Il Sole 24 Ore - 05.03.2020

(Frankie) #1

18 Giovedì 5 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Finanza


Mercati


PANORAMA


Più tempo per chiudere i bilanci di Autostrade per


l’Italia e di Atlantia. Il tema, già elemento di discussio-
ne nelle scorse settimane, sarà all’ordine del giorno del

consiglio di amministrazione del gruppo autostradale


previsto oggi e successivamente arriverà anche sul
tavolo del board della controllante che si riunirà ve-

nerdì. Al momento nessuna decisione è stata assunta


ma l’ipotesi di procrastinare l’approvazione del bilan-
cio è concreta. E questo per una serie di ragioni. La

prima ruota attorno al decreto Milleproroghe e in par-


ticolare all’articolo . A prescindere dal fatto che
manca il provvedimento attuativo e la legge non fissa

il termine entro quando questo dovrà essere emanato,


la sola conversione in legge del decreto mina seria-
mente la bancabilità degli investimenti previsti dalla

compagnia, come dimostrato dal recente declassa-


mento del rating sul debito Aspi da parte di Moody’s
(Ba da Ba). E questo, stante gli impegni

della società, è un tema chiave a livello di


risultati per l’azienda. Di qui la valutazio-
ne di posticipare l’approvazione del bi-

lancio, che ovviamente verrà in ogni caso


approvato in continuità. A ciò si somma
un altro genere di riflessione. Nella con-

sapevolezza che l’emergenza Coronavi-


rus che il paese sta vivendo è naturale che
catalizzi l’attenzione e tutti gli sforzi del

governo, la volontà del gruppo Atlantia
resta quella di proseguire nella ricerca di

un accordo con le istituzioni per provare


a voltare pagina. Per raggiungere un’in-
tesa, che nel caso dovrà essere recepita

anche a livello di conti, appare però chiaro che servirà


del tempo. Di qui la riflessione sull’opportunità di usu-
fruire dei termini concessi dalla legge per rinviare il

sigillo all’esercizio . Va ricordato che la scorsa


settimana la società ha presentato alla presidenza del
Consiglio una serie di misure che sarebbe disponibile

ad adottare per provare a trovare l’accordo con l’ese-


cutivo, in particolare ha messo sul piatto investimenti
aggiuntivi, un potenziale taglio del % delle tariffe,

fondi a favore del territorio, il tutto per un valore pros-


simo ai  miliardi di euro. Nelle ore successive il pre-
mier Giuseppe Conte ha aperto alla possibilità di av-

viare una valutazione del pacchetto, ma tutto è rima-


sto sospeso a causa dell’emergenza Coronavirus. Lu-
nedì sera poi è arrivato il taglio del rating da parte di

Moody’s: «La decisione riflette la crescente pressione


politica cui è esposto il gruppo in relazione alle modi-
fiche unilaterali ai contratti delle concessionarie auto-

stradali in Italia introdotte dagli articoli  e  del


Decreto Milleproroghe, ora convertito in legge, e la
persistente incertezza sul profilo di credito di Auto-

strade per l’Italia». Questo ha reso ancora più com-


plesso il quadro e spinto la compagnia a proseguire le
valutazioni già in corso sulle misure da adottare alme-

no nel breve periodo. Intanto ieri il titolo Atlantia ha


chiuso in progresso dell’,% a , euro.
—Laura Galvagni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

INFRASTRUTTURE


Autostrade, l’ipotesi


di posticipare l’ok ai conti


sul tavolo del cda


La scelta. Al


vaglio dei cda Aspi


e Atlantia l’idea di
posticipare l’ok al

bilancio


«Eni sarà più forte e resiliente


con il nuovo piano al 2050»


