Corriere della Sera - 21.02.2020

(Martin Jones) #1


42 Venerdì21Febbraio2020 CorrieredellaSera


●Il saggio di
Carlo Bastasin,
Viaggio
altermine
dell’Occidente.
Ladivergenza
secolaree
l’ascesadel
nazionalismo ,
è pubblicato da
Luiss
University
Press (pagine
168, e 16,50)

●L’autore,
Carlo Bastasin
(1959: nella
foto qui sotto),
è Senior Fellow
della Luiss
School
of European
Political
Economy
di Roma e di

Brookings
Institution
a Washington,
Stati Uniti.
Giornalista
oltre che
accademico
e saggista,
è stato
corrispondente
dalla Germania
ed editorialista
del «Sole 24
Ore» e
vicedirettore
de «La
Stampa».
Tra i suoi libri:
Alexanderplatz.
DaBerlino
all’Europa
tedesca
(Feltrinelli,
1996), Destra
esinistra.
Politichechiuse,
societàaperta
(Università
Bocconi
Editore, 2007),
SavingEurope:
Anatomy
ofaDream
(Brookings
Institution
Press, 2015)

L’era dei bimbi pipistrello


Carlo Bastasin denuncia la nuova divergenza che spacca in due le nostre società


ScenariUn saggio edito da Luiss University Press analizza le difficoltà del presenteepropone un percorso di speranza


S


ul finire del 2011, mentre la
crisi greca giungeva al suo
culmineeanche l’Italia ri-
schiava il default, un grup-
po di lavoroformato da banchieri
centralierappresentanti del go-
verno italianocominciò a lavora-
re segretamente traRoma e Bru-
xellesauno studio su checosa
avrebbecomportatointermini
economici e politici l’uscita invo-
lontaria del nostroPaese dall’eu-
rozona. Involontaria nel senso
cheainnescarla sarebbe stata
una crisi di fiducia nella moneta
unica, tale da provocare una fuga
precipitosa degli investitori dalle
banche italiane, scenario non del
tuttoirrealisticonei mesi prece-
denti il decisivo intervento di Ma-
rio Draghi.
Ci vollero alcuni mesi per por-
tareatermine la simulazione. Il
risultatofuundocumentodi11
pagine, chiamatoPiano Z, dalla
conclusione inequivocabile: a
prescinderedallavolontà politi-
ca,per l’Italia non sarebbe stato
possibile abbandonarel’euro
senza incorrereinconseguenze
devastanti. Ancora più impres-
sionanti erano però i daticonte-
nuti nelle oltre 200 pagine di alle-
gati, dove veniva descritta in det-
taglio l’insormontabile monta-
gna di problemitecnicielegali
che sarebberostati generati du-
rante e dopo la ridenominazione
di ognicosa,realeofinanziaria
chefosse.
L’esistenza del PianoZèl’im-
portanterivelazionecontenuta
nel bel librodiCarlo Bastasin
Viaggioalterminedell’Occiden-
te , pubblicato dalla LuissUniver-
sity Press. Ma significherebbe fa-
reun grandetortoall’autoreri-
durre il suo saggio a uno scoop,
per quanto illuminante, figlio del
grande senso per la notizia di Ba-
stasin, il quale ha equamente di-
viso la sua vita professionale tra
giornalismo, ricercaeinsegna-
mentoaccademico: prima di es-
serefellowdella prestigiosa
Brookings Institution diWashin-
gton e docente alla Luiss, è stato
corrispondentedalla Germania
ed editorialista del «Sole 24
Ore», e vicedirettore a «LaStam-
pa».
In realtà, il suo libro è molto di
più. Al netto dell’amiciziaventen-
nale che ci lega, è uno straordina-
rio strumentodicomprensione
dell’epocanella quale viviamo,
probabilmente una delle migliori
analisi—solida, originale, pro-
fonda — fin qui prodotte di che
cosa ci sta succedendo. Di più,
come già avevafattoin Alexan-
derplatz.DaBerlinoall’Europa
tedesca (Feltrinelli) nel quale
aveva raccontato la Germania do-
po la riunificazione, Bastasin ci
prende per mano portandoci dal-
l’America alla Germania, dall’Ita-
liaalla Cina, da Bruxelles all’Un-
gheria di Viktor Orbán, in un rac-
contorigoroso, ma anche molto
ben scritto e denso di suggestio-
ni letterarie, nel quale si affollano
luoghi, leader politici, filosofi e
tanti aneddoti personali.
Come hanno potuto milioni di
americani credereal«vitello
d’oro»offertolorodaDonald

