Corriere della Sera - 21.02.2020

(Martin Jones) #1


44 Venerdì21Febbraio2020 CorrieredellaSera


La carriera


●Piero Pelù,
58 anni, è nato
a Firenze.
Leader dei
Litfiba, ha
pubblicato 6
album nella
carriera solista.
L’ultimo si
chiama «Pugili
fragili» ed esce
oggi. Il rocker
sarà in tour per
i 40 anni di
carriera a
partire dal 3
luglio a
Legnano

FestivaldiBerlinoAperturadellarassegna,ladivanelruolodelladirettricediun’agenzialetteraria


Isegreti

diSalinger

SigourneyWeaver:«Nelmiofilm


lefalseletteredelloscrittore


Unasegretariaingannavaifan»


Spettacoli


1919-2010
Jerome David
Salinger in una
delle rare
immagini che
lo ritraggono:
l’autore non
amava essere
fotografato

DALNOSTROINVIATO


BERLINOLa Berlinale numero
70 aprecon i segreti di Salin-
ger,elaprima starèSigour-
neyWeaver che dice: «Questo
film è una lettera d’amore alla
letteratura».
In MySalingerYear di Phi-
lippeFalardeau, l’attriceche
rivela d’aver dovuto rinuncia-
rea molti ruoli per il suo me-
tro e 85 in ballerine senza tac-
chi, l’aliena passata nella ciur-
ma futuribile di Avatar ,di-
venta un’altera agentedi
letteraturaferma al fax, dete-
sta icomputer e la primatec-
nologia nella NewYork degli
anni 90.
E’ una storiavera in cui Si-
gourney interpreta la direttri-
cedella leggendaria agenzia
di Agatha Christie, Francis
ScottFitzgerald, Dylan Tho-
masediSalinger. Assolda
una giovane assistente,Joan-
na Rakoff: tutto quello che po-
tevadire era «SìJerry, lo riferi-
ròal capo».Jerry èJerome Da-
vid Salinger, il creatorede Il

giovaneHolden ,loscrittore
che sirese invisibile allo
sguardo degli altri scegliendo
di vivere isolato dal mondo.
Joanna Rakoff ha scritto un
romanzo-memoir (in Italia
edito da NeriPozza) che ora è,
mantenendo lo stesso titolo,
il film fuori garaaBerlino.
Sullo schermo ha ilvoltodi
Margaret Qualley, edèfiglia
di Andie MacDowell;ènata
nel ‘94, l’anno in cui sua ma-
dre fu lanciata da Quattroma-
trimonieunfunerale. E’ il suo
primo ruolo da protagonista
dopo essere stata la hippy che
fa girare latesta a Brad Pitt in
C’eraunavoltaa...Hollywo-
od diTarantino.
«Eroanch’ioaNewYork,
dovei miei sogni hanno avuto
le prime esperienze», dicela
giovane attrice. Il film esplora
due donneeunmentore, e
racconta il rapportofiltrato,
indiretto, tra un dio della
scritturaeilsuo popolo di
ammiratori. Margaret Qualley
si dichiara «una fan di Sigour-
ney». Dunque andiamo da lei,

una delle pochevoci di donne
americane ad aver firmato
una petizione quandoPolan-
ski fu arrestato in Svizzera, Si-
gourney della classe (sociale)
alta tanto davenir sopranno-
minata «Park Avenue
actress», una donna a cui non
fa difetto l’autoironia tanto da
tuonareperiodicamenteda
lassù: «Il problema dei ruoli
persiècheiproduttori sono
bassi e non sono mai entrata
nellacategoria delle loro fan-
tasie sessuali».
«Le lettere dei fan di Salin-
ger — aggiunge laWeaver —

rivelavano impazienza, dice-
vano che IlgiovaneHolden
avevacambiatolelorovite».
Perproteggereloscrittore
fantasma, mortonel 2000,
c’era una risposta standard
(«la ringrazio ma non posso
risponderleinquanto...»), e
questoera ilcompitodella
giovaneJoanna. Fino a quan-
do si finge Salinger, persona-
lizzando le risposte, che rag-
giungono aspiranti scrittori,
studenti,reduci di guerra,
gente segnata da unromanzo
diformazione che havenduto
70 milioni dicopie. Di Salin-

