Corriere della Sera - 21.02.2020

(Martin Jones) #1


CorrieredellaSera Venerdì21Febbraio
PRIMOPIANO

3



L’attaccoèconseguenza della crescente islamofobia. Sono fiducioso che le
autorità tedesche compiano ogni sforzo per fare chiarezza sulla strage
RecepTayyipErdoganpresidentedellaTurchia

«Sono sempre pedinato,


non posso fidanzarmi»


Incubi ricorrenti di Tobias


che voleva la pulizia finale


Portod’armi,postoinbanca.Vivevaconlamamma:l’hauccisa


OnlineUn fermo immagine tratto dal video pubblicato su YouTube mostra il killer Tobias Rathjen prima di compiere la strage a Hanau. Il filmato dura un’ora e mezza ed è stato rimosso
P


aranoico, razzista,
suprematista,certo,
ma non clandestino,
né trasparente:To-
bias Rathjen gestiva
dall’agostoscorso addirittura
un sito, oscuratopoche ore
dopo la strage, dove postava
le sue farneticazioni e assicu-
ravache, sefosse esistitoun
pulsante per annientare «cer-
ti africani, asiaticiemedio-
rientali», lo avrebbe premuto
volentieri, senza esitazioni.
Nel suo «manifesto» di 24 pa-
gine non annunciavaesplici-
tamenteintenzioni omicide,
ma sciorinava tutta la sua in-
sofferenza per la massiccia
presenza di stranieri che
«mettevano in pericolo la
Germania»elacui espulsio-
ne non sarebbe stata suffi-
ciente. Occorrevano «una pu-
lizia di massima» e «una puli-
zia finale».Egli immigrati
non eranoisoli invasori che
agitavano i suoi incubi.Avver-
tiva attorno a sé spie e fanta-
smi che lo seguivano, locon-
trollavanoetentavano di pe-
netrarenel suocervelloedi

impadronirsi dei suoi pensie-
ri.
Aveva scritto al procuratore
di Hanau, la cittadina di no-
vantamila abitanti a 20 chilo-
metri da Francoforte, dove
abitava, e al procuratorefede-
rale diKarlsruhe, denuncian-
do di esseresorvegliatoda
misteriose organizzazioni se-
grete. Si era rivoltoainvesti-
gatori privati, traiquali un
austriacodiNeukirchen,con
il quale ha mantenutoicon-
tatti fino al 6 gennaio scorso,
per essere aiutato a smasche-
rare i suoi invisibili pedinato-
ri. Non haovviamente seguito
il consiglio del detective di ri-
volgersi piuttostoaunbuon
psichiatra e hacontinuato ad
alimentarelesue manie di
persecuzione, il suo odio per
le minoranze etniche, la mito-
mania che lo spingeva ad ac-
cusare Donald Trump di aver-
gli scientementescippatolo
slogan «America first».
Unasettimana fa si era ri-

voltoininglese, attraverso
YouTube, proprio al popolo
americano, esortandolo ad
aprire gli occhi, organizzarsi e
lanciare l’assalto a basi milita-
ri segrete che, negliStati Uni-
ti, «celebrano il diavolo in
persona, abusano,torturano
euccidonoibambini». La
presenza diforzeoscurein
grado di leggereaddirittura
nella mente sembrafosse una
delle fissazioni che l’uomo
diffondevavia web, assieme

all’allarme per l’esistenza di
una vasta rete di complotti ge-
stita dai servizi di intelligence
e alle sue ideexenofobe.
EppureTobias Rathjen,
iscrittoaun’associazione di
cacc iatori, possedevalegal-
mente tre pistole: la Glock 17
calibro 9 Luger che ha scarica-
to mercoledì seracontroi
clienti dei due shisha bar cur-
di, una Sig Sauereuna Wal-
ther, tutteacquistatevia In-
ternet. Era membro di una so-

cietà di tiro a segno a Bergen-
Enkheim daotto anni, e il suo
porto d’armi è stato rinnovato
appena l’anno scorso. L’am-
ministrazione del distretto
Main-Kinzig di Gelnhausen
aveva stabilito la sua idoneità,
nonostanteicontrolli, trai
più severi in Europa, chere-
golano in Germania il posses-
so di armi da fuoco.Enono-
stan te il monitoraggio da par-
te delle autorità sia aumenta-
to dopo il massacrodi

