Il Sole 24 Ore - 03.03.2020

(Michael S) #1

2 Martedì 3 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Primo Piano Coronavirus


I MERCATI


Il balzo del greggio. Dopo gli scossoni dei giorni scorsi,
il petrolio chiude in forte rialzo a New York, dove le

quotazioni salgono del 4,4% a 46,75 dollari al barile.


In rialzo anche il Brent: il greggio europeo sale di oltre 4
punti a 51,78 dollari

1,11 dollari


IL CALO DEL BIGLIETTO VERDE SULL’EURO
L'attesa per un taglio dei tassi da parte della Fed entro
la riunione del 17-18 marzo fa perdere terreno al dollaro

Maximilian Cellino


«I


l coronavirus ci sta offren-


do l’opportunità di impara-


re qualcosa molto utile per
le nostre finanze personali

ed è un’occasione che va sfruttata».


Paolo Basilico non dimentica certo il
dramma legato alla diffusione del-

l’epidemia, ma invita anche a guarda-


re oltre all’aspetto medico e ai risvolti
economici legati al fenomeno. Lo fa da

voce indipendente all’interno dell’in-


dustria del risparmio gestito, quasi un
anno dopo l’addio a quella Kairos che

aveva portato al successo, e dopo aver


creato Samhita Investments, dedi-
candosi quasi esclusivamente e senza

profitto ai temi della finanza compor-


tamentale e dell’educazione finanzia-
ria degli italiani. «Occorre fare i com-

piti a casa - spiega in un colloquio con


Il Sole  Ore - e rivedere le proprie
scelte di investimento, basate su cer-

tezze illusorie che si sono create negli


ultimi anni e che adesso rischiano di
essere spazzate via in un solo colpo».

Sta dicendo che il coronavirus è


soltanto una scusa per le vendite?
Bisogna dimenticarsi il semplice lega-

me causa-effetto secondo cui i merca-


ti cedono a causa del diffondersi del-
l’epidemia: lo fanno anche per quello,

ma i movimenti degli ultimi giorni so-
no più che altro legati alle valutazioni

raggiunte, che erano difficilmente


giustificabili in base ai fondamentali
economici e che si sono create per una

pura illusione.


Quale?
Che le Banche centrali potessero in-

tervenire sempre per risolvere i pro-


blemi. Questo è un ragionamento
semplicistico che si è diffuso in modo

capillare a livello globale, fino a di-


ventare una sorta di mantra per le ca-
se di investimento. Ma è anche sba-

gliato, oltre che utopistico, perché le


banche centrali non hanno quasi più
armi a disposizione, e non è detto che

queste funzionino.


Eppure anche il rimbalzo di ieri
di Wall Street indica che gli investi-

tori confidano soltanto in questo


potere salvifico.
Leggo diversi commenti che suggeri-

scono di comprare sfruttando i ribas-


si, ma li trovo incomprensibili: su
quali prospettive si basano? Sono

convinti di essere ancora nel vecchio


mondo, ma io la penso in modo esat-
tamente opposto e invito a ridurre le

posizioni, quando sono state guidate


dall’aspettativa irrealistica che i mer-
cati debbano salire sempre.

Questo ragionamento non vale
quindi per tutti?

Chi ha la possibilità di rimanere in-


vestito senza necessità di liquidità
immediata può tranquillamente far-

lo perché queste perdite saranno re-


cuperate, ma occorre togliersi dalla
testa che possa avvenire in tempi

brevi: questa crisi non si risolve in 


giorni o con un taglio dei tassi, non
ci sono automatismi. Credo invece

che chi abbia fatto il passo più lungo
della gamba, oppure rischi di subire

una riduzione di reddito anche a


causa di questa nuova situazione,
faccia bene a ridurre l’esposizione

senza preoccuparsi troppo della vo-


latilità, che sarà elevata.
Sembra che lei parli ai risparmia-

tori perché chi gestisce i loro patri-


moni intenda.
Da quello che sento l’industria non ha

reagito ed è rimasta ferma sulle posi-


zioni precedenti. Che non ci si faccia
prendere dal panico reagendo nel-

l’immediato e in base all’emotività è


giusto, ma certi ragionamenti basati
sul fatto che si debba necessariamen-

te comprare solo perché i mercati so-


no scesi mi sembrano troppo superfi-
ciali e non possono appunto andare

bene per tutti.


