National Geographic Italy - 03.2020

(Jacob Rumans) #1

ventava dritto verso la porta dell’avversario.
Un’altra scimmia distribuiva oracoli, mentre sul
palco principale all’aperto un macaco maschio
in kimono mostrava i muscoli e saltava ostacoli.
Poco dopo è arrivato il momento di mettersi
in fila per l’anfiteatro, dove una donna di nome
Yuria Suzuki e il suo fedele primate Riku sono
i protagonisti di un numero circense e della pa-
rodia di una famosa fiction poliziesca giappo-
nese. Quando il sergente Suzuki ha finto di
mandare il capitano Riku sul luogo del delitto,
quello è sparito dietro le quinte e poi è rientrato
in scena con una mannaia di gomma nella testa.
Nel finale da circo lo stesso Riku, in gilet di raso
rosa e pantaloni azzurri a pois, ha sfidato il
vuoto con un salto tra due scale a pioli e si è
prodotto in una verticale su una mano sola so-
pra una lunga pertica ondeggiante.


Lo spettacolo del Nikko Saru Gundan affonda
le proprie radici nella cultura tradizionale giap-
ponese. I numeri sono un’evoluzione di una
forma di intrattenimento detta Sarumawashi,
cioè esibizione di scimmie, fondata sulla cre-
denza che la saru (la scimmia) sia protettrice
dei cavalli e mediatrice fra gli dei e gli esseri
umani e che sia capace di scacciare gli spiriti
maligni per spianare la strada alla buona sorte.
Come il Kabuki, anche il Sarumawashi veniva
allestito in teatri pubblici già un millennio fa.
Ma in una società sempre più modernizzata
come quella giapponese la valenza spirituale è
svanita. Oggi le esibizioni di scimmie sembrano
spettacoli circensi. Molti animali vengono istrui-
ti usando rinforzo positivo e affettuosità, ma
altri subiscono una rigida disciplina imposta
con la violenza dagli addestratori, dice Keiko

MACACHI GIAPPONESI 55
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