Corriere della Sera - 10.03.2020

(Nandana) #1


CorrieredellaSera Martedì10Marzo
PRIMOPIANO

13


MILANO


IlsindacoSalavalutacongliomologhilombardi


l’ipotesidisospendereleattivitànondiprimanecessità


afrontediuninterventofinanziariodelgoverno


Allostudioilpiano


attuato aHongKong:


aiutiainegozichiusi


MILANOL’appello alle aziende
perché permettano il lavoro a
distanza ai propri dipendenti.
L’appello ai ragazziealle ra-
gazzeperché rinuncino alla
movida. Ma soprattutto
l’orientamentoche sta pren-
dendo semprepiùforma
compiuta in queste ore tra chi
deve decidereregole e divieti
da mettere incampo percer-
caredi ridurre ilcontagio. Ri-
guarda la chiusura dei negozi
edelle attività, chiaramente
non di prima necessità, che
rappresentano un polo d’at-
trazione per tanta genteche
in base al decretodovrebbe
restare acasa evitando uscite
inutili. Il sindacodiMilano
Beppe Sala ne sta parlando
con i suoicolleghi primi citta-
dini lombardieconivertici
dellaRegione. Si sta pensan-

un’altra spenta. E non stiamo
parlando di piccoli e medi im-
prenditori, ma anche di gran-
di marchi che sicuramente
hanno spalle piùrobusteper
sopportareilpeso di una
chiusura. Ogni decisione però
verrà presacollegialmente in-
sieme allaRegione e agli altri
sindaci perché è impensabile
che ogni città e ogniterritorio
faccia ditesta propria ma se si
scorrono lecentinaia dicom-
menti al nuovopost di Sala, la
stragrande maggioranza dei
cittadini chiede un intervento
in questo senso: chiudere im-
mediatamente i negozi, i bar,
iristoranti,imercati etutte
quelle attività non essenziali.
Che poièlastessacorrente
che sta montando all’interno
dellacategoria. Gli stessi ne-
gozianti, che si ritrovanocon
un buco d’affari tra il 70 e l’
percento,cominciano a chie-
dersi quantovalga la pena
mettere a rischio la salute dei
propri dipendenti. Numeri ri-
baditi ieri da Confimprese
che ha spiegatocome gli in-
cassi siano scesi del 96% nel
mondo della modaedell’
trafood e ristorazione.
Nei primi due giorni dico-
prifuoco a Milano tira un’aria
strana,conlagenteche si
muovenell’incertezzaconle
autocertificazioni nel taschi-
no. Ieri sono iniziati icontrol-
li. La linea della prefettura è

stataquello diconcedereun
approccio morbido, ma ora si
inizierà a multarecon severità
crescente. Noncamion e fur-
goni, ma le auto. La questura
ha organizzato le squadre che
pattuglieranno l’ingressoe
l’uscita di tutte le grandi diret-
trici della città,coinvolgendo
i commissariati dizona. Sono
posti di bloccomobili, nel
senso che si sposteranno per
coprirelacittà. Anche nelle
stazioni e aeroporti sono par-
titi gli interrogatori percapire
chi davverosimuoveper ne-

cessità. Alla stazione si è par-
titicon controlli acampione,
più stringenti in aeroporto
doveanche ieri sono statican-
cellati uncentinaio divoli su
Malpensaealtrettanti su Li-
nate. Ci sono poi i numeri del
bollettino medicoquotidia-
no: da questopuntodivista
Milano città «tiene»,con 208
personecontagiate (37 più di
domenica) e 9 morti.
MaurizioGiannattasio
StefanoLandi
©RIPRODUZIONERISERVATA

PerchiarrivainIsraele


Il primo ministro israeliano, Bibi
Netanyahu, ha annunciato ieri che le
misure di quarantena obbligatoria (
giorni) riservate finora a turisti e cittadini
che arrivino da determinatiPaesi europei e
asiatici saranno estese «a tutto il mondo»:
«È una scelta difficile, presa per garantire
la salute pubblica». In giornata Netanyahu
ha rassicurato altelefono il vicepresidente
americanoPence, preoccupato che la
decisione potesse riguardare in particolare
i cittadiniUsa. Ieri icasi dicoronavirus in
Israele sono saliti a 42.

