Corriere della Sera - 10.03.2020

(Nandana) #1


14 Martedì10Marzo2020 CorrieredellaSera


Primopiano L’emergenzasanitaria


IDATIPOSITIVI


Il38ennedelLodigianoricoveratoaPavia


halasciatolaterapiaintensivaenonèpiùintubato


Gallera:«Lerestrizionistannodandofrutti»


«G


uarire si può, ma ho visto un infer-
no». LuigiTommasini, napoletano
di originemaresidenteaCasalpu-
sterlengo, ha quasi sconfitto il Covid-19. Oggi
verrà rimandatoacasa dopo sei giorni al-
l’ospedale di Lodi, di cui uno steso su una ba-
rella e altri cinque inreparto,ventilato e tratta-
to. In terapia intensiva non ci è finito, «ma as-
sicuro che dopo sette giorni difebbre altissi-
ma acasa nonce l’ho fatta più: non riuscivo a
respirare». Nemmeno ora riesceaparlare, e
affida il suo racconto a WhatsApp.
Tommasini ha 59 anni,èfotografoprofes-
sionista (ha uno show-room a Casalpusterlen-
go e lavoracon il quotidiano locale IlCittadi-
no ) e hacontratto il virus nell’ospedale di Co-
dogno. Si trovavalìper fareriabilitazionea
una spalla operata e vi ètornato nel giorno del-
l’esplosione delcoro navirus per scattare le pri-
me foto del nosocomio che chiudeva. «Quel
maledetto virus mi deve aver attaccato proprio
lì: il 24febbraio ho iniziatoasentirmi male,
avevotosse e unafebbre che nonvoleva saper-
ne di andarsene. Sono arrivato fino a 39, hore-
sistito quasi una settimanacercando di curar-
mi da solo. Alla fine stavocosì male che il 2
marzo mi hanno preso incarico. E mi hanno
mandato a Lodi».
Ciò che ha vistoevissutolohascioccato.
«Comefotografo di cronaca sono abituato alle
scene peggiori, ma ciò che ho visto al Maggio-
re è da avamposto di guerra. Malati stesi in ba-
rella ovunque, perfino negli stanzini. Ho atte-
so l’esito in unacameretta secondariacon altri
due ammalati».Fortunatamenteipolmoni
non eranocosì compromessieilf otografoè
stato ricoverato in medicina, senza essere in-
tubato maventilato econ terapie antibiotiche.
«Il personale a Lodi starealmentecombatten-
do una guerra, il modo in cui si prendono cura
di noiècommovente». Lui la sua battaglia
contro il virus l’ha quasi vinta. Oggitornerà a
Casalpusterlengo, in un appartamentoincui
dovràrestare solo per altri dieci giorni alme-
no. Poi potrà riabbracciare moglie e figli.
FrancescoGastaldi
©RIPRODUZIONERISERVATA

Chiè


●Luigi
Tommasini,
59 anni,
napoletano
di origine
ma residente
a Casalpuster-
lengo

●È un
fotografo
professionista:
ha contratto
il virus
all’ospedale
di Codogno
dove faceva
riabilitazione

«H


o compiuto 59 anni il 21febbraio e
come “regalo” mi sono presa ilco-
ronavirus». Morena Colombivede
avvicinarsi la fine della quarantena passata
«noiosamente acasa», a Truccazzano,comu-
ne a Est di Milano. Non chiede di omettere il
suo nome, «non ho fatto niente di male. Può
succedere a tutti». Racconta che i primi sinto-
mi delcontagio da Covid-19 sonocomparsi il
14 febbraio. «Era unvenerdì — ricorda l’opera-
ia —, sentivo brividi, mal di gola e avevo una
tosse secca. Nelweekend la situazione è peg-
giorata». All’inizio non pensa però al virus «ci-
nese». Il lunedì si presenta dal suo medico di
base, che le prescrive farmaci per l’influenza.
«La febbre è subito passata, tuttavia non guari-
vo. Facevo fatica arespirare».
Quando aumentanoicasi nel Lodigiano,
Colombi pensa di poter essere statacontagia-
ta, magari da uno deicolleghi chevanno al-
l’estero per lavoro. «Chiamo i numeri di emer-
genza, ma li trovo sempre occupati.Poi telefo-
no all’ospedale Sacco di Milano, spiego la si-
tuazioneemidicono di andareinunpronto
soccorso vicino. Così mi presento a Treviglio».
Un comportamentocontro le indicazioni: «in
accettazione erano un po’ alterati, ma non sa-
pevocosa fare».Poi il tampone, l’esito positivo
e il trasferimento alPapa Giovanni XXIII di Ber-
gamo, dove la donna viene ricoverata nelre-
parto di Malattie infettive il 25febbraio.
«Riuscivo arespirare da sola, le miecondi-
zioni non sono mai state drammatiche». Già il
giorno dopo viene rimandataacasa in isola-
mento, mentre itest sul figlio e gli altri fami-
liar idanno esitonegativo. «Mi ritengofortu-
nata. Ma ci sono persone che nonce la fanno,
per questocontinuo a ripetere a tutti di stare a
casa». In questesettimane barricata nel suo
appartamento ha dovutoreimpostare la sua vi-
ta. «Anche la quarantena fa paura, ma ci si or-
ganizza. Il negozio di alimentari del paese mi
lascia la spesa davanti alla porta». Morena
aspetta di esseresotto postaaunnuovo tam-
pone: uscirà solo quando l’esito sarà negativo.
SaraBettoni
©RIPRODUZIONERISERVATA

