Il Sole 24 Ore - 03.03.2020

(Michael S) #1

8 Martedì 3 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Primo Piano Coronavirus


CONTI PUBBLICI


Crescono le entrate.
Le maggiori entrate registrate dall’Istat dipendono dalle

imposte dirette (+3,4%) e indirette (+1,4%) e dai


contributi sociali (+3,2%), dovute anche all’aumento del
numero degli occupati.

-6,7%


IL CALO DEGLI INTERESSI
I saldi hanno beneficiato del calo degli interessi passivi
(-6,7% dopo il -1,3% del 2018)

Il boom di entrate


ferma il deficit


all’1,6%, il Pil


cresce dello 0,3%


I dati Istat . Maggior gettito dalle imposte dirette


e indirette: la pressione fiscale schizza da , a ,%


Tra le altre entrate i maxidividendi Bankitalia e Cdp


Davide Colombo


ROMA


Nell’anno di Quota  e del Reddi-


to di cittadinanza il Pil è cresciuto di


appena tre decimali (meglio dell’ul-


tima stima ferma al +,%) segnan-


do il rallentamento più marcato dai


tempi della ripresina registrata tra


il  e il . In compenso sono


migliorati i saldi, con un deficit/Pil


che s’è ridotto di sei decimali (da


-,% del  a -,%) e avanzo pri-


mario arrivato all’,%, il livello più


elevato dal . In valore assoluto


l’indebitamento è stato , miliar-


di, in calo di circa , miliardi rispet-


to a quello dell’anno precedente.


Dietro questi numeri senza dub-


bio migliori della finanza pubblica


ci sono le maggiori entrate registra-


te sul fronte delle imposte dirette


(+,%) e indirette (+,%) e dei con-


tributi sociali (+,%), dovute anche


all’aumento del numero degli occu-


pati. Ma hanno pesato pure le «altre


maggiori entrate correnti» (+,%)


dovute in particolare al dividendo


girato al Tesoro dalla Banca d’Italia


(, miliardi, una cedola superiore


di , miliardi, il ,%, rispetto a


quella del ) e alla maxi-cedola


arrivata dalla Cassa depositi e pre-


stiti, pari a , miliardi di euro (fu di


, miliardi del ). La pressione


fiscale, quindi, è salita dal ,% del


 al ,% del , il dato più


alto dal .


Mentre sul fronte delle uscite i


saldi hanno beneficiato del calo de-


gli interessi passivi (-,% dopo il


-,% del ) e delle minori spese


in conto capitale (+,% nel loro


complesso per effetto della forte


crescita degli investimenti fissi lor-


di), voce alleggerita dal venir meno
degli interventi una tantum di sal-

vataggio bancario.


La maggiore spesa vera, nel ,
è stata per le nuove prestazioni so-

ciali in denaro (+,% contro il +,%


del ’) gonfiate appunto dai pen-
sionamenti agevolati e dai nuovi

sussidi contro la povertà. Il saldo di
parte corrente (entrate correnti me-

no uscite correnti) è stato pari a ,


miliardi (contro i , del ) gra-
zie alle maggiori entrate per ,

miliardi che hanno più che com-


pensato gli , miliardi di maggiori
uscite correnti. Ma nonostante que-

sti maggiori trasferimenti in mone-


ta la spesa per consumi finali delle
famiglie ha rallentato la sua cresci-

ta, aumentando in volume dello


,% (contro il +,% nel ). An-
che il debito/Pil non è cambiato, re-

stando al livello del ,% del ,


dato tra l’altro appena aggiornato
con la revisione effettuata da

Bankitalia il  settembre scorso: il


livello ,% risulta linearmente
invariato dal , a questo punto,

se si eccettua il lieve miglioramento


(,%) del .
Istat nel breve commento che ac-

compagna la statistica flash di gior-


nata ha spiegato così il rallentamen-
to dell’economia nazionale: dal lato

della domanda, nonostante la dece-


lerazione delle esportazioni, il calo
delle importazioni ha determinato

un contributo positivo della doman-


da estera netta. Dal lato dell’offerta
di beni e servizi, la crescita del valore

aggiunto è stata sostenuta nel setto-
re delle costruzioni, modesta nei

servizi, mentre l’agricoltura e le atti-


vità manifatturiere hanno subito
una contrazione. Domani l’Istituto

di statistica offrirà maggiori dettagli


sulle componenti delle crescita 
e, soprattutto, ci dirà se è conferma-

to o meno il -,% dell’ultimo trime-


stre, un gradino probabilmente acci-
dentale (le avverse condizioni meteo

di novembre e dicembre) che ha tut-


tavia contribuito a lasciare un’eredi-
tà statistica negativa (-,%) sulla

crescita acquisita per il .