Trump, l’uomo delle 17 mila bu-
gie? Com’è possibile che tanti eu-
ropei sivoltino dall’altra parte di
fronteamigliaia di persone che
annegano nel Mediterraneo?Per-
ché in Germania, nei Länder del-
la exDdr, un partito sensibile al
richiamo del nazionalsocialismo
vienevotatodaunelettoresu
quattro? Ecos’ha provocato il ri-
torno in auge del nazionalismo, il
fascino dell’autoritarismo, lo
smarrimentodiobiettivicomu-
ni, la prevalenza di pulsioni pri-
mordialicome l’aggressività, il ri-
fiuto dell’altro, l’odio?
Latesi di Bastasin è che le tra-
sformazioni strutturali in atto,
trainatedall’impetuoso sviluppo
dellatecnologia, stiano produ-
cendo qualcosa di mai visto nella
storia umana: una divergenza se-
colare, che nonèsoltantogeo-
grafica, ma anche generazionale,
tecnologica e culturale e che ne-
gli ultimi anni è diventata prima
isolamento e anomia e poi deriva
economica. Con le parole dell’au-

tore,ladivergenzaèqualcosa di
molto più profondo della classica
ed evidentediseguaglianza tra
ricchi e poveri: è «il senso di mar-
ginalità avvertito sia da chiteme
il proprio inarrestabile declino,
sia da chi invece protegge un cre-
scente benessere». È un distacco
esistenziale, unaveraepropria
divaricazione dei destini che ta-
glia trasversalmente iconfini fra
gliStati e le lororegioni, le fron-
tiere umane interne a città, grup-
pi ecomunità.
Il problemacon la divergenza è

cheadifferenza delle disegua-
glianzenon la si può aggredire
con le ricette del passato,come le
politiche diredistribuzione del
reddito.Per correggerla occorre-
rebberodecenni, sarebberone-
cessarie politiche strutturali di
lungorespiro che nessuna classe
politicaoccidentale, attenta so-
prattuttoalprossimo appunta-
mento elettorale, vuole o ha ilco-
raggio divarare.
Più facile additareunnemico
esterno, gli immigratiouna po-
tenza emergente, una minoranza
oun’entità ormai mitologicaco-
me Bruxelles. Più sempliceali-
mentareunaretoricapubblica
nazionalista e aggressiva, chere-
crimina e discrimina. La paura ha
due facce: viene meno la promes-
sa liberista del benessere e quella
solidale della socialdemocrazia,
mentreloStatodidirittonon
sembra più ilcontenitorecapace
di conciliare i sommersi e i salva-
ti. E ilconflitto tra le paure gene-
ra mostri:così i bianchi america-

ni votano Trump percancellare la
riforma della sanità di Barack
Obama che favorisce le etnie più
povere.
Ci sono nel librodiBastasin
pagine di grandeforza emotiva.
Come la descrizione dei bambini
pipistrello di NewRochelle, nello
Stato di NewYork, che in un asilo
nido moltobelloeconfortevole
festeggiano ilcompleanno di
uno di loro alle 2 del mattino: so-
no i figli dei dipendenti dei turni
di nottedei centricommerciali
aperti 24/7, dormono di giorno e
vivono di notte per avere gli stessi
orari dei genitori. Oppure quelle
dedicateall’Italia, ilPaese che
non sa crescere, propriocome il
protagonista del Tamburodilat-
ta di Günter Grass, e che Bastasin
accostaaquello raccontatoda
Jorge Luis Borges in Lalotteriadi
Babilonia , nel quale premi e pu-
nizioni sono decisi da una gran-
de riffa nazionale gestita da una
Compagnia che riflette i peggiori
istinti delconsenso popolare:
«Come nella lotteria, la dinamica
dei ragionamentièsospesa: la
conclusione di ogni frasecerca
uncolpevole anziché una sintesi
dialettica».
Centrale nel libro di Bastasin è
la particolarevulnerabilità del-
l’Europa, incapace di «riconosce-
re compiutamenteilsignificato
della propria vicenda storica» e
che rischia di seguireildestino
del leggendariocavaliere del Bo-
densee, il lago di Costanza, il
quale, accorgendosi di aver attra-
versato nel buio la distesa ghiac-
ciata, rimase impietritodalla
propria impresa ecadde morto.
Eppure, alla fine della sua tra-
versata nel deserto, Bastasin indi-
caun percorso di speranza, dove
le fallaci soluzioniofferte dal so-
vranismo non rientrano neppure
tra le opzioni possibili. Contratti
invece di muri, politiche diredi-
stribuzione indissolubili da quel-
le di riforma, durata «cinese» e
consenso democratico«euro-
peo», presidicostituzionali raf-
forzati dei diritti delle democra-
zie liberali.Un consiglio: è un li-
bro imperdibile.
©RIPRODUZIONERISERVATA