Celestina Dominelli


R


imarca che la nuova Eni, con
il futuro baricentro sempre

più imperniato su gas e rin-


novabili, non sarebbe stata
possibile senza la ristrutturazione

profonda avviata da tempo. Ma Em-


ma Marcegaglia, presidente da due
mandati, ci tiene a sottolineare so-

prattutto «che il percorso di decarbo-


nizzazione per Eni è partito da lonta-
no, non come risposta alla pressione

dell’opinione pubblica, e che il nuovo


piano rappresenta una strategia in-
dustriale e finanziaria molto solida e

la più forte mai implementata nella


storia dell’azienda».
In cosa il gruppo è cambiato negli

ultimi sei anni?
Ci sono due fasi strettamente legate

tra loro. La prima, cominciata nel 


e terminata nel , ha visto l’Eni,
sotto la guida forte e visionaria del-

l’amministratore delegato, Clau-


dio Descalzi, e con il grande supporto
del consiglio di amministrazione che

presiedo, trasformarsi profonda-


mente grazie a una serie di azioni che
l’hanno resa una società integrata del-

l’energia più snella, meno costosa e


molto più resiliente e che hanno con-
sentito di estrarre ancora più valore

dall’esplorazione e dalla produzione,


in cui abbiamo macinato record su re-
cord, e di riportare a utile i business in

perdita, mettendo peraltro in pista


un’ampia diversificazione geografica
e rafforzando la resilienza finanziaria

e la capacità del gruppo di produrre


cassa. La seconda fase, invece, è scat-
tata con il nuovo piano al , ma ta-

le step non avrebbe potuto vedere la


luce senza il lavoro di questi sei anni.
Eni avrà un futuro tutto “green”?

Eni rimarrà un’azienda industriale


integrata e il suo nuovo upstream non


sarà più il petrolio ma un mix di gas e


rinnovabili. Non ci saranno comun-
que passaggi traumatici, ma un ripen-

samento di tutta l’attività industriale


e una riconversione in chiave sosteni-
bile dei vari business (dal mid-down-

stream alla chimica) per arrivare a


fornire ai nostri clienti, che supere-
ranno i  milioni al , prodotti

completamente decarbonizzati. È un
cambiamento a  gradi, quindi, su

cui il cda, coadiuvato dal comitato


scenari e sostenibilità, istituito nel
, e dall’advisory board, nato nel

 e in cui siedono alcuni dei massi-


mi esperti internazionali del settore,
ha avuto un ruolo molto importante.

Nel piano avete fissato un taglio al


 dell’% di tutte le emissioni.
Non è troppo ambizioso?

È un traguardo che centreremo e che


prevede obiettivi specifici per settore
misurati da esperti indipendenti.E ai

quali, peraltro, è collegata anche la re-


munerazione a lungo termine dell’ad
e del management strategico dal mo-

mento che il % della stessa è aggan-


ciato a target molto chiari di sosteni-
bilità ambientale e transizione ener-

getica. Non è, ripeto, l’adesione alla


moda del momento, è una scelta par-
tita anni fa e che portiamo avanti sen-

za tralasciare la soddisfazione di azio-


nisti e investitori.
La cedola ne risentirà?

Assolutamente no. Anzi, nel  sa-


lirà del , per cento, a  centesimi, e
la previsione nell’ultimo piano è che la

remunerazione dei nostri azionisti


crescerà gradualmente.
Sembrano lontani i tempi in cui

avete dovuto tagliare il dividendo.
Allora facemmo molte riunioni per

studiare la strategia migliore anche


perché i nostri competitor avevano
optato per soluzioni completamente

diverse, ma anche in quel caso preval-


se una visione a medio e lungo termi-
ne che è un’altra caratteristica di que-

sto consiglio e dell’ad. Non era la stra-


da più semplice, ma alla fine ha pre-
miato e gli investitori hanno capito

l’importanza di sostenere un sacrifi-


cio nel breve per avere subito dopo
una società più resiliente e capace di

coprire dividendi e investimenti con


un prezzo del barile a  dollari, che
diverranno  dollari da qui al .

Su settore, poi, si è abbattuto uno


tsunami. Il peggio è alle spalle?


Hpc ha una potenza di calcolo enor-


me, pari a  milioni di miliardi di


operazioni al secondo, e stiamo valu-
tando come mettere questa straordi-

naria capacità a disposizione della ri-


cerca di un vaccino contro il Covid-.
Eni è al centro di alcune inchieste

giudiziarie. Quanto pesano in termi-


ni reputazionali?
Ci muoviamo in un settore comples-

sivamente esposto a certi temi ed è


evidente che c’è un impatto, ma in
questi anni è stato fatto un lavoro con-

tinuo per migliorare il sistema di con-


trolli aziendale e tutti gli approfondi-
menti finora condotti sulle indagini

riguardanti il gruppo hanno sempre


confermato l’assoluto rispetto delle
leggi e l’assenza di illeciti. Ma, laddove

si è reso necessario, abbiamo prodot-


to anche forti cambiamenti organiz-
zativi. Per ogni inchiesta aperta, ricor-

do infatti che gli organi di controllo


hanno incaricato consulenti indipen-
denti in modo da effettuare delle veri-

fiche interne stringenti e il cda ha in-


dividuato un legale esterno e indipen-


dente dalla struttura per farsi consi-


gliare su come procedere. Abbiamo
poi stretto ancor di più le procedure di

anti-corruzione e, dal , abbiamo


istituito un ufficio di compliance to-
talmente integrato e completamente

separato dal legale che passa al radar


qualsiasi progetto prima che arrivi al
vaglio del board.

