Corriere della Sera - 05.03.2020

(Romina) #1


10 Giovedì5Marzo2020CorrieredellaSera


LaspesaUnadonnadiVo’Euganeo,zonarossanelPadovano,scaricailbagagliaioconlaspesaappenafatta(LaPresse)


ZONAROSSA


IltamponecollettivodiVo’Euganeo


«Noiuncasounico,fieridiaiutare»


Ilpaesevenetodovesièregistratalaprimavittima


diventaunlaboratorioperlostudiodelcoronavirus


«Secondotestpertutti,cosìnasceràunalgoritmo»


PADOVA«Tanto non possiamo
andareinvacanza...». Non è
solo l’impossibilità di muo-
versi, chiusi nellazona rossa
più piccola d’Italia e d’Europa,
un recintoda3.200 abitanti.
Gli abitanti diVo’Euganeo
hannocapitol’importanza di
quel che stanno facendo. Del-
l’esperimentodicui sono
l’elementoprincipale. Due
giorni fa il presidenteZaia, i
suoi assessori,imedici del-
l’ospedale diPadova,hanno
chiamatoilsindacoGiuliano
Martini, per altrofarmacista
del paese. Gli hanno chiesto
se a suo avviso la popolazione
avrebbe accettato di sottopor-
si un’altra volta al tampone.
Temevano che l’isolamentoe
la voglia di evadere dichiarata
apiù non posso nella chat e
nelle protestecollettive,
avrebbe prevalso.
Il sindacohapreso tempo,
ma giusto qualche ora.Poi ha
risposto. Ci stanno, lo fanno
volentieri. Hannocapito,co-
me gli era statodetto, che
questa loroesperienza può
diventareuna piccola cosa
buona per l’Italia.Forse, an-
che qualcosa più di piccola.
Andrea Grisanti, docentedi
microbiologia e virologia e di-
rettore delreparto di diagno-
stica dell’Ospedale diPadova,
ci spera. Anzi, neèconvinto.
«Vo’ Euganeo rappresenta in-
volontariamenteunmodello
epidemiologicounicoal
mondo.Unacomunità isola-
ta. Il tampone fatto a tutti, po-
sitivi e negativi, atempozero,
ovvero dopo la scoperta dei
primi duecasi, quindi molto
vicini all’inizio della fase di
trasmissione del virus. Abbia-
mo chiesto agli abitanti tutto,
le loro frequentazioni, i lega-

mi, le abitudini. E ora, grazie
al permessootte nutodalla
Regione e dagli abitanti, rifa-
remo iltest neltempo-uno,
dieci giorni dopo la scoperta
iniziale. Neotte rremo un mo-
dello che ci potrà aiutare a de-
finireunalgoritmo tuttono-
stro, diverso da quello di
Wuhan, checome abbiamo
visto da noi non funziona».
Un passo indietro. Al 21feb-
braio, quando si scopre che il
virus ormai si sta diffondendo
in tutta Italia. La prima perso-
na deceduta percomplicazio-
ni legateanche alcoro navi-

rus, è il povero Adriano Trevi-
san, pensionatodiVo’ Euga-
neo. LucaZaia, che ha una
laurea inveterinaria e qualche
reminiscenza degli esami di
virologia, si mette incontatto
conl’università diPadova.
«Sapevo che era fuori da ogni
linea guida, ma intuivo la pos-
sibilità che facendo il tampo-
ne atutti gli abitanti avrem-
mo potutootte nere uncaso di
scuola». La prima fase si è
chiusaconuna mappatura
quasitotale, tremila tamponi,
ne mancano all’appello meno
di cento, lista deiresidenti

