Il Settimanale 32

(Francesco CaccavellaNHp1fh) #1

43


VENERDÌ 14 APRILE 2023

A Roma, una grande mostra ideata da


Emmanuele F.M. Emanuele racconta il futuro


attraverso artisti digitali. Per definire l’uomo


rimentazione. È una sovrapposizione di colore
acrilico, ideale per dipingere i peli perché mi ga-
rantisce un tratto nitido, senza sbavature, a cui
sovrappongo velature a olio per dare profondità.


Perché è così affascinato dal ritratto come
soggetto pittorico?
Sono nato nel 1957, ho frequentato l’Accade-
mia di Brera negli anni Settanta. In quel perio-
do storico ci è stata negata la pittura. Ricordo la
Biennale di Venezia del 1981: non c’era esposta
nemmeno un’opera pittorica. E questo era un at-
teggiamento solo italiano. Ho iniziato a dipinge-
re animali per un mio piacere personale, poi, un
mio amico gallerista romano mi chiese se potevo
imprestargli un quadro dei miei da mettere in
vetrina, voleva allestirla in un modo nuovo. Gli
ho mandato la testa e il collo di una giraffa, una
tela di due metri e mezzo d’altezza con sfondo un
drappo viola, come si usava nei ritratti ottocen-
teschi. Appena esposta mi chiama chiedendomi
quanto costasse: l’aveva venduta in un’ora!


Quindi s’è convinto a cambiare mestiere?
Erano gli anni 96/97, avevo appena deciso di
chiudere la mia precedente attività e darmi alla
pittura a tempo pieno. Allora i dipinti a soggetto
faunistico erano una novità, in Italia non abbia-
mo mai avuto una forte tradizione di ritrattisti-
ca animale. E poi, 25 anni fa non esistevano né
Instagram né Facebook con tutti quei gattini e
cagnolini fotografati di continuo...


Escludendo l’animale vivo, cosa usa come mo-
delli? Fotografie?
No, parto da un bozzetto fatto a mano, quindi
vado a cercare tantissime foto, tutti particolari
anatomici per studiare le spalle, la conformazio-
ne delle orecchie, quella degli occhi, della bocca,
la prospettiva del muso. Devo tenere conto an-
che della dimensione reale del soggetto ritratto,
facendo le debite proporzioni per ogni parte del
corpo. Dipingo anche animali di profilo. In que-
sti casi il soggetto ha l’occhio che ruota, anche se
nella realtà non è così. È una mia interpretazione
per renderlo più empatico. n


Emozioni e presente,


l’arte al tempo del Metaverso


«U


na mostra che spero pos-
sa avvicinare i puristi
della tradizione ai nuovi
codici espressivi derivanti dalle tecnolo-
gie più attuali, le quali, lungi dall’essere
asettiche e “disumanizzate”, si mettono
al servizio dell’atto creativo in tutte le
sue forme, offrendo all’artista e ai suoi
fruitori nuovi strumenti per esplora-
re l’ineffabile mistero del fare arte». Il
professor Emmanuele F.M. Emanue-
le, presidente della Fondazione Terzo
Pilastro - Internazionale nella sua atti-
vità di mecenate, filantropo ed esperto
d'arte non ha dubbi in proposito: Ipotesi
Metaverso, a Roma, Palazzo Cipolla (via
del Corso 320), mostra nata da una sua
idea e inaugurata il 5 aprile - chiuderà il
prossimo 23 luglio - ha proprio questo
scopo: investigare su nuove forme d’arte
e dimostrare quanto la tecnologia (ine-
vitabile) possa essere un bene al servizio
dell’umanità. L’arte da sempre intercet-
ta e “studia” il progresso dell’uomo. Lo
elabora, nel bene e nel male, “traducen-
do” attimi di esistenza. Per dirla con le
parole del prof. Emanuele: «Entrando
nel merito della mostra sul Metaver-
so, termine opportunamente coniato,
si ipotizza la coesistenza di esperienze
multisensoriali e multimediali di artisti
di oggi con riferimento alle opere del
passato che hanno avuto come epicen-
tro scenari e testimonianze vitali diver-
se. Questo apparente contrasto attraver-
so lo strumento multimediale, che sarà
utilizzato nella mostra, stimolerà in ma-
niera assoluta il visitatore consentendo
ma, a mio modo di vedere, mettendo an-

che sotto il riflettore della valutazione,
la possibilità concreta della percezione
del mondo reale attraverso la tecnolo-
gia». Gli artisti chiamati a elaborare il
Metaverso provengono da tutto il mon-
do: Corea, Mongolia, Australia, Turchia,
Colombia, Italia, Francia, Germania, In-
ghilterra. Sono "punti di vista", libere
interpretazioni sul tema. Spiega Mario
Klingemann, uno degli artisti coinvolti:
«Essendo cresciuto con le promesse mai
mantenute del “Cyberspazio”, riman-
go scettico riguardo al suo successore,
il “Metaverso”. Nonostante il clamore
che lo circonda, non riesco a scrollarmi
di dosso la sensazione che il metaverso
rimarrà sempre un concetto sfuggente,
un punto lontano all’orizzonte verso il
quale ci dirigiamo, ma che non raggiun-
geremo mai veramente. Ma il fascino
di un mondo digitale perfetto è troppo
potente per resistere e forse, mentre in-
seguiamo questa stella guida, potremmo
fare alcune scoperte interessanti duran-
te quel viaggio». Gli fa eco PAK, uno dei
più affermati artisti di arte digitale: «Il
Metaverso è un concetto fino a quando
non definiamo insieme gli standard. In
un vero Metaverso: nessuno stile, ma
tendenze. Nessun proprietario, ma co-
munità. Nessun regolamento, ma nor-
me. Un vero Metaverso appare come un
Internet 2.0 È un pezzo unico. È decen-
trato. È costruito dai suoi utenti. È bellis-
simo». Ai visitatori il compito di capire
quale significato abbia questo “matton-
cino” posto nell’evoluzione umana. La
libertà di conoscere e capire un mondo
di cui già siamo parte integrante. n
Free download pdf