Il Settimanale 32

(Francesco CaccavellaNHp1fh) #1

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L’arredamento made in Italy non conosce


crisi grazie al valore dei brand e alle figure


dei fondatori: i casi di Fiam e Living Divani


di Paola Guidi e Franca Rottola

Gusto e innovazione


vincono all’estero:


export a quota 53%


VENERDÌ 14 APRILE 2023

I


l fatturato alla produzione della filiera le-
gno-arredo è cresciuto del 12,6% – secon-
do il centro Studi di Federlegno Arredo,
FLA, passando così dai 43,2 miliardi del 2019,
ai 50,2 del 2021 fino agli attuali 56. Il +12,6% è
la sintesi di un +12,2% delle vendite Italia (35,6
miliardi di euro) e di un +13,3% delle esporta-
zioni (21 miliardi di euro) che rappresenta-
no il 37% delle vendite totali.. L’export della
filiera è stato trainato soprattutto dagli Usa
(+25,7%) che sono diventati la seconda desti-
nazione davanti alla Germania (+9,7%) e dopo
la Francia (+9,5%), che si conferma primo
mercato di sbocco. Il risultato dell’export è
figlio di un +12,6% registrato dal macrosiste-
ma dell’arredamento (15 miliardi di euro) e
di un +14,9% del sistema legno (5,5 miliardi
di euro).
Ma è soprattutto l’arredamento che regi-
stra il record di esportazioni con una quota
sul fatturato (29 miliardi di euro, +11%) che
rappresenta il 53% del fatturato totale. La
mappatura dell’export vede la Francia con-
fermarsi - con il 16% del totale - come pri-
mo Paese con 2,4 miliardi di fatturato e +8%
di crescita. Seguono gli Usa che, con un
export di circa 1,9 miliardi e una variazione
del +25,5%, si confermano la seconda desti-
nazione con una crescita pari a 380 milioni.
Terza destinazione la Germania (1,4 miliardi,
+5,3%), seguita da Regno Unito (799 milioni,
+8,9%) e Svizzera (728 milioni;+14,7%). Cina
stabile al settimo posto con un incremento
molto contenuto (+2,1%).
Come si esporta costantemente e in mercati
evoluti come quelli europei e del Nordame-
rica? Non si tratta di estemporanee grandi
commesse una tantum sia pure frequenti ma
di flussi consolidati che fanno leva su brand
noti da decenni e di grandi capacità inno-
vative. E nemmeno appartenenti a aziende
di notevoli dimensioni o che producono una
vasta gamma di tipologie. Perché spesso è la
specificità del materiale, della destinazione
o di particolari e uniche lavorazioni che ren-
de forti anche sui mercati mondiali e molto
competitivi le Pmi. E, soprattutto, conta per
i grandi compratori esteri, l’identificazione
del brand con il fondatore, non un semplice
uomo d’affari con il fiuto per il design, ma
molto molto di più.
Uno degli esempi più evidenti è la marchigia-
na Fiam (70% export, fatturato 10,8 milioni)

Daniele Livi,
Ceo Fiam Italia
in allto la sua
poltrona Ghost.

fondata nel 1968 da Vittorio Livi, artigiano
vetraio per conto terzi ma che decide di di-
ventare imprenditore applicando nuove
tecnologie e al tempo stesso innovazioni for-
mali di design contemporaneo. Inventa un
forno speciale per creare il curvo vetro con
il quale debutta sulle riviste di tutto mondo
collezionando premi ovunque, con la celebre
Ghost, una grande solidissima trasparente
poltrona. Dagli anni 70, collaborando con i
maggiori designer, con archistar e con artisti
come Giò Pomodoro, rimane fedele alla ma-
teria prima, il vetro, e presenta spettacolari
mobili-sculture, con tecnologie uniche per
rendere leggero ma molto resistente il vetro.
E per renderlo sempre diverso, con finiture
e tecniche fusorie raffinate, brevettate, che
trasformano il mobile, gli specchi per cui
Fiam è famosa in tutto il mondo, e i multipli
in sculture dinamiche dalle superfici can-
gianti e materiche.
Livi e la Fiam si mantengono fedeli anche
negli anni difficili all’origine: l’imprendito-
re-artista-designer rimane ma lascia il posto
alla seconda generazione, il figlio Daniele.
L’inesauribile innovazione del catalogo Fiam