Un’eredità da soppesare al netto, na-
turalmente, degli effetti per ora in-

calcolabili dell’epidemia Covid- in


piena fase di diffusione in diverse
regioni italiane dopo l’individuazio-

ne dei primi due focolai localizzati in


Lombardia e in Veneto.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ministro
dell’Economia.

Roberto Gualtieri


alle prese con la
scrittura del

Documento di


economia e
finanza, da

presentare alle


Camere entro il
10 aprile

prossimo


ANSA

Marco Mobili


N


ell’anno della grande
frenata del Pil, che nel 

è cresciuto solo dello ,%


contro lo ,% del  , è il
Fisco a sorridere e a incassare tra

imposte dirette, indirette e


contributi sociali ben  miliardi in
più. Stando almeno alla fotografia

scattata dall’Istat. Un dato non


troppo distante dalle previsioni del
Governo indicate nel Def che

fissavano un maggiore incasso


dalle sole imposte dirette e indirette
di , miliardi contro gli ,

calcolati dall’Istituto di statistica.


Come sempre, però, se da una
parte è il Fisco a sorridere dall’altra

sono i contribuenti a piangere:


anche nel  vedono crescere la
pressione fiscale dal ,% al ,%.

E questo nonostante le tante


promesse di una riduzione del
carico fiscale su imprese e

contribuenti. Si tratta sì di mezzo


punto in più legato proprio a quella
frenata del Pil, ma il dato consolida

il primato europeo dell’Italia nelle


classifiche della tassazione.
A leggere i dati dalla parte del

Fisco il dato registrato dall’Istat è


interessante sul fronte delle
imposte indirette. Crescono meno

di quelle dirette (,% per l’Istat ma
quei , miliardi di prelievo in più

incassato dall’erario per buona


parte poggia sulla fatturazione
elettronica che trascina con sé

anche un aumento della base


imponibile che rende, di fatto
strutturali queste maggiori

entrate). Al Mef hanno ormai già


registrato che il  si è chiuso con
un maggior gettito Iva, rispetto al

, di più , miliardi, di cui


almeno ,-, legati proprio all’e-
fattura. Inoltre il contributo del

fisco digitale alla lotta al nero, di


conseguenza alle maggiori entrate
indirette, arriva anche dall’invio

telematico dei corrispettivi che da


luglio scorso ha visto coinvolti
mila soggetti con fatturati

superiori a mila euro.


L’analisi dell’Istat evidenzia
comunque che a spingere le entrate

sono state soprattutto le imposte


dirette, cresciute di ,% (,% per il
Def) e passate dai , miliardi a

, miliardi (+, miliardi). Un


andamento positivo cui hanno
contribuito i rinnovi contrattuali e

certamente il maggior numero di


contratti stabili che hanno
garantito una crescita consistente

di ritenute sui redditi dei lavoratori
dipendenti del settore pubblico e di

quelli del settore privato.


A fine novembre  il
Dipartimento delle Finanze

registrava, infatti, una crescita


complessiva delle ritenute di ,
miliardi sullo stesso periodo del

 e tra pochi giorni renderà


pubblico il totale del .
Un dato positivo è arrivato,

sempre sul fronte delle imposte


dirette, dal gettito delle sostitutive
sui redditi di capitale che nel 

hanno registrato performance


migliori del  e una crescita del
risparmio gestito. L’allargamento

del perimetro della Pa alla Sogin e


alle concessionarie autostradali ha
dato l’ulteriore spinta alle maggiori

entrate .


Nonostante la guerra dichiarata
nel  dai due Governi

gialloverde prima e giallorosso poi


al “gioco d’azzardo”, quando si
tratta di “pesare” le entrate da gioco

pubblico l’Erario torna sempre a


sorridere. Come scrive l’Istat
l’aumento delle entrate è stato

sostenuto anche dal gaming e in


particolare dal lotto e dalle lotterie.
Nei primi undici mesi, ultimo dato

disponibile del Mef, il gioco
pubblico ha assicurato oltre

miliardi (+ milioni di euro,


+,%) con il gioco del lotto che ha
portato  milioni di euro in più

(+,%) e ben  milioni in più con


l’imposta sugli apparecchi e
congegni di gioco (+,%).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ANALISI


Da e-fattura


e contratti stabili


spinta a entrate e


pressione fiscale


EFFETTO TRASCINAMENTO SUI CONTI PUBBLICI


Deficit 2020 limitato al 2,3-2,4%


ma con l’incognita recessione


Marco Rogari


Gianni Trovati


ROMA

Con i due decimali di Pil di deficit ag-


giuntivo che il Governo si appresta a
chiedere tra oggi e domani al Parla-

mento dopo un primo contatto con


Bruxelles, il disavanzo di quest’anno
nei documenti di finanza pubblica si

attesterebbe al , per cento. Ma su


questa cifra pesano due incognite, che
tirano in senso opposto.

