Corriere della Sera - 10.03.2020

(Nandana) #1


CorrieredellaSera Martedì10Marzo
PRIMOPIANO

5


diDanieleManca


IlcaosinBorsa,


unabattaglia


chesipuò


esidevevincere


Ilcommento


SEGUEDALLAPRIMA


N


on ècosì. Il mondo non sta
crollando. A differenza delle
altre crisi, questavolta abbiamo
un nemico preciso, il
coronavirus, un qualcosa che
sappiamo che può essere sconfitto. Non
significa che non soffriremo, che non ci
sarannoconseguenze. Ma a differenza
delle altre crisi, non ci sono stati segnali
(come nel 2008 quando fallì Lehman
Brothers), che sefossero staticolti per
tempo ci avrebbero risparmiato brutali
crolli erecessioni. Ocome nel 2010,
quando alla crisi dei debiti sovrani la
politica rispose esitante e senza direzione
allungandocosì itempi della ripresa.
No, questavolta siamo di fronte a un
qualcosa dicompletamente inatteso e
imprevedibile. In questi giorni potranno
apparirci vincenticoloro che fuggono dai
luoghicome dai mercati; i molti che
approfitteranno senza scrupoli di chi sarà
preda dello spavento o alcontrario di chi
preferisce fare finta che nulla di grave stia
accadendo. Come qualche leader politico
alla Donald Trump ocome qualche
italiano che ha pensato alla chiusura delle
scuolecome un modo per allungare la
settimana bianca.
Per i risparmiatori è il momento di
pensare a quando potremo iniziare a
riprendere una vita normale. E per farlo
cittadini e imprenditori, famiglie e
comunità, dovrannocapire che rispettare
le regole, acominciare dal ridurre le
proprie attività o addirittura avviarsi a una
pausa è il modo migliore percombattere
un nemico insidioso. Ancora troppi
pensano di poter schivare quella sorta di
quarantena che al momento pare l’unica
difesa possibile.
Alla politica, al governo, airegolatori,
spetta ilcompito più difficile: doversi
assumere leresponsabilità che sono
proprie del loro ruolo. Laddovela cautela
deve essere il principio ispiratore delle
persone, dei cittadini, è l’esattocontrario
per chi ha il doveredi decidere. «Intempi
normali la moderazione e la prudenza nel
fissare gli obiettivi politici sono positive.
Nelle circostanze attuali, però, è molto
meglio rischiare di fare troppo che troppo
poco», scriveva sul «NewYork Times» il
premio Nobel per l’economiaPaul
Krugman nel novembre del 2008 mentre si
approfondiva la crisi dovuta alla Lehman
(dal suo libro «Discuterecon glizombie»,
Garzanti).
Non ci si illuda facendo paragonicon le
cadute in Borsa dovute alla Brexit o ad altre
crisi dicendosi: ma sì, infondo abbiamo
già visto di queste frenate. Bloccare
l’economia di intereregioni che sono
quelle che trainano il Pil italiano avrà
ripercussioni inimmaginabili. Non si creda
che lacaduta diWall Street sia dovuta a
quello che accade in Cina e in Europa:
quello chetemono i mercati è ilcontagio
Usa.
Governi e politica,come scriveva lo
scorso 4 marzo Francesco Giavazzi sul
«Corriere», devono essere pronti, al
«Whatever it takes» di Mario Draghi che
salvò l’euro: a qualsiasicosto si deve
proteggere l’economia. Lo sappia chi vuole
speculare.
Ma alle famiglie si deve darecertezza che
il lororestare incasa per evitare di
diffondere il virus e non per la paura del
contagio, sarà riconosciuto. Agli
imprenditoricon piccole e piccolissime
aziendecome a quelli più grandiva
garantita quella liquidità negata dai
mancati introiti, da ricavi
momentaneamentefermi.
Quello che intempi normali,
l’attenzione al debito e al deficit, è una
virtù, scriveva ancora Krugman, può
trasformarsi in un vizio.
©RIPRODUZIONERISERVATA

CdS


UnannoaPiazzaAffari I10maggioriribassidiieri


























Maggio
2019 2020

Settembre Gennaio


IERI
-11,7%
Saipem -21,

Var. %
2,

Tenaris 5,7 -21,


Eni 8,10 -20,


Mediobanca- 6,202 14,


BancoBpm 1,293 -14,


BperBanca- 2,64 13,
JuventusF.C. 0,701 -13,

Atlantia 15,395 -13,


Unicredit 15,395 -13,


BuzziUnicem 8,614 -13,


Valore


Icalimaggioridegliultimi20anni(dati in %)
11
settembre
2001

Attacco
alle Torri
Gemelle

Dopo
il crac
Lehman
Brothers

6
ottobre
2008

Crisi
del debito
pubblico
italiano

1
novembre
2011

24
giugno
2016

IERI


Esito
referendum
Brexit

Crisi
coronavirus

-7,
-8,

-6,


-12,
-11,

LeBorseeuropee(dati in %) Cambio
euro/dollaro

L’oro


Londra


-7,


Parigi


-8,
Francoforte

-7,
Madrid
-7,
Dow Jones
-7,

Nasdaq


-7,


1.
dollari
l’oncia

1
euro

1,
= dollari

«L’epidemia èl’innesco


LaBcereagiràconforza


perchévafermata


unarecessioneglobale»