Nel libro da lei pubblicato dopo
aver lasciato Kairos, «Uomini e sol-

di», fa riferimento a sirene che am-


maliano i risparmiatori. Si parla
sempre più spesso di investimenti il-

liquidi, si riferiva a questo?


Non necessariamente, gli investi-
menti illiquidi hanno il grande van-

taggio di tenere bloccato il capitale per


periodi molto lunghi,  o  anni, e
questo toglie dalle mani degli investi-

tori la possibilità di reagire di pancia,
comprando e vendendo in base al-

l’emotività. Non è però un discorso


valido per tutti e si torna quindi al
punto di partenza: si è fatta una con-

fusione enorme nella pianificazione


finanziaria personale e questo fa sì
che oggi vi siano risparmiatori con

un’esposizione al rischio che mal si


concilia con la condizione delle entra-
te e delle uscite personali. Loro sì che

hanno dato ascolto alle sirene.


Eppure, nel bene e nel male, gli
italiani sono in genere più prudenti

rispetto agli altri, più esposti sul lato


obbligazionario per esempio.
È vero, ma la tradizionale suddivisio-

ne del rischio fra azioni e bond è un


concetto ormai del tutto superato
perché avere obbligazioni in portafo-

glio non significa certo essere fuori da


ogni pericolo. Valuto invece con favo-
re il fatto di aver aumentato il ricorso

ai depositi bancari. È una scelta criti-


cata quasi da tutti, personalmente
trovo invece che nell’ultimo anno di

gran festa sui mercati detenere più li-


quidità sia stata una decisione di
buon senso: una pianificazione fi-

nanziaria perfetta, magari adottata in


modo inconsapevole.


© RIPRODUZIONE RISERVATa

L’INTERVISTA


Paolo Basilico. Il fondatore di Kairos: «Le certezze


illusorie degli ultimi anni spazzate via in un colpo»


«La crisi non passerà


a breve: occorre rivedere


le scelte d’investimento»


Wall Street rimbalza puntando


su stimolo fiscale e monetario


Nervosismo sui listini.La notizia di un vertice dei ministri del G e dei banchieri centrali spinge


la Borsa Usa. In Europa ancora massima volatilità: Milano perde l’,% e lo spread balza a  punti


Andrea Franceschi


Un’azione coordinata dei governi


dei maggiori Paesi sviluppati e del-


le principali banche centrali per fa-


re fronte alla minaccia della peg-


gior frenata dell’economia dal


 in poi. È questa la speranza


degli investitori dopo una settima-


na pesantissima su tutti i mercati


azionari globali a giudicare dalla


reazione positiva registrata da


Wall Street ieri alla notizia, rilan-


ciata in serata dalla Bloomberg,


che alla teleconferenza dei ministri


delle finanze del G in programma


per oggi parteciperanno anche i


rappresentanti delle principali


banche centrali. Di fronte a una


minaccia sempre più globale come


quella del Coronavirus - è opinione


comune tra gli investitori - è indi-


spensabile che politica fiscale e po-


litica monetaria procedano coordi-


nate in tutte le principali economie


sviluppate. Questo insomma è il


segnale arrivato ieri dagli investi-


tori sempre più convinti che la sola


arma dello stimolo monetario pos-


sa servire fino a un certo punto a


risolvere la crisi economica inne-


scata dal Coronavirus.