rus di cui si sa ancora poco,
noi saremo sempredisponi-
bili a fare la nostra parte».
Domani, sabato, domenica.
Tre giorni per rifare l’esame a
tutta la popolazione.Poisi
chiude. «O meglio, si riapre»,
come dice il sindaco. L’esperi-
mentofinirà alla mezzanotte
del giorno difesta quando
scadrà il decretoche impone
l’isolamentototale alle due
zone rosse italiane. L’ultima
settimana è stata scandita dai
titoli sulla presunta ribellione
di Vo’Euganeo. Certo, quasi
ogni mattina decine di perso-
ne si trovavano in piazza, vino
e salame per tutti, striscioni e
canti di protesta all’insegna
del «ridateci la libertà». Nelle
chatenei gruppiFacebook
del paese era facile trovare
tracce di impazienzaedi
sconforto. «Fateci uscire»,
«Evasione di gruppo», «Basta
conl’isolamento». Qualcuno
scrivevache gli sembravadi
essere «dentro un gigantesco
esperimento». In qualche
modo, ci aveva preso.
Adesso iltono dei messaggi
è cambiato. Le parti si stanno
per ribaltare.Vo’ Euganeo ria-
precon lacertezza di essere
l’unicopaese d’Italia mappa-
to, controllato e tamponizzato
per ben duevolte, come dico-
no imedici. «Siamo ormai il
posto più sicuro di tutti» è la
sintesi del sindacoMartini.
«Là fuori, invece, il virus or-
mai èovunque. Dovremo es-
sere noi a fare attenzione agli
altri, non viceversa». L’esperi-
mento diVo’ Euganeo sta per
finire. I risultati parziali sono
già stati affidati a una squadra
di matematici per l’elabora-
zione di un algoritmo nostra-
no. Macomunque la paura ri-
mane. Anche per chi ha pas-
satoleultime due settimane
tagliato fuori dal mondo.
©RIPRODUZIONERISERVATA


Ilsindacofarmacista
Imieicompaesanihanno
vogliachefiniscapresto
questoisolamento.Ma
faremolanostraparte
seserveallascienza

dalnostroinviato
MarcoImarisio

L’intervista
«Lecure, idolori,lapaura

Viracconto imieigiorni


passatiinterapiaintensiva»


diCesareGiuzzi


MILANO«Sonoricoverata da
dieci giorni. Le miecondizio-
ni sono peggiorate: sono sve-
nuta in due occasioni, sono a
letto sotto ossigeno e assumo
la terapia mattina e sera, oltre
aquella endovenosa fissa. La
febbredadue giorni nonc’è
più, maipolmoni hanno bi-
sogno di aiuto...».
Ospedale di Cremona,re-
partoMalattie infettive. Ales-
sandra ha 56 anni, lavoraco-
me operatricesocio sanitaria
nella Rsa di Maleo. Viene da
Codogno, ha due figlieuna
nipotina. Alessandraèattac-
cata notte e giorno all’ossige-
no, non può parlare. Racconta
la sua esperienza scrivendo
dal cellulare: «L’unicocolle-

gamento che mi è rimastocon
il mondo».
Quandohascopertodies-
serepositivaalcoronavirus?
«Mi èvenuta lafebbre dopo
una notte al lavoro: mal di os-
sa, tosse leggera, curatacome
influenza, tachipirinaemu-
colitico».
Manonèguarita...
«Ogni giorno peggioravo.
Ho chiamatoil112, ma non
avev oavutocontatticonper-
sone infette. Dopo 9 giorni di
febbrealta imiei figli hanno
richiamato un po’ arrabbiati.
Èarrivata l’ambulanza, erano
tutti con la tuta...».
QuelgiornoCodognoera
giàzonarossa.
«Ho avuto un primo ricove-

ro a Cremona in un poliambu-
latorio adibitoaospedale da
campoconbrandine della
Protezione civile. Ho fatto lì i
primi esami. Quando ho avu-
to il risultato mi hanno spedi-
ta negli infettivi».
Cosahapensatoquandole
hannodettoladiagnosi?
«Sembravadistareinun
girone dell’inferno.Te lo di-
cono ma noncapiscicosa ti
aspetta edèmegliocosì. La
cura ti ammazza. Piega il tuo
corpo, il mal di stomacocon
nausea evomito è lancinante,
la febbre ti fa bruciare».
Eadessocomesta?
«Lunedì è stata la mia gior-
nata peggiore.Impotenteda-
vanti al ricovero di mio mari-