L’autore


Noi,oggi
Ragnar
Kjartansson
(Reykjavík,
Islanda, 1976),
Bonjour (2015,
performance,
foto di Justine
Emard). L’opera è
inclusa nella
mostra
AGAINandAGAIN
andAGAINand
con opere di Ed
Atkins, Luca
Francesconi,
Apostolos
Georgiou, Ragnar
Kjartansson,
Susan Philipsz,
Cally Spooner e
Apichatpong
Weerasethakul al
Mambo di
Bologna fino al 3
maggio (a cura di
Lorenzo Balbi con
l’assistenza di
Sabrina Samorì)

Ilfondatoredel«NouvelObservateur»aveva99anni


Jean Daniel, più di un giornalista


PARIGI«Jean, abbiamo saputo che
Mitterrand prepara una misura che farà
discutere». «Sì, me l’ha detto ieri».
Oppure: «Jean, è in partenza per la
Spagna?». «Forse, ilre mi ha invitato, ma
sono molto occupato,vedremo». Il
protagonista di questi dialoghi, ricordati
con grande affetto da LaurentJoffrin, è
Jean Daniel,fondatore del «Nouvel
Observateur» e monumento del
giornalismo francese, morto mercoledì
sera a 99 anni. «La Francia perde una
coscienza, quella di uomini che fanno la
Storiacon la solaforza della loro penna»,
lo ha salutato il presidente Emmanuel
Macron.
Nato il 21 luglio 1920 a Blida,
nell’Algeria allora francese, nel 1940Jean
Daniel Bensaïd aderisce

immediatamente all’appello del generale
De Gaulle che invita a rifiutare la
collaborazione e acombattere i nazisti, e
partecipa alla liberazione diParigi.Poi
studia filosofia alla Sorbona e nel 1947
fonda la rivista «Caliban»col sostegno
dell’amico Albert Camus.
Nel ’54 i primi articoli per «L’Express»,
e nel 1963 la notorietà internazionale:
dopo la crisi della baia deiPorci, Jean
Daniel intervista il presidente americano
Kennedy alla Casa Bianca, evola poi
all’Avana da Fidel Castro,con il quale
passa una notte a discutere. Il giorno
dopo ècon lui sulla spiaggia diVa radero
quando arriva la notizia dell’assassinio di
Kennedy a Dallas, cherendevana la sua
opera di mediazione per la pace. Nel 1964
Danielfondacon l’industriale Claude
Perdriel «Le Nouvel Observateur», che
diventerà presto il primo settimanale
francese, punto di riferimento per la
sinistra post marxista. ©RIPRODUZIONERISERVATA

diPaoloValentino


Cultura


Dieci orecon incontri,reading, interviste,
nel segno della poesia e del suo rapporto
con le altre espressioni delgenio umano.
È il nuovo appuntamento di «Ritratti di
poesia», promosso e organizzato dalla
FondazioneCultura e Arte, ente
strumentale dellaFondazioneTe rzo
Pilastro – Internazionale, presieduta da
EmmanueleFrancesco Maria Emanuele.
Appuntamento all’Auditorium

Conciliazione (info inventaeventi.com) di
Roma dalle 9 in poicon spazi dedicati alla
poesia italiana, a quella straniera, alle
opere prime, alla nuovacollana Bompiani.
Il premio di questa 14ª edizione va a
PaoloValesio, poeta e professore emerito
dellaColumbia University di NewYork. La
greca Ersi Sotiropoulos parlerà del
proprioromanzo suCostantinoKavafis.
Chiusuracon concerto dedicato a Battisti.

OggiaRoma


Incontrieletture


Ritornano


iRitrattidipoesia


Un dettaglio del
logo dell’evento

Il libro più
recente di Jean
Daniel (1920-
2020) uscito in
Italia è
Questo
stranierochemi
assomiglia
(Baldini Castoldi
Dalai, 2008)

Ifiglidegli


addettiaiturni


dinottevivono


albuioperavere


glistessiorari


deilorogenitori


dalnostrocorrispondente
StefanoMontefiori
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