La reazione alle banche centrali


La fiammata di Wall Street è arri-


vata dopo una reazione in chiaro-


scuro sui listini agli annunci fatti


venerdì dalla Fed («Pronti a taglia-


re i tassi» ha dichiarato Powell) e


ieri dalla Bank of Japan e dalla


Bank of England (entrambe hanno


detto di essere pronte a varare mi-


sure di stimolo per far fronte al-


l’emergenza). Questi annunci han-


no prevedibilmente innescato un


generalizzato calo dei rendimenti


dei titoli di Stato considerati meno


rischiosi come i Treasury america-


ni (il tasso del decennale Usa ha


toccato un nuovo minimo storico
sotto ,%) o i Bund tedeschi (il

tasso del decennale ha aggiornato


i minimi da settembre a -,%)
ma non hanno arginato ad esem-

pio le vendite sui BTp italiani. An-


che ieri i titoli italiani hanno risen-
tito del rischio di una recessione e

di timori su un possibile un peg-


gioramento dei saldi di finanza
pubblica. Ieri il rendimento del de-

cennale balzato a un massimo del-


l’,% per poi chiudere all’,% e
dello spread che è arrivato a tocca-

re  punti per chiudere a .


Piazza Affari sull’ottovolante


La debolezza del nostro debito so-


vrano si è tradotta in debolezza di
uno dei comparti storicamente più

rappresentativi a Milano: quello


bancario che ieri ha perso il , per
cento. Le vendite sulle banche ma

anche su altri settori esposti al ri-


schio recessione come le costruzio-
ni o gli industriali hanno pesato

sulla performance dell’indice Ftse


Mib che ha chiuso in calo dell’,%
registrando la peggior perdita tra i

listini europei. Il saldo a fine seduta


è comunque relativamente accet-
tabile considerando che l’indice ie-

ri è arrivato a perdere oltre il ,


per cento. Nonostante le rassicura-
zioni delle banche centrali infatti è

stata una giornata volatile anche su


gli altri listini continentali: ad
esempio Francoforte che, prima di

chiudere a -,% è arrivata a per-
dere oltre il , per cento.

L’euro-dollaro vola a 1,


La reazione degli investitori all’in-
terventismo delle banche centrali

a conti fatti non è stato univoca-


mente positivo. Questo è successo
anche perché c’è una certa consa-

pevolezza sul fatto che l’arma della
politica monetaria, se non coordi-

nata e non affiancata da misure fi-


scali, rischia di risultare inefficace.
Soprattutto in Europa dove la Bce

ha uno spazio di manovra sempre


più esiguo dopo il maxi-piano (ta-
glio del tassi e Quantitative easing)

varato a settembre da Draghi.


La Bce per il momento non si è
esposta e diversi esponenti del

board hanno rilasciato dichiara-


zioni all’insegna dell’attendismo.
Una prudenza che ha avuto riper-

cussioni di mercato: sul mercato


obbligazionario con la risalita de-
gli spread periferici e sul mercato

dei cambi con l’impennata del-


l’euro-dollaro a quota , sui
massimi da gennaio.

á@franceschi_and


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sissi Bellomo


C’era da aspettarselo. Una pioggia


di certificati di forza maggiore sta


arrivando dalla Cina, dove l’epide-


mia da coronavirus non solo ha


fermato un enorme numero di at-


tività produttive, ma ha provocato


gravi ostacoli alla logistica delle


merci. Sono già oltre mila le “giu-


stificazioni” ufficiali che Pechino


ha elargito ad altrettante società,


nel tentativo di sollevarle da obbli-


ghi contrattuali per quasi  mi-


liardi di dollari.


Ad aggiornare i dati sul fenome-


no è stato Consiglio per la promo-


zione del commercio internaziona-


le (Ccpit), l’ente statale cinese che


all’inizio di febbraio aveva offerto


una certificazione legale della «for-
ce majeure» – ossia dell’impossibi-

lità ad adempiere per cause non


prevedibili né controllabili – a
chiunque fosse in grado di dimo-

strare ritardi o cancellazioni di ser-
vizi di trasporto via terra, aria o

mare. In poco più di tre settimane,


fino al  febbraio, ne ha emessi
ben . a fronte di contratti del

valore complessivo di , miliar-


di di yuan (, miliardi di dollari).
Il Ccpit afferma che le pratiche si

possono ormai svolgere presso 


agenzie diverse, dislocate in tutta
la Cina: le richieste di certificati so-

no arrivate da  province, regioni


e municipalità diverse, in relazione
a merci e servizi di ogni genere. I

settori interessati sono oltre , ri-


ferisce l’ente, anche se le richieste
di protezione legale sono «notevol-

mente più alte» in  aree di attivi-


tà: manifattura, commercio all’in-
grosso e al dettaglio, costruzioni,

leasing e altri servizi alle imprese,


componenti per centrali elettriche.
In quest’ultimo caso è probabile

che si tratti di mancate consegne


pannelli solari, pale eoliche e altre
componenti per impianti a energia

rinnovabile, vista l’alta concentra-


zione di fornitori in Cina (si veda Il
Sole  Ore del  febbraio.

