Corriere della Sera - 10.03.2020

(Nandana) #1


Corriere della Sera Martedì10Marzo
ESTERI

19


È arrivato a Bruxelles dopo
aver invitatoprovocatoria-
mentelaGrecia, domenica
scorsa, duranteuncomizioa
Istanbul, ad aprire le frontiere
ai rifugiati perché «questa
gentenon arrivaperrestare,
vengono davoi per andare ne-
gli altriPaesi europei» ecosì,
nonostante le dichiarazioni di
apertura al dialogo, sono par-
titi in salita gli incontricon il
segretario generale della Nato
JensStoltenbergeconirap-
presentanti dellaUe,Charles
Michel, presidente del Consi-
glio Europeo eUrsulavon der
Leyen,acapo della Commis-
sioneUe. Sul piatto la questio-
ne sirianaelacrisi dei mi-
granti dopo che Ankara, circa

dieci giorni fa, aveva deciso di
aprire iconfini lasciando che
una parte dei 3,6 milioni di ri-
fugiati presenti sul suoterri-
torio si ammassasse davanti
alla frontiera nonostante l’ac-
cordosiglatocon laUequat-
tro anni fa.
Erdogan non ha strettola
mano aStoltenberg, Michel e
von del Leyen ma ha portato la
sua al pettoesclamandocon
un sorriso «Corona», un chia-
roriferimentoall’epidemia
che sta affliggendo il mondo.
Al segretario generale della

L’incontro
Illeaderturco
RecepTayyip
Erdoganviene
accoltoa
Bruxellesdai
rappresentanti
dell’Unione
europea
CharlesMichel
edaUrsulavon
derLeyen
(John Thys, Ap)

Caos rifugiati, Erdogan aBruxelles


«Dialogo, ma ci sono divergenze»


IlleaderturcochiedeaglialleatisostegnoinSiria.PianoMerkelperaccogliere1.500bimbi


Natoilpresidenteturcoha
chiesto un appoggio deciso in
Siria: «NessunPaese in Euro-
pa ha il diritto di guardare in-
differentementealdramma
umanitario. Noi stiamo an-
dando avanti da soli, la Nato ci
deve aiutare».Stoltenberg ha
promesso «una serie di misu-
rediverse, inclusiisistemi
missilistici difensivi, oltrea
una presenza aerea e navale».
E ha ricordato che «nelcorso
degli anni, l’Alleanza ha inve-
stito oltre 5 miliardi di dollari
in strutturemilitari in Tur-

chia,comprese importanti in-
frastrutturecome basi navali
e siti radar».
Piùcomplicato ilcolloquio
con i rappresentanti dellaUe.
Il leader turcoha chiestopiù
soldieun’accelerazione nel

trasferimento dei sei miliardi
di eurodiaiuti per l’acco-
glienza dei rifugiati, oltreal
sostegno europeo al suo pia-
no per creare unazona cusci-
nettonel Norddella Siria in
cui riportare almeno un parte
dei profughi. LaUe,però, ha
condizionatoqualsiasicon-
cessione allo stop del flusso di
uomini, donne e bambiniver-
so la frontiera greca: «È una
pressione motivata politica-
mente» ha dettoVon der
Leyen prima di incontrare Er-
dogan. D’altra parteper Bru-

Sudan


Attentato (fallito)


contro il premier


«Andiamo avanti»


I


l premier di transizione del Sudan,
Abdallah Hamdok, è scampato ieri a un
attentatoterroristico. Il suoconvoglio,
formato da due auto, è stato investito
dall’esplosione di un’autobomba nel distretto
di Kober, a nord-est dellacapitale Khartoum,
verso le 9, l’orario in cui il premierva al
lavoro. Itestimoni hanno riferito anche di
colpi d’arma da fuoco oltre alla deflagrazione.
«Grazie a Dio nessuno è rimastoferito», ha
scritto Ali Bakhit, il suocapo di gabinetto in
un post suFacebook dando la notizia.
Hamdok è ilvolto delPaese risorto dalla
rivoluzione che hacacciato Omar Al Bashir. Il
leader ha rassicurato i cittadini su Twitter:
«Sono inottima salute. Ciò che è successo
nonfermerà la nostra marcia per il
cambiamento e sarà un’altra spinta per l’onda
rivoluzionaria». Il governo ha parlato di
attentato «terroristico» ma le dichiarazioni di
premier, Consiglio dei ministri e del
principale movimento rivoluzionario puntano
il ditocontro i poteri forti del precedente
regime. Si tratta di una sorta di «stato
profondo» sudanese chevede tramontare la
propria influenza ecercadi contrastare il
rinnovamento.Unesempio sono stati i
prepensionamenti di funzionari dei servizi di
sicurezza annunciati a gennaio e seguiti a
metà mese da unconflitto a fuoco nelle strade
di Khartum travecchi e nuovi quadri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