to,int erapia sub-intensivaa
Lodi. Nonvedevo via d’uscita.
Mi sentivo soffocare.Avrei vo-
luto urlare, perché a Lodi è già
ricoverato anche mio papà».
Percoronavirus?
«Polmonite, non ha ancora
l’esito del tampone».
Sièchiestacomehacon-
trattoilCovid-19?
«La bidella della scuola di
mia nipote è risultata positiva.
Le parlavo mattina e pomerig-
gio. Anche l’impiegata della
Rsa dove lavoro è stataconta-
giata e ricoverata sempre qui a
Cremona. Ma l’ho saputo do-
po. Oppure l’ho preso altrove
senza saperlo...».
Inospedaleaveteinforma-
zionidiquelchesuccedein-
torno?
«Non è ammessa alcuna vi-
sita. La stanza ha due letti, ma
la tv è girataverso l’altro letto,
solo lìc’è l’auricolare. Iltempo
non passa mai».
Eimedici?
«Entrano al mattino per la
visita e sono gentili e disponi-

bili. Il personale anche, ma ha
disposizione di entrare il me-
no possibile. Avolte bussano
dal vetro...».
Chic’èinstanzaconlei?
«Una signora moltopiù
giovane, èricoverata da 12
giorni. Si è aggravata, non riu-
sciamoaparlare. Anche il
mangiare... tuvorresti finirlo,
invece dopo due cucchiai hai
già nausea».
Acosasipensapersupera-
requestomomento?
«Ai miei due figli,amio
marito. Ha 58 anni,con i suoi
splendidi occhi azzurri ha ral-
legrato le nostre vite da quan-
do ci siamo sposati. A maggio
saranno 33 anni... Alla mia ni-
potina di8anni che mi ha
mandato viatelefono un dise-
gno. Ha riprodotto la stanza e
le terapie, tuttocon l’immagi-
nazione. Oracapisce?».
Checosa?
«Spero di essere stata chia-
ra: questa nonèuna banale
influenza».
©RIPRODUZIONERISERVATA

❞Quando
telodicono
ècome
precipitare
inungirone
dell’inferno,
noncapisci
cosati
aspettaedè
megliocosì:
nonèuna
banale
influenza

Corriere.it
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anagrafici alla mano. La ne-
cessità di una secondavolta
per fini scientificièstata ac-
colta eaccettata daivadensi,
così si chiamano gli abitanti
di Vo’ Euganeo, senza battere
ciglio. Il sindaco Martini è di-
strutto ma orgoglioso. Con tre
collaboratori in quarantena, a
tenereaperta la sua farmacia
ci sono solo luiesuo figlio.
«Certo che i mieicompaesani
hannovoglia che finiscapre-
sto questo isolamento assolu-
to. Ma siamo personerespon-
sabili. Se servealla comunità
scientifica per studiare un vi-

Primopiano L’emergenzasanitaria


L’assistenza


Per mantenere un’adegua-
ta assistenza sanitaria
nellezone colpite dal
coro navirus «deve essere
pianificato un programma
di turnazione,reclutando
anche operatori che
svolgono attività in altre
aree delPaese meno
sottoposte acarichi
assistenziali legati alla
gestione dei pazienti
affetti da Covid-19». È
l’indicazionecontenuta
nella circolare del mini-
stero della Salute che deli-
nea il piano del Governo
per l’incremento della
disponibilità di posti letto
del Servizio sanitario na-
zionale nella gestione del-
l’emergenza dacoro na-
virus. ©RIPRODUZIONERISERVATA

Unpianoturni


coninfermieri


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