Il primo caso di forza maggiore


legato al coronavirus di cui si abbia
avuto notizia era stato, quasi un

mese fa, quello di China National


Offshore Oil Corp (CNOOC), che
aveva cercato la difesa di questo

scudo legale per respingere carichi


di Gnl ordinati da alcune major oc-
cidentali. Tra queste, la francese

Total, che si è opposta alla legitti-


mità della richiesta.
Il Ccpit aveva però già emesso

altri certificati: il primo in assoluto,


scrive l’agenzia cinese Xinhua, è
stato ottenuto il  febbraio da un

esportatore non identificato che ri-


schiava perdite dirette di , milio-
ni di yuan (mila dollari) e richie-

ste di danni per altri  milioni di


yuan (, milioni di dollari). In se-
guito ne sono stati concessi ad

aziende di ogni settore, dall’elet-


tronica all’automotive, dalla side-
rurgia al tessile.

Ha invocato «per precauzione»


la forza maggiore anche Wanjia-
mei Textile, un produttore di abbi-

gliamento della provincia di Fujian


che compare nell’elenco dei forni-
tori di H&M. In questo caso avrebbe

dovuto rifornire un cliente spagno-


lo. «Non ci sono dispute tra noi e il
cliente in Spagna – ha dichiarato il

presidente della società, Tang Bofa,
al South China Morning Post – Ho

richiesto il certificato solo nel caso


in cui il cliente ci chiedesse spiega-


zioni. Farò la consegna appena


possibile, magari per via aerea per
recuperare il tempo perduto».

Molti altri esportatori hanno pro-


babilmente comunicato la forza
maggiore solo in via cautelativa,

per avere un documento ufficiale


che giustifichi ritardi e inadem-
pienze, rafforzandoli nelle trattati-

ve con la controparte.


Anche in Cina ci si interroga sul
valore legale della force majeure in

caso di epidemia: un tema su cui


non c’è un’interpretazione univoca
(molto dipende da com’è stato for-

mulato il contratto) e che rischia di
provocare numerose dispute. Ave-

re un certificato emesso da un ente


statale è comunque utile, secondo
Wang Yue, partner a Pechino dello

studio legale King & Wood Malle-


sons: «Serve nel caso in cui gover-
ni stranieri, uffici doganali, camere

di commercio, società, tribunali o


corti arbitrali non capiscano fino in
fondo oppure non si fidino di una

società cinese».


Comunicare tempestivamente lo


stato di forza maggiore può essere


utile alle imprese anche per evitare
di essere a propria volta citate per

danni dal cliente, conferma l’avvo-


cato Jingzhou Tao dello studio De-
chert in un intervento sul Financial

Times. Il legale immagina che il fe-
nomeno si estenderà anche oltre i

confini della Cina: «Se questa crisi


durerà ancora a lungo, continuan-
do a diffondersi, la questione della

forza maggiore diventerà sempre


più urgente non solo per le società
cinesi e i loro partner stranieri, ma

anche per le società basate in altri


luoghi colpiti dall’epidemia, inclusi
la Corea del Sud e l’Italia».

Il coronavirus ha infatti «bloc-


cato, almeno temporaneamente,
le supply chain globali e creato

notevoli difficoltà alle parti con-


trattuali. Sta anche creando una
montagna di contenziosi legali,

che potrebbero impiegare anni


per risolversi».


