Lì si riuniscono
tre o quattro persone e in un week end tro-
vano una soluzione – prosegue il banchiere



  • Noi in Europa non riusciamo a fare altret-
    tanto, non abbiamo nemmeno ancora un’as-
    sicurazione europea comune dei depositi, ma
    nel nostro sistema c’è un maggior grado di
    fiducia proprio per l’incessante e puntiglio-
    so lavoro di prevenzione su banche grandi e
    piccole, che in America non hanno fatto».
    Mondi diversi sulle due sponde dell’Atlanti-
    co, che, però, stanno per avvicinarsi perché
    gli Stati Uniti rafforzeranno la vigilanza sulle
    banche medie, che, come spiega Nicastro, si
    sono dimostrate più esposte «agli choc idio-
    sincratici» provocati dall’inversione della po-
    litica monetaria. «La Bce, dopo aver immesso
    oceani di liquidità nel sistema, ha avviato un
    percorso di ritiro molto accelerato, ma dopo
    le ultime turbolenze ha dato segnali di ave-
    re a cuore la stabilità finanziaria oltre che la
    lotta all’inflazione. Il mercato ha interpreta-
    to questi segnali con una maggiore prudenza
    e cautela sulle future mosse sui tassi». Anche


«Rischi per il credito


all’edilizia non residenziale»


di Mariarosaria Marchesano

perché se è vero che il sistema bancario
dell’Eurozona si è dimostrato più resi-
liente, è anche vero che nella confedera-
zione elvetica è stato scongiurato per un
soffio un crac come quello di Credit Suis-
se, una banca sistemica, di quelle che non
possono fallire perché rischiano di tirarsi
dietro tutti gli altri. E nella stessa zona
euro, istituti di grande rilevanza come
Deutsche Bank sono finiti sotto attacco
dagli hedge fund, malgrado i grandi passi
avanti fatti con le ristrutturazioni degli
ultimi anni.
Come va interpretata la relativa tranquil-
lità seguita alle due settimane di fuoco che
nel mese di marzo hanno fatto tremare i
mercati, la tempesta è alle spalle? «Molto
dipenderà dalla politica monetaria della
Bce – osserva il banchiere – ulteriori forti
rialzi dei tassi, che per la verità non mi
aspetto, potrebbero esporre i punti di
fragilità del sistema finanziario, come
appunto, le esposizioni al settore dell’e-
dilizia non residenziale». Esiste il rischio
di un credit crunch, di stretta creditizia,

per le imprese? «Direi che una politica
monetaria restrittiva come quella che sta
attuando la Bce mette in conto il credit
crunch perché il suo obiettivo è proprio
quello di raffreddare l’economia per com-
battere l’inflazione. La stretta creditizia è
già arrivata in Italia e gli ultimi dati del
fondo centrale di garanzia lo dimostrano:
nel primo trimestre 2023 i crediti erogati
sono stati 11 miliardi rispetto ai 17 dello
stesso periodo dello scorso anno, ed è un
peccato perché in media le Pmi italiane
sono più resilienti oggi di 5-10 anni fa.
E stiamo parlando della principale fonte
di credito a medio lungo disponibile alle
piccole e piccolissime imprese».
In questo scenario, in cui la vita per le pic-
cole imprese diventa sempre più compli-
cata come si inserisce una banca fintech
come AideXa? «Il nostro modello di bu-
siness è focalizzato su attività di dimen-
sioni molto piccole: dalle partite Iva ad
aziende fino a 10 milioni di fatturato. Nel
2022 abbiamo erogato nuovo credito per
300 milioni e, a giudicare dalla crescita
del primo trimestre, il 2023 è proiettato
verso quasi un raddoppio». AideXa è an-
cora una start up nel mondo fintech, una
sfida che grandi gruppi, come Generali
con il 16 per cento, Banca Ifis e Banca Sel-
la con il 10 per cento, Isa, Confartigianato
e tanti piccoli investitori hanno lanciato
in mezzo al Covid e che ha ottenuto la li-
cenza bancaria a metà 2021.
Aidexa punta al break even a metà 2024.
La raccolta avviene principalmente con
depositi vincolati per i privati sotto i
100mila euro, quindi protetti dal Fondo di
Garanzia. A fine marzo Aidexa ha lancia-
to Conto X, un conto corrente che serve
da parcheggio di liquidità per le Pmi, che
offre loro un rendimento dell’1% (quan-
do sul mercato i conti imprese da oltre un
decennio non sono in genere remunera-
ti) anch’esso protetto dal Fondo se di am-
montare inferiore ai 100mila euro. Quello
della mancanza dell’assicurazione euro-
pea dei depositi è uno dei punti deboli del
sistema bancario continentale: quando
si arriverà ad averlo? «Punto complica-
to, temo occorra un ulteriore passo nel
progetto politico europeo per dare forte
spinta all’unione bancaria e al completa-
mento del mercato unico dei capitali». n

Roberto Nicastro
banchiere
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