Corriere della Sera - 05.03.2020

(Romina) #1


Corriere della SeraGiovedì5Marzo
ESTERI

15



Aspettare in fila per ore per votare non dovrebbe succedere da nessuna
parte in America. Dobbiamo fare di meglio.
KamalaHarris

Conosco Joe Biden edèuna persona perbene, ma abbiamo visioni diverse
del futuro. Deve spiegare molte cose agli elettori
BernieSanders

Irisultati


California


Utah


Texas


Oklahoma


Colorado Minnesota Vermont


Maine


Massachusetts


Virginia


North
Carolina

Alabama


Fonte: National Election Pool/Edison Research Corriere della Sera


Al SuperTuesdaysi è votato in 14Statiperassegnare1.338 delegati.
Leconsultazionicontinuano fino al 6 giugno.Per vincere, alla fine
delle primarie, uncandidatodovrà essere sostenuto da1.991 delegati

Bernie Sanders
ElizabethWarren
Michael R. Bloomberg

Arkansas Tennessee


Delegati
eletti al Super
Tuesday*
Joseph R. Biden Jr

Delegatitotali a oggi,
compresi quelli eletti
al SuperTuesday**

328
28
12

97
104

380


Le altre primarie dem


Idaho, Michigan, Mississippi, Missouri,
Washington eDakota del Nord. In palio
352 delegati

10 marzo


Arizona, Illinois, Florida e Ohio.
577 delegati

17 marzo


Connecticut, Delaware, Maryland, NewYork,
Pennsylvania, Rhode Island.849 delegati

28 aprile


Convention delPartito Democratico
a Milwaukee: nominerà ilcandidato
democratico alla Casa Bianca

13-16 luglio


*risultati alle 22 di ieri, a 749 delegatiassegnati su1. 338 **proiezione del NewYork Times alle 22 di ieri


38 ,7%
25 ,4%
13,9%

34,1%
29,9%
14,8%

33 ,6%
24,9%
14,3%

63,2%
16 ,6%
11 ,7%

43%
24,1%
13%

40,5%
22,4%
16 ,7%

41 ,7%
24,9%
15,5%

53,3%
23 ,1%
13%

33,9%
32,9%
15,9%

50,7%
22%
12,6%

33 ,4%
26 ,7%
21 ,6%

38 ,6%
29,9%
15 ,4%

36,2%
23,2%
20,8%

34,6%
17 ,1%
16,9%

670
589

L’analisi


diMassimoGaggi


L’amicizia fraterna


eilsoccorso di Obama


Ma per i«radicali»


èsolo l’Establishment


Un’incredibile storia: ma il futuro ha molte incognite


I


lcuoreeilcervello. Il
cuore delvecchio Sleepy
Joe,come lo apostrofa
Trump, che ha ripreso a
battereforte. E ilcervello
freddo di Barack Obama,
umanamentevicinissimo al
veterano suo viceper8anni,
ma che poi lo avevadissuaso
dalcorrere per la Casa Bianca
nel 2016, lasciando via libera a
Hillary Clinton.UnObama
che anche nellacampagna at-
tuale, non era mai sceso in
campo in suo favore invocan-
do, semmai, «sangue nuovo»
per le presidenziali 2020. Fino
alla svolta maturata in appena
72 ore. È questo lo sfondo del
ritorno diJoeBiden, la rina-
scita politica più sorprenden-
te eclamorosa dellerecente
storia politica americana.
Assorto, smarrito,avolte
balbettante, Biden sembrava
già uncapitolo archiviato do-
po le prime trevotazioni del
grande circodelle primarie.
Fino alla riscossa di sabato
scorso in South Carolina e al-
l’incredibile vigilia del Super
Martedì quando il rischio di
una vittoriaavalanga di Ber-
nie Sanders — un leadercon-
sideratotroppo radicale ed
estraneo alla storia del partito
democratico per essere il per-
no di unacoalizionecapace di
battereDonald Trump—ha
spinto l’ex presidente a mette-
re la corsa per la Casa Bianca
su nuovi binari.
Per mesi Barack si è mante-
nutosopra le parti parlando
di unità del partito e ha incon-
tratoigiovanicandidaticen-
tristi che sfidavano il suo vice-
presidente, alimentandone le
frustrazioni. Biden, che non è
mai riuscitoatrasformare
un’amicizia profonda—ce-
mentata daottoanni di gioie
edolori vissuti insiemeaco-
minciaredalla tragedia della
morte di suo figlio Beau — in
unavera alleanza politica,
avevaaddirittura raccontato
la sua delusione per il manca-
toappoggio di Barack nel
2016 inPromise me, dad,il
suo librodimemorie politi-
che. Ma quando il rischio di
una vittoria avalanga di San-
dersèdiventatoconcreto,
Obama harottogli indugi
esercitando una pressione di-
screta ma nitida dietrole
quinte perconvincere gli altri
candidaticentristi che non
erano riusciti a sfondare nelle
sfide iniziali delle primarie a
ritirarsi dallacorsa. Non solo:

nell’arcodi poche orePete
ButtigiegeAmy Klobuchar
sono passati dal ruolo di sfi-
danti di Biden a quello di suoi
alleati entusiasti, decisi a trai-
narloverso la vittoriacontro
Sanders primaecontro
Trump a novembre.
Il ritorno di Biden galvaniz-
za i democratici riformisti, da
tempo smarriti, ma approfon-
disce il solco che spaccala si-
nistra: gli attacchi durissimi
lanciati ieri seracontro Biden
da un Sanders deluso, lascia-
no spazioaunpossibilere-
makedel 2016,conifan del
candidatosocialista scatenati
contro Hillary Clinton duran-
te le primarie e poi non dispo-
sti avotarla a novembre anche
acostodidarevia libera a
Trump. Sembravache, dopo
quattroanni di «The Do-
nald», uno scenario simile
fosse impensabile. Anche
perchéJoe non è l’algida Hil-
lary: nonostanteleaccuse di
Trump al figlio Hunter per i
suoi affari inUcrainaeCina,
Biden ha un’immagine di
onestà e di vicinanza empati-
caal mondo del lavoroche
mancava allaexfirst lady.
Ma le chat dei sostenitori di
Bernie sono già piene di in-
vettivecontro Biden e di spie-
gazioni del perché nonvote-
ranno mai per lui: il leader più
radicatoinquell’establish-
ment democratico che la nuo-

vaguardia della sinistra radi-
cale ha deciso di abbatterea
tutti icosti. Ma andare avanti
conuno scontroall’ultimo
sangue tra i due può essere un
grossoregaloaTrump. Che
già dipinge Sanderscome la
vittima di unacongiura de-
mocratica. Berniecontinuerà
acombatteremasache, se
non la spunta su Biden, lo
manderà indebolitoalcon-
frontocon un presidente che
anche luiconsidera un peri-
colo mortale per l’America.
Ieri ha dovuto prendere at-
to che il suo momento miglio-
re è passato e che riempire le
piazzenon basta: haconqui-
statolaCalifornia, ma non è

riuscitoaprenderenéil
Texas, né i dueStati sui quali
avevainvestitomaggiormen-
te: il Massachusetts liberal e il
Minnesota che aveva strappa-
to a Hillary 4 anni fa. Sabato a
Boston erano in 13 mila a
osannarlo in unStato nel qua-
le Biden nonèandatoquasi
mai. Ma alla fine ha vinto lui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ilpassato
L’allora
candidato per
la presidenza
con il senatore
Joe Biden
insieme
durante la
campagna
elettorale del


  1. Biden è
    stato vice di
    Obama dal
    2009 al 2017
    (Foto
    Ap/Green)


Lospettrodel
Le chat dei pro-Bernie
sono già piene di
invettive: «Non
voteremo mai Joe»

L’intervista


Mounk: «Sanders? Il populismo di sinistraèpiù debole di Donald»


«I sostenitori di Bernie San-
ders dicono che possono arri-
vare alla Casa Biancacon ilvoto
dei giovaniedelle minoranze
etniche in numeri mai visti pri-
ma, ma non è riuscito a portare
nuovi elettori alle urne», spie-
ga il politologoYascha Mounk,
autoredi«Populismo vs De-
mocrazia». «C’èilmitoche
quelli che nonvotano siano
tutti giovani, dicoloreepro-
gressisti ma un nuovostudio
mostra che due su tresono
bianchi, sutemi culturali sono
piùconservatori degli elettori e
solo una piccola parteèpro-
gressista. Bertolt Bretcht diceva
che chi è al potere vorrebbe no-
minare un nuovopopolo, la si-
nistra americana si immagina

un elettorato che non esiste».
Sandersèunpopulista?
«Domandacomplicata. Nel
senso in cui io parlo di populi-
sti (coloroche si presentano
comeisolieunici rappresen-
tanti legittimi del popolo e chi
nonèd’accordocon loroèun
nemico, un traditore delPaese)
Sanders non è unveropopuli-
sta, paragonabile a quelli di de-
stracome Donald Trumpodi
sinistracome Hugo Chavez.Pe-
rò, ci sono elementi di populi-
smo nella suacampagna: avol-
te usa un linguaggio un po’ po-
pulista, molti dei suoi sosteni-
tori affermano che chiunque
non sia ideologicamented’ac-
cordo è una marionetta pagata
dall’establishmentelarivista

Jacobin, che ha un’influenza su
Sanders,considera il populi-
smo la sola risposta possibile
in questo momento».
Uno(unpo’)populistaasi-
nistranonpuòsconfiggerne
unaltrodidestra?
«In molticontesti,come in
Gran Bretagna e in Italia, il po-
pulismo di sinistra sièdimo-
stratomoltomeno potentedi
quello di destra.Eimercati
delle scommesse indicano che
èmoltopiù probabile che Bi-
den, anziché Sanders, vinca
contro Trump, anche se non è
affatto sicuro».
Perchéipopulistidisini-
strasonopiùdeboli?
«Non è del tutto chiaro. Due
spiegazioni plausibili: 1) La

frattura politicaèculturale
(pensiamo all’immigrazione)
piuttostoche economica(tas-
se). I populisti di destra gioca-
no sulla dimensione culturale
(più facile), quelli di sinistra
cercano di mobilitare il popolo
intorno all’economia. 2)Ipo-
pulisti hanno bisogno di nemi-
ci: a sinistratendono ad essere
astratti (ilcapitalismo globale,
le corporation), all’estrema de-
straconcreti (immigrati, mino-
ranze, persone che incontri
ogni giorno). La psicologia
umana porta areagire in modo
piùforte alla politica della pau-
ra organizzata intorno a nemici
concreti».
VivianaMazza
IlsenatoreIl candidato democratico Bernie Sanders © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiè


●Yascha
Mounk, 37
anni, è un
politologo
tedesco-
americano. Ha
scritto: «Popolo
vs.
Democrazia»,
uscito in Italia
per Feltrinelli
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