Nell’ultima assemblea dei soci, lei


ha annunciato che Eni sta valutando
due possibili innovazioni nella go-

vernance: il rinnovo scaglionato de-
gli amministratori e il modello moni-

stico. Saranno introdotte?


Abbiamo approfondito l’argomento
sondando alcuni esperti e abbiamo

trasmesso un questionario ad hoc ai


nostri principali investitori che han-
no manifestato una sostanziale ade-

sione per l’introduzione del sistema


monistico, già presente nella gover-
nance di molti competitor, mentre

non c’è stata una condivisione totale


sull’altro. Il tema è stato poi oggetto di
una serie di incontri che ho avuto in

Consob e Banca d’Italia e la possibile


modifica è stata sottoposta al mini-
stero dell’Economia. Se il Mef darà

dunque il suo via libera, approvere-


mo il modello monistico già nella
prossima assemblea dei soci per farlo

partire nel .


Gli investitori sono sempre più
partecipi della vita dell’azienda.

Ho cominciato nel  a incontrarli


per illustrare loro la trasformazione
profonda implementata dal gruppo e

ho registrato una crescente conside-


razione del ruolo del presidente e del
cda che sono visti come organi di ga-

ranzia e di grande responsabilità sul
lungo termine.

Il suo mandato, come quello del-


l’ad, è in scadenza. Cosa si aspetta per
il gruppo?

Questi sei anni sono stati un’espe-


rienza entusiasmante e mi piacerebbe
che tutto il patrimonio di lavoro, di re-

sponsabilità, di fatica da noi sostenu-


to non fosse disperso. Mi auguro che
il gruppo sia messo nelle condizioni di

portare avanti questa forte politica di


decarbonizzazione al  e che pos-
sa farlo nel migliore dei modi. Ciò che

mi preme maggiormente è che Eni


possa continuare a essere leader nel
mondo, a maggior ragione in questo

momento di grande cambiamento e


discontinuità.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Eni. La presidente del gruppo Emma Marcgaglia


Royal bank of Scotland è a un


bivio con le scelte radicali del
nuovo ceo Alison Rose: meno

legami con la nazione


d’origine e focus sul marchio
NatWest Filippetti—a pag. 

Inchiesta


Nuovo corso Rbs


Cambia nome,


tradisce la Scozia


e sceglie Londra


Primi indennizzi per quasi 


milioni di euro per 
azionisti di Popolare Bari che

riceveranno in media .


euro a risarcimento
Rutigliano—a pag. 

Banche


Popolare Bari,


al via i primi


indennizzi


per i soci truffati


Popolare di Bari.
Banca commissariata
dallo scorso dicembre

L’INTERVISTA


EMMA MARCEGAGLIA


«Il cda ha avuto un ruolo


molto importante


nel cambiamento del gruppo»


«Modello monistico: se il


Mef darà l’ok, sarà approvato


dall’assemblea dei soci»


Eni ha avuto la capacità, grazie alla


lungimiranza del suo ceo e al soste-
gno assicurato dal cda, di cambiare

pelle anticipando una crisi pesantissi-


ma. E, mentre in tutto il comparto so-
no state licenziate mila persone,

noi siamo andati avanti senza man-
dare a casa nessuno ma assumendo,

lavorando sulla squadra, sulla forma-


zione e sul training per valorizzare le
nostre persone che sono straordina-

rie, e sfruttando le tecnologie proprie-


tarie che sono essenziali per il gruppo
con numeri eccellenti e continui

avanzamenti come il supercalcolato-


re Hpc da poco inaugurato.
Si parla di supercalcolatori anche

per il coronavirus.


LA CEDOLA 2020
IN EURO
È il dividendo
previsto
dal gruppo Eni
per il 2020
e in rialzo del 3,5%

0,

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