Winnenden nel 2009 (16 vitti-
me compreso il giovanissimo
assassino) e l’assalto a uncen-
trocommerciale di Monaco
del luglio 2016, quando un di-
ciottennetedescodiorigini
iraniane in preda a deliri sulla
purezza ariana, sparò e uccise
9 persone,ferendone altre 36.
Tobias èarrivatoa43anni
covando inosservatolesue
ossessioni e le suefobie. Abi-
tava con i genitori in una vil-
lettaaschiera di Helmholtz-
strasse, in un quartierepiut-
tosto anonimo e modesto alla
periferia di Hanau. Tra decine
di casette identiche bianche o
grigie,aunpianoecon un
pezzetto di giardino, unatet-
toia di mattonirossi identifi-
ca l’ingresso dell’abitazione
dei Rathjen, transennato dal-
la polizia per proteggere l’an-
dirivieni degli agenti della
Scientifica.
I vicini sapevano che era in

casa quandovedevano par-
cheggiata la sua Bmw nera,
ma avevano rare occasioni di
incrociarloodiscambiare
con lui qualche parola. E mai
nessuno lo ha visto incompa-
gnia di una ragazza: «Non
posso avereuna moglie né
una fidanzata», si lamentava
online, riferendosi sempre al-
la suacertezza di esserecir-
condato da ostili segugi.
Ancora non è chiaro il mo-
mento in cui la sua vita è de-
ragliata dai binari della nor-
malità. NatoadHanau nel
1977,Tobias Rathjen aveva
frequentato una scuola locale
lasciando sbiaditi ricordi nel-
la maggioranza dei suoicom-
pagni di classe. Il suo destino
sembravaquello di un tran-
quillo lavoroinbanca, dopo
aver conseguito il suo titolo in
business management al-
l’università di Bayreuth nella
primavera del 2007. Come un
bravo studente qualsiasi.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Gli altri


●Stephan
Balliet, 27 anni,
ha ucciso 2
persone
nell’ottobre
2019 ad Halle


Illuogo


LACASA


La palazzina della città di Hanau dove
Tobias Rathjen vivevacon l’anziana
madre. Qui l’estremista di destra si ètolto
la vita dopo aver ucciso nove persone e la
stessa madre.

L’investigatore
Sierarivoltoaun
detectiveperscoprire
chiloseguiva.Luigli
suggerìunopsichiatra

Le farneticazioni
Daagostoaveva
unsitocontro«certi
africani,asiatici
emediorientali»

Le vittime


A


spettava un bambino una delle nove vittime
della strage di Hanau.
A dirlo è il tabloidtedesco Bild , che
sottolineacome il killer abbiatolto la vita a una
donna di 35 anni, madre di due bambini, che
aspettava unterzo figlio. La donna è morta insieme
ad altri giovani (alcuni di origini curde) in un locale
di Heumarkt. Altre quattro persone invece sono
state uccise aKurt Schumacher Platz.
Secondo alcuni siti polacchi che riportano la
testimonianza del proprietario del bar in cui la
donna è stata uccisa, la vittima si faceva chiamare
Mercedes, era una polacca ro m e serviva ai tavoli
del locale. «Le vittime (tracamerieri e avventori,
ndr ) sono tutte persone checonosciamo
benissimo» ha detto, visibilmente scossa, la figlia
del gestore all’agenziatedesca Dpa, «siamo tutti
sotto choc».

Lacameriera


Mercedes, venuta dalla Polonia


era in attesa del terzo figlio


F


erhatUnvar era tra i clienti dell’Arena, uno
dei due locali preso d’assalto due sere fa da
Tobias Rathjen, mentre Gökhan Gültekin era
uno deicamerieri del locale, insieme a Mercedes,
la donna incinta uccisa.
Sono morti tutti e tre sulcolpo. «Piangiamo i
nostri fratelli», hanno dichiarato gli esponenti
dellacomunità curda.
A dareconferma dei loro nomi è il quotidiano
turco Hurriyet, che ha parlatocon Kemal Kocak, il
proprietario dell’Arena, sconvolto da quanto
accaduto poche ore prima nel suo locale: «Anche
se noi stiamo bene,Ferhat e il mio Gökhan non ci
sono più, metà dei nostri cuori sen’è andata.
Tutto è finito, possa Allah avere pazienza per
coloro che rimangono e misericordia percoloro
che muoiono. Hanno sparato ai nostri fratelli e
figli».

All’Arena


FerhateGökhan, colpiti al bar


Lutto nella comunità curda


Con gli amici
Ferhat Unvar,
22 anni, curdo,
è tra le vittime
dell’Arena, uno
dei bar colpiti
dal killer

●Stephan
Ernst, 46, ha
ucciso
il prefetto
Walter Lübcke
nel 2019

Il killer


dallanostrainviataaHanau
ElisabettaRosaspina
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