Corriere della Sera - 05.03.2020

(Romina) #1


36 Giovedì5Marzo2020Corriere della Sera


Bulgaria, stop altrenodelleSS


El’arcivescovo salvògliebrei


Intrepido


●Nato a Sofia
nel 1901,
Konstantin
Markov
Konstantinov
(nella foto) fu
ordinato
sacerdote nel
1923 con il
nome di Kiril e
nel 1938
divenne
arcivescovo di
Plovdiv. Nel
1953 fu eletto
patriarca di
Bulgaria e morì
nel 1971

●Kiril ebbe un
ruolo cruciale
nell’impedire
che gli ebrei di
di Plovdiv
fossero
deportati nel
1943, ma tutta
la Chiesa
ortodossa della
Bulgaria si
adoperò contro
le persecuzioni
antisemite,
nonostante
l’alleanza
politica di quel
Paese con il
Terzo Reich

«D


oveandrai tu andròan-
ch’io; doveti fermerai mi
fermerò; il tuo popolo sarà
il mio popoloeiltuo Dio
sarà il mio Dio». Così disse l’arcivescovo
ortodosso Kiril, il 10 marzo 1943, alla sta-
zione di Plovdiv, l’antica Filippopoli greca,
seconda città della Bulgaria. Sifermò da-
vanti al trenocarico di ebrei rastrellati dai
nazisti, levò la Bibbia in faccia all’ufficiale
delle SS alcomando e citò ilLibrodiRuth.
Sevolevano deportarequei prigionieri
israeliti alcampo di sterminio di Tre-
blinka avrebbero dovutocaricare sulcon-
voglio piombato anche lui e i trecentofe-
deli che l’avevano seguito fin sui binari: «Il
tuopopolo sarà il mio popolo, il tuo Dio
sarà il mio Dio».
Lo scrittoreamericano Jim
Forest,teologo cristiano orto-
dosso, attivista per la pace eco-
segretario di OrthodoxPeace
Fellowship, ricostruì anni fa
conquesteparole uno degli
episodi più illuminanti dellare-
sistenza opposta dalla Chiesa
ortodossa alla persecuzione an-
tiebraica.Unepisodio al quale è
sembratorichiamarsi l’altro
giorno anche il rabbinocapo di
Roma Riccardo Di Segni quan-
do, in polemicafrontalecon
certe indiscrezioni secondo cui
l’apertura degli archivivaticani
potrebbe dare fiato a chi sostiene che Pio
XII si batté per salvare di nascosto tantissi-
mi ebrei, ha sentenziato: «Sivede chiara-
mente che non ci fuvolontà difermare il
treno del 16ottobre 1943». Come dire: altri
si comportarono, incasi simili, in maniera
diversa.
Cosa accadeconesattezza quel giorno
di marzo del 1943 a Plovdiv non è chiarissi-
mo. C’èchi ha sostenutogenericamente
che l’arcivescovo Konstantin MarkovKon-
stantinov (il quale dopo esser cresciuto a
Sofia nel quartiere ebraico di Jutch Bunar e
dopo avereavutouna sbandata giovanile
«comunistoide» si era fatto prete studian-
doteologiaefilosofia nelle università di
Sofia, Belgrado e Berlino fino ad assumere
il nome di Kiril) si oppose alla deportazio-
ne di circa800 ebrei avvertendo le autorità
tedesche che, se il treno sifosse mosso, si

sarebbe piantato lui stesso davanti alcon-
voglio in partenza per Treblinka. Altri,co-
me appunto JimForest, hanno raccontato
che il prelato,con l’appoggio del patriarca
metropolitaStefaneseguitodaungran
numero di cristiani, si mise di persona di
traverso alconvoglio: «Kiril sifecelargo
tra gli ufficiali delle SS a guardia dellazo-
na. La sua autorità e il suocoraggio erano
tali che nessuno osòfermarlo e si diresse
verso gli ebrei chiusi neivagoni».
Cosa successe,aquel punto? Quel che
sembracerto è che itedeschi, stupefatti da
quel gestocosì possente etemerario in un
Paese sottoilcontrollo di fattodelTerzo
Reich, dovereBoris III si facevavanto dei
buoni rapporticon Hitler, sbandarono. Di
colpo incapaci di prendere qualunque de-
cisione. Quale fu il senso delfebbrilecon-
fronto a distanza tra gli ufficiali presenti e

gli alticomanditedeschi a Sofia o a Berli-
no possiamo solo immaginarlo:valevala
pena di sfidare la Chiesa bulgara metten-
dosicontro il popolo degli ortodossi?
Sappiamo solocome andò a finire: quel
treno non partì. E qualche giorno dopo ar-
rivòsul tavolo di Heinrich Himmler un
messaggio, attribuitoall’ambasciatorete-
descoaSofia Heinz Beckerle: «I bulgari
mancano della illuminazione ideologica
deitedeschi. Vivendo da troppotempo

con armeni, greci e zingari, il popolo bul-
garo nonvede nell’ebreo difetti che giusti-
fichino misurespecialicontrodilui».
Spiega Giuseppe Dell’Agata,alungo do-
centedifilologia slavaaPisaeprofondo
conoscitore della lingua e della storia della
Bulgaria: «Moltissimi degli stereotipi im-
mondi chefecerodanni immensi agli
ebrei (ricchissimi, avidi, spilorci, strozzi-
ni...) erano delresto praticamente ignoti.
Gli ebrei bulgari erano quasi tutti artigia-
ni, piccolo borghesi, proletari...» Viveva-
no lì da secoli. E la Chiesa ortodossa fu de-
cisa nella loro difesa.
Certo, non riuscì afermare la prima de-
portazione di circaundicimila israeliti ra-
strellati dai nazisti neiterritori occupati
(come la Tracia o la Macedonia) che l’am-
bizioso e autoritario Boris III, di stirpete-
desca e figlio diFerdinand di Sassonia-Co-

ShoahIlcoraggiodiKirildiPlovdivealtriprelatiortodossi,comeilpatriarcaStefan,controlabarbariedelnazismo


Il re di Bulgaria Boris III (1894-1943), alleato dell’Asse durante la Seconda guerra mondiale, con il dittatore della Germania nazista Adolf Hitler (1889-1945)


Ilgesto
Fermatosi davanti al convoglio
in partenza dalla sua città
per Treblinka, Kiril levò la Bibbia
in faccia a un ufficiale tedesco

Cultura


Con James IngoFreed (1930-2005) e
Ieoh MingPei (1917-2019)aveva
fondato nel 1989 lo studioPei Cobb Freed
& Partners, autore diavveniristici
grattacieli nelle città nordamericane.
Henry NicholsCobb è morto lunedì 2
marzo a 93 anni a NewYork, nella sua
casa di Manhattan (era nato a Boston l’8
aprile 1926).Attivo dal 1948 al 2018,
Cobb è stato una delle voci più eloquenti

dell’architettura internazionale,capace
come pochi altri di ricombinare gli
elementi del modernismocon il
paesaggio circostante. Suo, tra l’altro,
anchePalazzo Lombardia a Milano, sede
della giuntaregionale, inaugurato nel
2011, ancora una volta progettatocon
Pei Cobb Freed &Partners: definito dallo
stessoCobb «l’orgoglio» della sua (lunga)
vita professionale.

1926-2020


Firmò Palazzo


Lombardia:


addioaCobb


Henry N. Cobb
(1926-2020)

diGianAntonioStella

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