I numeri arrivati ieri dall’Istat, con


un deficit  all’,% anziché al ,%,
offrono un po’ di ossigeno anche ai

conti di quest’anno. Ma quanto?
La composizione delle variazioni ri-

spetto alla Nadef  offre elementi


incoraggianti, perché gran parte del
miglioramento è sul lato delle entrate.

Tra imposte dirette e indirette, nei con-


ti ci sono , miliardi in più rispetto a
quanto previsto a settembre, e una par-

te di queste voci ha una connotazione


strutturale, e aiuterà anche i saldi di
quest’anno. Fra le entrate tributarie, in

particolare sulle indirette, c’è infatti


l’effetto della fatturazione elettronica,


che ha fatto emergere transazioni pri-


ma effettuate in nero. Queste voci, poi,
sono spinte anche dalla revisione del

perimetro della Pa calcolato dall’Istat,


con l’ingresso di Sogin e alcune conces-
sionarie autostradali, che ovviamente

non faranno svanire il loro impatto
quest’anno. Offrono invece meno affi-

damento le novità che si incontrano fra


le uscite: un miliardo abbondante in
meno dipende dal risparmio sugli inte-

ressi passivi, ma le fiammate dello


spread di questi giorni sollevano più di
un’incognita. Pesano anche le minori

spese di quota  e reddito di cittadi-


nanza, che però andranno calcolate a
consuntivo e quindi non possono inci-

dere più di tanto sul Def di aprile.


La domanda, allora, è quanto il «ri-
schio senza precedenti» evocato ieri

dall’Ocse eroderà l’effetto trascina-


mento delle maggiori entrate appena
certificato dall’Istat. Anche i primi due

mesi dell’anno sono andati bene, come


mostra il saldo del settore statale a feb-
braio che registra un fabbisogno da ,

miliardi, in miglioramento di , mi-


liardi sull’anno scorso (ma pesa il di-
verso calendario dei versamenti di 

miliardi di premi Inail). Ma l’esercizio


resta complicato, perché le stime sul Pil
vengono aggiornate di ora in ora.

Partendo dallo scenario della Na-


def, con una crescita tendenziale dello


,% e un deficit al ,%, una crescita
zero o poco sotto zero porterebbe il di-

savanzo al ,-,%. Con i due decimali


in più per l’emergenza coronavirus si
arriverebbe al ,-,%. Ma c’è appunto

da capire l’effetto trascinamento dei


dati certificati dall’Istat. «In uno scena-
rio di recessione leggera - calcola per

esempio Carlo Cottarelli - il buon an-


damento delle entrate può fare rispar-
miare fino allo ,%», compensando

una minore crescita fino appunto a


-,%. Il disavanzo si attesterebbe così
al ,-,%. Se la frenata dovesse essere

maggiore, ovviamente, questo fragile


equilibrio salterebbe in fretta.
Sarà il Def a offrire le prime indica-

zioni, e molto dipenderà da quanto


l’emergenza coronavirus sarà diventa-
ta pesante e duratura. In ogni caso, è

chiaro che non saranno i due decimali


di Pil in arrivo con il decreto atteso in
settimana a chiudere lo sforzo di finan-

za pubblica. La partita grossa è destina-


ta a giocarsi a Bruxelles, nel cambio di
politica fiscale di cui i ministri delle Fi-

nanze cominceranno a discutere do-
mani. Una riunione che sarà preceduta

oggi da una “conference call” dei mini-


stri del G per avviare quell’azione co-
ordinata promossa dal ministro Ro-

berto Gualtieri nell’ultimo G di Riad.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

DOMANI LA RIUNIONE STRAORDINARIA


Eurogruppo ancora diviso


su una politica coordinata Ue


Beda Romano


Dal nostro corrispondente


BRUXELLES

Sarà dedicata a uno scambio di in-


formazioni la riunione che i ministri
delle Finanze della zona euro terran-

no domani per teleconferenza. Og-


getto delle discussioni sarà natural-
mente l’epidemia influenzale che ha

colpito molti paesi europei. A propo-


sito di una azione economica coordi-
nata a livello europeo, alcuni paesi

premono per aiuti sostanziosi, men-


tre altri privilegiano la prudenza, e
vogliono evitare di dare carta bianca

alla spesa pubblica come avvenne
nel -.

Parlando ieri qui a Bruxelles, il


commissario agli affari monetari Pa-
olo Gentiloni ha escluso una crisi glo-

bale, come dieci anni fa: «Oggi preve-


derla sarebbe assolutamente prema-
turo ed irresponsabile. Certamente,

non possiamo minimizzare l’impatto


economico della diffusione del coro-
navirus perché questo è già nelle cose.

