Toscana
30 Martedì 3 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Rapporti
Gruppi e fondi esteri investono
nella ristrutturazione di palazzi
storici nelle città d’arte
—a pagina
Turismo
Gruppi e fondi
di tutto il mondo
investono
su hotel e resort
Lusso.
Il progetto
di ristrutturazione
di Palazzo Portinari
Salutati che ospiterà
anche un ristorante
di Heinz Beck
Lo scenario. Il nuovo governo regionale sarà davanti al solito
dilemma: spingere le imprese competitive o i territori in ritardo
Il nodo delle infrastrutture e la spinta degli investimenti esteri
L’export non basta
per evitare il rischio
della crescita zero
Silvia Pieraccini
P
resa tutta insieme, l’eco-
nomia toscana soffre delle
difficoltà comuni a gran
parte delle regioni italiane
più sviluppate, tanto più
adesso con gli effetti del
coronavirus che si allungano sul turi-
smo e sull’export. Il sarà un anno
con una crescita vicina allo zero, che
segue un modesto (+,% il Pil
regionale stimato dall’Irpet, “salvato”
ancora una volta dalle esportazioni)
anche sul fronte dell’occupazione.
Eppure le statistiche nascondono
settori, territori e aziende brillanti,
che stanno correndo a ritmi sostenuti
e che investono, assumono, crescono.
I settori manifatturieri più dinamici
sono la farmaceutica, la pelletteria, la
carta, anche se sulla pelle, così come
sull’intera industria della moda di lus-
so, l’effetto-coronavirus rischia di far-
si sentire con forza a causa della con-
trazione dello shopping degli asiatici.
Ad andare meglio è l’area interna della
Toscana, mentre le difficoltà restano
sulla Costa, nelle province di Massa-
Carrara, Livorno e Grosseto, e sono le-
gate alla siderurgia, all’automotive e,
più in generale, alla scarsa presenza di
manifattura di qualità.
In questo scenario, che da tempo
viene indicato come quello delle due
Toscane (o tre, se si considerano i terri-
tori periferici), si annida il Grande di-
lemma (economico) del governo regio-
nale che verrà eletto a maggio. «Se hai
poca acqua, puoi decidere di bagnare il
terreno arido oppure di innaffiare
quello fertile», dice il direttore dell’Ir-
pet, Stefano Casini Benvenuti. Fuor di
metafora, il futuro governatore - che
prenderà il posto di Enrico Rossi (non
più rieleggibile), per dieci anni presi-
dente dopo essere stato per un altro de-
cennio assessore regionale alla Sanità
- potrà scegliere di concentrare le risor-
se sui comparti e sulle aziende più per-
formanti, provando a costruire un am-
biente (ancora più) favorevole al loro
sviluppo e sperando che queste traini-
no così pezzi di filiere e realtà più picco-
le e meno strutturate; oppure potrà
preferire una sorta di finanziamento “a
pioggia”, che abbraccia anche i territori
e i settori più deboli e meno agganciati
alle traiettorie di crescita, per tentare di
farli emergere, rinforzare, sviluppare.
È un bivio strategico, da cui può dipen-
dere il futuro della Toscana.
L’attuale governo regionale aveva
tentato di imboccare la prima strada,
allargando i fondi europei (per la pri-
ma volta) alle grandi aziende e finan-
ziando solo le imprese “dinamiche”.
La strategia è stata abbozzata ma non
è andata fino in fondo.
Sul tavolo restano nodi atavici, a
partire da quello delle infrastrutture
con la stazione fiorentina dell’Alta ve-
locità ancora da costruire, la pista del-
l’aeroporto di Firenze da allungare, il
Corridoio tirrenico Livorno-Civita-
vecchia da completare così come la
Due Mari Grosseto-Fano, l’amplia-
mento a mare del porto di Livorno, la
cosiddetta Darsena Europa, da co-
struire. Ma restano anche nodi come
la formazione professionale, con la
necessità di avvicinare il mondo del
lavoro alla scuola e all’Università e di
progettare percorsi utili a soddisfare
i bisogni professionali delle aziende
(anche di quelle che hanno investito
nell’industria . e che hanno bisogno
di adeguare le competenze dei lavora-
tori), o quello dei rifiuti urbani e indu-
striali, con gli impianti rimasti al palo
e i costi (per cittadini e aziende) che
salgono, o ancora il decollo “indu-
striale” dell’economia circolare.
Dalla sua, la Toscana può vantare
una efficace strategia di attrazione
degli investimenti, affidata alla strut-
tura InvestinTuscany e “premiata”
anche nell’ultimo report del Financial
Times - (tra le medie regioni
europee è al quarto posto, unica italia-
na), un turismo in crescita (prima del
coronavirus), fonti rinnovabili uniche
come la geotermia e un brand legato
alla bellezza del paesaggio che ha an-
cora margini di valorizzazione.
Nell’immediato l’imperativo sarà
arginare il rallentamento dell’export,
che ha cominciato a farsi sentire nel-
l’ultimo trimestre del . Negli ulti-
mi dieci anni le vendite estere hanno
salvato l’economia Toscana e l’export
(vedere grafico in pagina) è passato da
un peso del -% all’inizio degli an-
ni Duemila a quello - probabile - del
% che si potrebbe raggiungere nel
(l’Istat li diffonderà l’ marzo). Si
tratterebbe di miliardi di export su
miliardi di Pil, un grande risultato
attenuato solo dal fatto che - come
spiega il direttore Irpet - la manifattu-
ra, da cui arriva gran parte delle ven-
dite estere, non è cresciuta, e questo
potrebbe significare che sono aumen-
tate le produzioni fatte fuori regione.
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Trasporti.
Il tram Sirio
prodotto
negli stabilimenti
Hitachi Rail
di Pistoia
e in funzione
a Firenze
TRE CHIAVI PER IL FUTURO
Le due velocità di sviluppo
Mutatis mutandis, negli anni
dopo la crisi del 2008, la
Toscana ha visto la replica
della situazione del Paese. Si
è accentuato il divario tra le
aree in crescita e gli altri
territori. Come Nord e Sud
dell’Italia. La strada tentata è
stata quella di incentivare
settori e imprese competitive
per attivare un traino dei
vagoni in ritardo. Una politica
che ha aumentato la
competitività all’estero dei
campioni, ma alcune filiere
faticano a crescere
LOCOMOTIVA E VAGONI
Infrastrutture e turismo
Il boom degli arrivi e delle
presenze nella Regione, negli
ultimi anni è stato imponente.
Shopping, enogastronomia e
investimenti nella cultura
hanno dato un dividendo. I
grandi gruppi internazionali
hanno ripreso a investire nella
Regione, ma per un ulteriore
salto, vista la quasi
saturazione dell’ospitalità, è
necessario alzare la qualità
dell’offerta. A partire dalle
infrastrutture ferme da 30
anni: aeroporto e alta velocità
a Firenze e corridoio Tirrenico
in primis
FIRENZE CITTÀ APERTA
Sostenibilità e sviluppo
La gestione dell’ambiente e
del territorio è da anni al
centro del dibattito. Non ci
sono le emergenze di altre
regioni, ma i rifiuti e la
capacità di smaltimento,
rischiano di diventare un
problema negli anni a venire.
La convivenza tra ambiente e
sviluppo - il piano
paesaggistico e l’industria del
marmo, lo sfruttamento
dell’energia geotermica sono i
casi limite - è la chiave per non
tradire l’anima profonda della
regione e delle sue imprese
UN’ANIMA DIVISA IN DUE
REGIONE
TOSCANA
Il governatore
Enrico Rossi (Pd)
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