Chiè


●Morena
Colombi,
59 anni,
operaia, vive
a Truccazzano,
paese
di circa 6 mila
abitanti a Est
di Milano

●I primi
sintomi li ha
avuti il 14
febbraio. È
stata ricovera-
ta il 25 a Ber-
gamo in terapia
intensiva

Luigi,fotografo


«InfettatoaCodogno,


misentivosoffocare


Maoggitornoacasa»


Morena,operaia


«Unastranainfluenza


chenonpassavamai


Sonostatafortunata»


Ilpaziente 1orarespiradasolo


«ACodogno icasicrollano»


MILANOIl «paziente1»fuori
dallaterapia intensiva, il ral-
lentamento dei contagi nella
ex zona rossa del Lodigiano, il
primo bimbo natonel foco-
laioveneto, il numerodei
guariti quasi doppio rispetto
a quello delle vittime. Ci sono
anche buone notizie dal fron-
te del virus. E nel primo gior-

no della settimana più diffici-
le il loro significato è enorme.
In tutteleguerrecisono
battaglie simboliche, il cui
esitopuò incideremoltosul
morale di chi è impegnato in
prima linea e soprattutto del-
la popolazione. Ed è di ieri è la
notiziache il «paziente1»—
cioè il trentotte nne ricercato-

re di Codogno, runner, gioca-
tore di calcio,volontario del
prontosoccorso efuturopa-
dre —respira autonomamen-
te e, come annuncia l’assesso-
re lombardo alWelfare, Giulio
Gallera, «è stato trasferito dal-
la terapia intensivaaquella
sub-intensiva». Insomma,
dopo una battaglia di tre setti-
mane nonèpiù intubato. E
dopo che sua moglie, all’otta-
vo mese di gravidanza,ègià
tornata acasa, questo miglio-
ramentoèincoraggianteper
tutti.
Sempre ieri, lo stesso Galle-
ra, che da amministratore del
sistema sanitario più lodato
d’Italia si è ritrovato larespon-
sabilità del fronte del virus, ha
sottolineato che nella provin-
cia di Lodi e, ancor più, nel-
l’ormaiex zona rossa di Codo-
gno «c’è una netta riduzione
delle persone positive». Inre-
altà anche ieri nel Lodigiano
sono statiregistrati 75 nuovi
contagi, ma l’assessoremo-
stra un grafico dall’andamen-

to discendente per enfatizzare
l’efficacia delle misurerestrit-
tivesulla circolazione: «Se le
personerestano acasa la dif-
fusione si riduce — dice — e
si può addirittura bloccare ».
Ma nei dati dell’epidemia si
nascondono anche altre noti-
zia confortanti. Giovanni Ma-
ga, direttoredell’Istitutodi
genetica molecolare del Con-
siglio nazionale delle ricerche
(Cnr-Igm), spiega che «il nu-
merodei guariti aumenta
sempre più e ad oggi è quasi il
doppio dei deceduti».Espe-
cifica che «è una buona noti-
zia perché i guariti ècome se
fosserovaccinati,ovvero han-
no acquisitol’immunità e
quindi inizianoacreareuna
barriera ulteriorealla diffu-
sione del virus». Maga ag-
giunge che «le guarigioni ar-
rivano tardi, dopo l’incuba-
zione più il periodo di decor-
so clinico, per cui adesso
vediamo l’inizio ma ci aspet-
tiamo che aumentino sempre
più». Insomma, «stiamo at-

traversando la fase di incre-
mento che precede il picco. Al
momentoèdifficile predire
quando arriverà».
Anche il governatore delve-
neto Luca Zaia ha una buona
notizia da annunciare: «Ieri è
nato il primo bimboaSchia-
vonia, l’ospedale che avevamo
svuotato, adesso siamo ripar-

titi conuna nuova vita. Si
chiama Massimoepenso sia
un bel segnale—dice—.
Schiavoniaèstata in quaran-
tena dalla prima sera. Ora
l’ospedaleèanche un Covid
center, per ilresto riprende la
vita normale».
GiampieroRossi
©RIPRODUZIONERISERVATA





Iguariti
nel mondo dal coronavirus secondo la mappa
della Johns Hopkins su un totale di 113.584 casi
confermati di contagio dall’inizio dell’epidemia. I
numeri si riferiscono a ieri sera alle 21.

724


Iguariti
in Italia dal coronavirus su un totale di 9.172 casi
confermati di contagio dall’inizio dell’epidemia,
secondo i dati della Protezione civile. Attualmente i
contagiati sono 7.985. I decessi sono 463

MilanoControlli ai passeggeri alla stazione centrale(ApPhoto/AntonioCalanni)


VeneziaPiazza San Marco quasi deserta(LaPresse/AnteoMarinoni)


CodognoUna edicolante con la mascherina a Codogno(Ansa/MarcoOttico)


Ilrapporto
IlCnr:«Ilnumerodei
guaritiaumenta
eadoggièquasiil
doppiodeideceduti»

InVeneto
ASchiavonia,
nell’ospedalechefu
evacuato,natoilprimo
bimbodelpostvirus
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