BREVETTO DI VOLO Nº 203. È quello che, il
3 gennaio 1913, consegue Rosina Ferrario,
prima - e a lungo unica - donna a rice-
vere il libretto dell’Aereo Club d’Italia.
La francese Elisa Deroche, antesignana
assoluta, l’aveva preceduta di tre anni.
Milanese, classe 1888, Ferrario è una
giovane indipendente e sportiva impie-
gata nella filiale cittadina della Cadillac
grazie al suo bilinguismo: il nonno ma-
terno, carbonaro diventato cuoco del
principe di Galles, aveva sposato un’in-
glese. Una famiglia dal coté cosmopolita,
e agiata, che ha consentito alle quattro
figlie di studiare ed emanciparsi. La
scintilla per il volo, scattata assistendo
ad una manifestazione aerea nel 1910,
porta Ferrario ad inseguire con tenacia,
sprezzo del pericolo e dei pregiudizi, il
sogno di diventare pilota, incoraggiata da
un mito dell’aviazione come Gianni Ca-
proni, progettista e costruttore di velivoli.
Frequentando le scuole di pilotaggio di
Baggio, Taliedo e infine quella fondata
proprio da Caproni a Vizzola Ticino -
dove dal 1911 si collaudano i monoplani-
Ferrario, in pochi mesi, padroneggerà
mezzi e meccanica compiendo decine di
esibizioni. Lo scoppio del conflitto mon-
diale ferma i voli civili e le viene negato
l’ingresso nel corpo aeronautico, anche
solo come addetta al soccorso. Dopo
la guerra si sposerà e non tornerà più a
pilotare. In questa foto del 1913, scattata
a Vizzola, Ferrario è ai comandi di un
Caproni Ca.12. —ALESSANDRA CLEMENTI
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