Broyer(S&P):grandisquilibrineimercatifinanziari


L’intervista


diFedericoFubini


SylvainBroyer, capoecono-
mista per l’Europa di S&P Glo-
bal Ratings, non ha dubbi: «Ci
aspettiamo che la Bancacen-
trale europea tagli i tassi d’in-
teresse». Giovedì la Bcecon-
clude il suo Consiglio dei go-
vernatori più difficile da
quando Christine Lagarde ha
preso la guida da Mario Dra-
ghi. Non tantoperché il Vix,
l’«indice della paura» che mi-
sura lavolatilità sui mercati,
ieri hatoccatoil punto più al-
todal 2008. Gli effetti acate-
na, dice, possono farsi sentire
con unarecessione globale.
Moltieconomistidicono
chesarebbesbagliatoperla
Bcetagliareitassi:sonogià
frazeroenegativi.
«L’asticella è alta per un ta-
glio, siamo già vicini al punto
in cui ridurreancoraitassi
può portare più danni che be-
nefici all’economia dell’area
euro. Ma non credo che ci sia-
mo già. Sono invece d’accordo
nel dire che non è per stabiliz-
zare i listini azionari chevan-
no tagliati».
Vafattoperspingerele
bancheaprestaredipiùalle
impreseanzichétenerlofer-
moarendimentinegativi?
«Vedo due ragioni.Unta-
glio dei tassi facilita il credito
perché dà più incentivi alle
banche a prestare. La Bce po-
trebbe affinarelamiraemi-
gliorare aste di liquiditàcome
la Tltro, per garantirsi che il
creditovada alle piccole e me-
die imprese, soprattutto quel-
le che ora soffronoacausa
dellacaduta della domanda.
Ma la principale ragione per
tagliare è la moneta».
Intendeiltassodicambio
dell’euro?
«Sì, ma non tantoperché
una rivalutazione potrebbe
danneggiarel’export euro-

peo. È più una questione del-
l’acceleratorefinanziario, il
processo per cui degli choc
iniziali sull’economia posso-
no essere amplificati dal peg-
gioramentodellecondizioni
sui mercati finanziarieciò a
suavolta si riflette sulla situa-
zione macroeconomicain
una spirale di propagazione
continua.Èlaquestione del
carry trade».
Ilcarrytradeèlapresaa
prestitoabreveatassibassi
perinvestirepiùalungoe
piùarischio.Chec’entra?
«La ragione per cui l’euro si
èrivalutatoanche prima che

la scorsa settimana laFederal
Reserve tagliasse i tassi è che
sono stati smontati molticar-
ry trade in una situazione di
altavolatilità. All’improvviso
c’era troppo rischioemolti
volevano uscire. Questoliha
portati acomprarecarta sicu-
ra a breve in euro e hanno fat-
tosalire la moneta unica. Ma
la conseguenza di smontare il
carry trade è anche un deflus-
so dicapitali dacarta rischio-
sa in dollari. Abbiamo visto
uscitedal mercatodelle ope-
razioni americane più specu-
lativeadebitoodai mercati
emergenti».
Vuoledirecheinangoli
pocovisibilideimercatiglo-
balisinascondonograndi
rischielaBcepotrebbeta-
gliareperchélagentesièin-
debitataperinvestire?
«Esatto. È questione di im-
pedireall’acceleratorefinan-
ziario di peggiorare, di impe-
dirgli di portarci da untem-
poraneo choc di domanda a
unarecessione aperta o anche
auna depressione. Non si

tratta di far sì che non diventi
negativol’acceleratorefinan-
ziario dell’area euro. Si tratta
di far sì che non diventi nega-
tivol’acceleratorefinanziario
del mondo».
Bisognerebbecheleban-
checentralisicoordinasse-
ro.MalaFedsiègiàmossa.
«Un’azioneconcertata delle
banchecentrali non significa
che si debbano muoveresi-
multaneamente. Puoi avere
una sequenza. Ha iniziatola
bancacentrale cinese, poi la
BankofAustralia, poi laFed e
moltoprobabilmenteanche
la Bce e la BankofEngland se-
guiranno».
Lamassadiinvestimenti
speculativiadebitoècosì
vastadapotercreareuna
crisicomedodiciannifa?
«Nonèsolo la levafinan-
ziaria.Èl’interconnessione
dei mercati. Questo che viene
da un’epidemiaèuno choc
sull’economia mondiale, che
in parteriducel’offertaein
parte la domanda. Ma l’effetto
di riduzione della domanda
prevale, portandoaforzede-
flattiveche fanno scenderei
prezzi delle materie prime.
Ora, vistoillivello di levafi-
nanziaria chec’ènel mondo,
l’unico modo di garantire che
il debitoresti sostenibile è as-
sicurarsi che l’accesso alla li-
quidità non diventi un pro-
blemaeche l’economia non
collassicompletamente».
©RIPRODUZIONERISERVATA

❞ Piùprestiti
Untagliodeitassi
faciliterebbeilcredito,
darebbepiùincentivialle
bancheaprestare

Capo
economista
Sylvain
Broyer
èChief
Emea
Economist
diS&P
Global
Ratings
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