Obbligodiquarantena,


PencechiamaNetanyahu


doauna chiusuratempora-
nea a fronte però di uncospi-
cuo e rapido intervento finan-
ziario da partedel governo
che permetta di far fronte agli
stipendi dei dipendenti.
Unpo’ quello che è succes-
so a HongKong, dovea fronte
della serrata di un mese sono
staticorrispostiforti aiuti
economici non solo aicom-
mercianti e agli imprenditori,
ma a tutti i cittadini, tra cui i
dipendenti degli esercizi
commerciali chiusiconuna
cifra paria1.175 euro. D’altra
parte, le difficoltà di negozi e
attività sono sotto gli occhi di
tutti. Basta andare nel salotto
di Milano, la Galleria Vittorio
Emanuele e dintorni. Le chiu-
suresonoamacchia di leo-
pardo, una serranda giù un’al-
tra su, unavetrina illuminata,

Sostegno
Soldiaicommercianti
maancheaidipendenti
Molteleserrande
giàabbassateincittà

Ingalleria
Inbasso,la
galleria
Vittorio
Emanuele
accantoa
piazza
Duomo,nel
cuoredi
Milano:
normalmente
affollatissima,
dasabatoè
quasideserta

Ierieoggi


Inostripadri


hannorinunciato


amoltodipiù


cheunapericena


«P


restoritornere-
moepotròri-
prendereilmio
lavoro.Tantoci
sarà da lavorareinItalia, ma
non ci sgomenta. Siamo gio-
vani, l’entusiasmo non ci
manca. Lavoreremoerico-
struiremo la nostra vita e non
ci sarà gioia più grande».
Così scriveva al padre, nella
primavera del 1945, Enrica Fi-
lippini Lera, giovane donna
appena liberata dal lager nazi-
sta. L’Italia si stavarialzando
da una tragedia che non ha
metri di paragonecon l’attua-
lità. Mezzo milione dicompa-
trioti avevano perso la vita in
battaglia, nelle rappresaglie
tedesche, sottoibombarda-
menti alleati, nella guerra ci-
vile,eappuntoneicampi di
prigionia in Germania. IlPae-
se era a pezzi. I nostri padri lo
ricostruirono in pochi anni, e
nefecerouna delle grandi po-
tenze mondiali. La storia non
si ripetemai duevolte.
L’emergenza di questi giorni
ci pareterribile, ma—giova
ripeterlo—èlontana dal-
l’esperienza di una guerra o di
un’epidemiacome quella di
febbrespagnola. Se sapremo
rispettareidivietieilbuon
senso, supereremo la fase cri-
ticaecimetteremo al lavoro

per ripartire. Proprio per que-
sto, la Ricostruzione seguita
alla Seconda guerra mondiale
èilperiodo da cui possiamo
trarre esempi ed energia.
La crisi dacoronavirus non
arriva in unPaese dinamico e
in crescita. Questodiscorso
puòvalereper Milano; non
per ilresto d’Italia. La crisi da
coronavirus è la legnata finale
di un ciclo negativocomincia-
toquasi trent’anni fa e acuito-
si con latempesta finanziaria
internazionale del 2008, da
cui l’Italia non si è mai davve-
roripresa.Peruna seconda
Ricostruzione occorrono
grandi sforzi. Misure—oggi
sanitarie, domani economi-
che—straordinarie. Soprat-
tutto, occorrerecuperare uno
spirito.Perquestoiracconti
dei nonni sono moltoutili ai
nipoti;iquali pensano di es-
serelaprima generazione a
doversoffrire,enon sanno
che i nostrivecchi hanno do-
vutorinunciareaben altro
che a un apericena.
Nonèveroche gli italiani
hanno sempreesolo badato
ad arrangiarsi, senza lungimi-
ranza néresistenza, incapaci
di gettareuno sguardo oltre
alle difficoltà del presente.
Ognuno dei grandi momenti
della storia nazionale può es-
serediispirazione.Èilmo-
mentodirileggerelalettera
che Vittorio Emanuele II, ilre