Ma anche nelle previsioni rilasciate


(ieri mattina, ndr) dall’Ocse si parla di


un rallentamento della crescita, non
di situazioni paragonabili a quelle di

- anni fa».


A proposito del calo dei mercati e
dell’aumento dei rendimenti obbli-

gazionari in Italia in particolare, l’ex


premier ha aggiunto: «Credo che si
tratti al momento di una reazione

inevitabile, normale nei mercati (...)
Quando c’è un momento di difficoltà

alcuni movimenti verso bund tede-


schi o titoli francesi sono abbastanza
ovvi e comprensibili. Non mi pare al

momento che abbiano dimensioni


allarmanti». Ha poi precisato: «Certo
la situazione va monitorata e mi

sembra una reazione fisiologica più


che patologica». Secondo le infor-
mazioni raccolte qui a Bruxelles, la

riunione straordinaria dei ministri


delle Finanze domani sarà probabil-
mente interlocutoria. Ciascun go-

verno presenterà le misure che sta


prendendo a livello nazionale. «Non
mi sembra sia già il momento di pre-

sentare una risposta articolata. Ciò


avverrà possibilmente in occasione
del prossimo Eurogruppo del 

marzo. Per ora prevale la necessità di


scambiarsi informazioni», spiegava
ieri un esponente comunitario. Nel

dicembre del , tre mesi dopo il


fallimento di Lehman Brothers, la
Commissione europeo presentò un

piano di ripresa economica da 


miliardi di euro, che nei fatti era la
somma delle misure nazionali. «Non

siamo nella stessa situazione. Allora


l’impatto era maggiore e colpi a tap-
peto», aggiunge l’interlocutore bru-

xellese. «A conti fatti, non mi sembra


si voglia oggi dare carta bianca ai go-
verni per spendere. Il nostro obietti-

vo nel caso sarà di essere più morige-


rati e più coordinati».
La cautela dell’establishment bru-

xellese è il riflesso di un dibattito tra i


ministri delle Finanze che metterà a
confronto situazioni economiche di-

verse, ma anche filosofie diverse di


politica economica. «Le nostre regole
del Patto di Stabilità e Crescita preve-

dono che in caso di circostanze ecce-


zionali, non dipendenti dai governi
ma da cause esterne, ci possano esse-

re delle deviazioni dagli impegni di fi-


nanza pubblica – ha detto sempre ieri
il commissario Gentiloni –. Questo è

un chiaro caso di questo genere e


quando arriverà la richiesta del gover-
no italiano la Commissione europea

la esaminerà con la massima apertura
e disponibilità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Gentiloni.
«Abbiamo la

clausola


circostanze
eccezionali,

considereremo la


richiesta italiana,
basata su questa

clausola, con


spirito di
solidarietà e

comprensione


per la situazione»,
ha detto il

commissario Ue


agli Affari
economici

Posizioni


articolate


fra chi chie-


de aiuti so-


stanziosi


e chi privile-


gia la pru-


denza


Al via una


task force


I NUMERI


1,6%


Indebitamento netto


Il dato registrato nel 2019 risulta il


più basso dal 2007, quando il


deficit si fermò al 1,3%. Il saldo


primario è arrivato invece al 1,7%,


il miglior dato dal 2013.


0,3%


La crescita


L’anno scorso il Pil ha segnato


il maggior rallentamento


dal 2016-


Fonte: Istat


Incidenza percentuale sul Pil. Anni 2005-


’ 05 ’ 06 ’ 07 ’ 08 ’ 09 ’ 10 ’ 11 ’ 12 ’ 13 ’ 14 ’ 15 ’ 16 ’ 17 ’ 18 ’ 19


4

2

0









INDEBITAMENTO NETTO SALDO PRIMARIO

-4,


-3,


-1,


-2,


-5,


-4,


-3,


-2,9 -2,9-3,


-2,


-2,4 -2,4-2,


-1,


0,


0,


3,


2,


0,


1,


2,2 2,


1,6 1,6 1,
1,

1,


1,


-0,


Saldi di finanza pubblica in rapporto al Pil


1,


MILIARDI DI
FABBISOGNO
Il saldo del
settore statale a
febbraio registra
un fabbisogno da
1,6 miliardi, in
miglioramento di
8,2 miliardi
sull’anno scorso
(ma pesa il
diverso
calendario dei
versamenti di 5
miliardi di premi
Inail)

Tra oggi e domani attesa


la relazione del Governo


per chiedere più disavanzo


Si parte da uno scambio


di informazioni, poi confronto


su un piano congiunto

Free download pdf