á@SissiBellomo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE RICHIESTE DI PROTEZIONE LEGALE


Dalla Cina 4mila certificati di forza maggiore


Pechino tenta di sollevare


le società da obblighi


contrattuali per  miliardi


Performance % di ieri e da inizio anno


IERI PERFORMANCE DA INIZIO ANNO

-11,


+1,


-10,


+0,


-6,


+2,


-8,






-10,


-0,


-7,


-1,


* Alle 20 ora italiana

Milano


Ftse Mib


Londra


Ftse 100


Parigi


Cac 40


Madrid


Ibex 35


Francoforte


Dax


New York


S&P 500*


Le Borse


‘‘


Nell’ultimo


anno di gran


festa sui


mercati


detenere più


liquidità è


stata una


decisione


magari


inconsapevole


ma di buon


senso


Marzia Redaelli


I mercati sono passati dall’eufo-
ria quasi irrazionale al profondo

pessimismo


Per gli investitori, infatti, l’effetto
più pericoloso del coronavirus è l’in-

certezza. Non si può ancora misurare
il suo impatto sull’economia globale.

In Cina, dove è partita l’epidemia un


mese fa, le imprese hanno segnalato
una forte contrazione dell’attività.

Nei giorni scorsi, solo le notizie


sull’intervento delle banche centrali
hanno dato qualche boccata d’ossige-

no alle azioni. La Federal Reserve, la


banca centrale Usa, si è detta pronta
ad agire, ma ha in parte deluso le

aspettative per un immediato taglio


dei tassi di interesse.
Le misure monetarie ultra-espan-

sive, che sostengono economia e mer-


cati da anni, da sole avrebbero però
un’efficacia marginale limitata. Il pro-

blema degli investitori adesso è la fi-


ducia. La paura di una frenata del Pil
italiano ha portato lo spread tra BTp e

Bund sopra i  punti base.


Diverso, secondo Fabrizio Fiorini,


direttore investimenti di Pramerica


Sgr, sarebbe l’effetto di una manovra
fiscale, soprattutto in Italia: «Lo

spread non sconta il fatto che possa


esserci una manovra fiscale espansi-
va con il benestare dell’Europa, in

grado di rilanciare l’economia e di ri-


durre le probabilità di una recessione
strutturale, cioè che vada oltre due

trimestri di calo. Paradossalmente,


l’Italia ne uscirebbe più forte, con una
velocità maggiore di uscita dalla crisi

il debito potrebbe diminuire e lo


spread si contrarrebbe».
Sotto questa luce, la liquidità dete-

nuta dagli investitori è preziosa, per-


ché è l’arma per accumulare sulle
prossime debolezze. «Ipotizzo - con-

tinua Fiorini - che marzo sarà ancora


un mese di turbolenza. Una volta che
lil quadro sarà più chiaro, però, le

banche centrali inizieranno a interve-


nire. I prossimi due mesi, quindi, do-
vranno essere di accumulazione lenta

in parallelo al miglioramento della si-


tuazione sanitaria. L’esperienza cine-
se potrà fare da metro per i tempi di

decadimento del coronavirus».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.ilsole24ore.com


Oggi pomeriggio, su 24+, sarà dispo-
nibile un approfondimento sui

mercati finanziari & coronavirus, con


i consigli ai risparmiatori


LE CONTROMOSSE PER CHI INVESTE


L’arma della liquidità


in pieno saliscendi


Fiorini (Pramerica):


«Ipotizzo che marzo sarà


un mese di turbolenza»


Apripista.
Il primo caso di

forza maggiore


legato al
coronavirus di cui

si abbia avuto


notizia è stato
quello di China

National Offshore


Oil Corp per
respingere carichi

di Gnl ordinati da
major occidentali

Marzo potrà


essere an-


cora turbo-


lento.


L’esperienza


cinese darà


la misura


dei tempi


di uscita


dalla crisi


4318


CERTIFICATI
DI FORZA
MAGGIORE
In poco più di tre
settimane,
a fronte
di contratti
del valore
complessivo
di 330,8 miliardi
di yuan (47,
miliardi di dollari)

Differenziale BTp-Bund a 10 anni


31/12/


161,4 176


02/03/


120

135

150

165

180

Lo spread


I bond de-


cennali Usa


toccano un


nuovo mini-


mo storico


sotto


1,04%,


i Bund


tedeschi


a -0,66%

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