che ha fatto l’Italia, oggi quasi
del tutto assente dalla memo-
riacollettiva, scrisse al segre-
tario alla vigilia della seconda
guerra d’indipendenza: «Io
partodomattina per lacam-
pagnacon l’esercito. Procure-
ròdi sbarrare la via diTorino,
se non ci riescoeilnemico
avanza, ponetealsicurola
mia famiglia e ascoltate bene
questo. Vi sono al Museo delle
armi quattrobandiereau-
striache prese dalle nostre
truppe nellacampagna del
1848 elàdepostedamio pa-
dre. Questi sono i trofei della
sua gloria. Abbandonatetut-
to, al bisogno:valori, gioie, ar-
chivi,collezioni, tutto ciò che
contiene questopalazzo, ma
metteteinsalvoquelle ban-
diere. Che io le ritrovi intatte e
salvecomeimiei figli. Ecco

tuttoquello che vi chiedo; il
resto nonconta». Cosa inten-
devadireilre? Piùomeno
questo: noi italiani non ci ar-
renderemo mai; anche se do-
vessimo essereancora scon-
fitti dal più potenteesercito
d’Europa,continueremo a
combattereperconquistarci
una patria.
Aveva scelto di essere italia-
no Nazario Sauro, nato suddi-
toaustriaco a Capodistria, di-
sertoreper amoredella sua
vera nazione,catturato econ-
dannatoamorte. La Grande
Guerraèpiena ditestimo-
nianzedariscoprire:ifanti
scrivevano molto. Marestano
insuperate le parole che Sau-
rolasciò al primogenitopri-
ma di affrontareilplotone
d’esecuzione: «CaroNino, tu
forsecomprendi, o altrimenti

comprenderai fra qualche an-
no, quale era il mio dovere
d’italiano. Diedi ate, a Libero,
ad Anita,aItalo, ad Albania
nomi di libertà, ma non solo
sullacarta; questi nomi aveva-
no bisogno del suggello,eil
mio giuramentol’ho mante-
nuto. Io muoiocolsolo di-
spiacerediprivareimieica-
rissimiebuonissimi figli del
loro amato padre, ma vi viene
in aiuto la patria che è il plura-
le di padre, e su questa patria,
giura o Nino, e farai giurare ai
tuoi fratelli quando avranno
l’età per bencomprendere,
che sarete sempre,ovunque e
prima di tuttoitaliani.Imiei
baci e la mia benedizione.Pa-
pà».Retorica? Le parole sono
retoriche quandovengono
contraddettedai fatti; non
quando i fatti leconfermano.
Eselecircostanzenon sono
paragonabili, è lo spirito dire-
sistenza —come quello che si
vede oggi negli ospedali —
chevasalvato e trasmesso. Lo
spiritoche animavailcapita-
no Giuseppe DeToni, uno de-
gli 800 mila soldaticondotti
prigionieri in Germania dopo
l’8 settembre, checosì spiega
al fratello perché preferisce
restare nel lager piuttosto che
combattereper Hitler: «An-
che noi abbiamo i nostri mor-
ti e questa èforse peggio che
una prima linea dicombatti-
mento. Anche pochi, saremo
sempre in numero sufficiente
a dimostrare che vi sono degli
italiani prontiasacrificare
tuttoper un’Italia rispettata,
onorata.Torneremo, e presto,
matorneremo atesta alta per
il nostrodoverecompiutofi-
no infondo.Echi non potrà
tornarenon saràcadutoper
nulla».Tornò dalla prigionia
Giuseppe DeToni. Ancora og-
giaBresciainipoti custodi-
scono la sua memoria.
Sono battaglie che non si
possono perdere; questosi-
gnifica che le vinceremo.
©RIPRODUZIONERISERVATA

diAldoCazzullo



Ilpersonaggio


NAZARIOSAURO


Nato suddito austriaco a
Capodistria nel 1880,
disertore per amore della
suavera nazione, scrisse
così al primogenito prima
di affrontare il plotone
d’esecuzione nel 1916:
«Caro Nino, tuforse
comprendi, o altrimenti
comprenderai fra qualche
anno, quale era il mio
dovered’italiano... Giura o
Nino, e farai giurare ai tuoi
fratelli, che sarete sempre,
ovunque e prima di tutto
italiani»
Free download pdf