DistruzioneLeindaginisulluogodell’attentato


Afghanistan


Si insediano in due:


il presidente Ghani


eanche il rivale


I


due pretendenti alla presidenza afghana,
Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani dopo
essersi entrambi dichiarati vincitori delle
ultime elezioni, hanno preso parte a due
cerimonie parallele e separate di
insediamento.Uno scenario di profonda crisi
politica in unPaese già pesantemente piegato
dalla guerra e che è chiamato a negoziati
crucialicon i talebani, i quali invece si
mostrano uniti e decisi. Le elezioni
presidenziali si sono svolte lo scorso
settembre ma solo afebbraio, dopo ritardi e
ricorrenti accuse di brogli, il presidente
uscente, Ghani, ha dichiarato di essere stato
confermato per il secondo mandato,
innescando la furiosareazione del principale
oppositore edex capo dell’esecutivo,
Abdullah, che ha promesso diformare un
governo parallelo. I negoziati dell’ultimo
minuto si sono protratti fino a tarda notte di
domenica, neltentativo di arrivare a un
accordo come avvenuto nella precedente
tornata elettorale.Washington aveva già
avvertito che la crisi politica rappresenta un
rischio per l’accordo di ritiro degliStatiUniti,
che è iniziato ieri —come hannoconfermato
ierifonti militari americane — e che impone
ai talebani ditenerecolloquicon Kabul.
L’allargamento delle divisioni tra i politici
afghani lascerebbe agli insorti il sopravvento
in quei negoziati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

AKabulDasinistra,AbdullahAbdullaheAshrafGhani


xellesèfondamentaletenere
«i canali dellacomunicazione
aperti e attivi — ha sottolinea-
tola presidente—,abbiamo
le nostredivergenzemaab-
biamo parlato apertamente».
Nel frattempoaBerlino la
cancellieratedescaAngela
Merkel, grande stratega del-
l’accordo del 2016, ha ricevuto
il premier di AteneKy riakos
Mitsotakis, prospettando la
creazione di unacoalizione di
Paesi europei «volontari» che
si farannocarico di un massi-
mo di 1.500 bambini migranti
attualmentebloccati in Gre-
cia.Per ora si sono fatte avanti
la Francia, ilPortogallo, il Lus-
semburgo, la Finlandiaela
Croazia.Unprimo, piccolo,
passo per aiutare Atene a ge-
stireledecine di migliaia di
persone ammassate alla fron-
tiera, oltreai700 milioni di
euroche laUedestinerà alla
Grecia per affrontare la crisi.
MonicaRicciSargentini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

3,


milioni
irifugiatiaccolti
dallaTurchia
dopol’accordo
siglatonel
2016conlaUe
cheprevede
ilpagamento
di6miliardi
dieuro


18marzo


L’ACCORDO


Il 18 marzo del 2016
l’Unione Europea e la
Turchia hanno firmato un
accordo per risolvere la
crisi dei migranti.
Bruxelles si è impegnata a
corrispondere 3 miliardi
di euro per le strutture di
accoglienza, le scuole e gli
ospedali, più altri 3
miliardi di euro destinati
ad altri progetti. Incambio
Ankara hafermato il
flusso dei rifugiativerso
l’Ue. Tra le promesse: la
liberalizzazione dei visti
per i cittadini turchi
e un percorso accelerato
di adesione allaUe

Strettedimano
Il presidente di Ankara
non ha dato la mano a
nessuno pronunciando
la parola «corona»
Free download pdf