  • al Salone presenta molte proposte inedite

  • nasce continuamente dalla presenza di ar-
    tisti e designer creativi. «In ogni azienda do-
    vrebbe esserci un artista – afferma Vittorio
    Livi – perché sperimentare e inventare non è
    solo una sfida imprenditoriale ma anche un
    divertente confronto e un costante appren-
    dimento culturale».
    Altro caso è il distretto degli imbottiti di For-
    lì, che ha messo a segno il record dell’aumen-
    to delle esportazioni con un +69,4%. Ma è
    tutto il comparto italiano di questa tipologia
    che procede a ritmi molto sostenuti. Carola
    Bestetti, ceo di Living Divani, che rappresen-
    ta la seconda generazione di uno dei due fon-
    datori, Luigi Bestetti (l’altra è stata Renata
    Pozzoli) e che ha sede in Brianza, ha dichia-
    rato a Il Settimanale che la quota di vendite
    sui mercati esteri ha raggiunto nel 2022 il
    79% del fatturato totale, che ha superato i 30
    milioni di euro. «Sono stati due anni molto
    soddisfacenti, nonostante le difficoltà detta-
    te dalla situazione pandemica – risponde Be-
    stetti – acuite dalla condizione di emergenza
    in Russia e in Ucraina. Non ci siamo però mai
    fermati, registrando un +57% nel biennio, e
    abbiamo continuato a lavorare con energia e


costanza per mantenere alto il nostro valore
qualitativo. L’Europa rimane il mercato più
maturo e incidente, guidato dalla Germania e
seguito da Francia e Belgio, mercati cresciuti
e consolidati negli ultimi anni, con note posi-
tive anche per Olanda e Spagna».
I buyer esteri, quando stendono la lista degli
ordinativi inseriscono ormai di default l’out-
door e chi ha saputo adeguarsi alle nuove
tendenze chiude contratti d’oro, soprattutto
per il contract. «Il nostro catalogo è compo-
sto da un’articolata offerta – spiega ancora
Carola Bestetti – che si sviluppa intorno al
sistema imbottito, sia esso da indoor o out-
door, da una collezione di letti, complementi
come sedie, poltroncine, tavoli, tavolini, li-
brerie, contenitori e tappeti, per creare un
ambiente unico, da quello più essenziale e
rigoroso a quello più eclettico e decorativo».
La forza del Salone è di aver creato nei de-
cenni una solida base di incontri tra i buyer
internazionali e le PMI e ancora adesso si
parla di un 30% delle esportazioni che tran-
sita dalle fiere. Soprattutto per i giovani de-
signer. Marva Griffin, giornalista e esperta in
design, ha avuto 24 anni fa la straordinaria
idea di creare proprio nel Salone, uno spazio
apposito, il Salone Satellite, che ospitasse le
proposte dei giovani sotto i 35 anni che non
potevano permettersi i costi onerosi del Sa-
lone e del Fuori Salone. E che fossero visibili
agli occhi delle aziende e dei grandi buyer.
«Il Salone Satellite ha creato occasioni uni-
che per tanti progettisti e oggi viene copia-
to da molti organizzatori di fiere – dichiara
Marva – ma nessuno è riuscito ad avere il
nostro successo. E infatti accanto a Euroluce
troverete il Salone Satellite e in grande evi-
denza a Sate Light, gli oltre 80 progetti che
sono diventati reali prodotti diffusi in tutto
il mondo. Molti degli attuali e celebrati de-
signer sono stati ospitati ai loro inizi dal
Salone Satellite e hanno potuto creare rap-
porti speciali e continui con gli imprenditori
dell’arredo italiano. E ci tengo molto a sotto-
lineare – aggiunge Griffin – che sin dall’inizio
i giovani che debuttavano anno dopo anno
sottolineavano sempre scelte senza compro-
messi per la sostenibilità, anche in tempi in
cui questo tema non era affatto diffuso. Chi
verrà in fiera vedrà anche la grande creati-
vità delle 28 scuole e università del design di
tutto il mondo che abbiamo invitato». n
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