ger nel film si ascolta lavoce,
si intravvede fuggevolmente,
«l’unica invenzione è la scena
in cui sirecain agenzia, dove
non aveva mai messo piede»,
diceJoanna Rakoff.
L’agenzia è ricostruita tale e
quale nel suo stile oldfashion.
«Sai battere a macchina?”, è la
primacosa che chiede la di-
rettricealla sua assistente,
che non avevamai lettouna
riga di Salinger. «Quel mondo
letterario impermeabile alle
nuoveprocedureancora esi-
ste a NewYork», dice Sigour-
ney. «E’vero— aggiungeFa-
lardeau, ilregista che sfiorò
l’Oscarcon MonsieurLazhar
— è una città cheoffre lecose
piùcooleunfeeling senza

tempo». Diced’averpreso in
mano quelromanzo«che si
legge da adolescenti, per la
primavolta a 49 anni».
Il film diFalardeau ha aper-
tol’edizione del passaggio di
consegne alla direzione arti-
sticatra DieterKosslick (ha
regnatoper 18 anni)eiltori-
nese Carlo Chatrian (exFesti-
val di Locarno). Molto cinema
italiano,conundoppio Elio
Germano. Dalle parole di
Jeremy Irons, presidentedi
giuria (c’è anche il nostro Lu-
caMarinelli che viveaBerli-
no), sembra rimasta intatta
l’anima politica. Irons, sciarpa
alcollo annodata daregista,
condanna «l’ineguaglianza di
genere, non dimentichiamo
abusi sessuali e il diritto a ma-
trimoni gay e aborto». Intanto
lafolla delfestival arrancain
ritardo per la chiusura della
vicinafermata della metroa
Potsdamer Platz, in molticor-
ronoconlamascherina, ma
qui l’unico virus è il cinema.
ValerioCappelli
©RIPRODUZIONERISERVATA

Newyorkese
Sigourney
Weaver, 70
anni, nata a
New York, in
«My Salinger
Year» diretto
da Philippe
Falardeau.
Interpreta la
direttrice di
un’agenzia
letteraria

❞ L’attrice
Iosonoaltaeiproduttori
bassi:perquestonon
sonomaientratanelle
lorofantasiesessuali

Esce«Pugilifragili»


PieroPelù:«Unacanzoneperfermaregliuominiviolenti»


D


elle squame ricoprono
le braccia di PieroPelù.
Non è un nuovotatuag-
gio. «Sono soltanto nellafoto.
Indicano che stomutando,
stocambiando pelle: lacolla-
borazioneconunproduttore
come LucaChiaravalli ha ag-
giunto un’anima elettronica al
miorock allaStooges», rac-
conta ilrocker,reducedaun
Sanremo che lo ha visto anda-
reoltreprevisioni. «I book-
maker mi davano più o meno
negli ultimi posti. Su quel pal-
coinvece è esplosa una som-
ma di energie chec’era da pri-
ma nei solchi di questo disco
che esce adesso».
L’album si chiama «Pugili
fragili»enei momentirock

pesta pesante, anche se l’ap-
porto dell’elettronica lorende
piùcompatibilecon il mondo
delle radio. Assieme altour
che partirà a luglio è «lafesta
peri40anni dicarriera», da
quell’8 marzo1980 in cui «in
un circolo Arci di Firenzemi
feci un palco da solo legando
assiemeitavoli dellatombo-
la». Ci saràtempo pertornare
a litigarecon i Litfiba («Le di-
scussioniconilnuovopro-
duttoresono nulla secon-
frontatecon quelle nella
band: ho le spalleforti che po-
trei produrre un disco di Eros
Ramazzotti»)efesteggiare
ancheconlabandiquattro
decenni che scattanoadi-
cembre.

Il pugilePelù ne ha più pre-
seopiù date? «Vivodasem-
preuna vita estremaconla
musica. È un ringcontinuo in
cuicambia l’avversario: una
volta è ilrock morente, un’al-
tra il mercatochecambia...
devi essere pronto a incassare
e attaccare». Nella vita ha in-
crociato i guantonicon molti,
non ultimoRenzi cui ora deve
20 mila euro per averlo defini-
to«boyscout di Licio Gelli».
La risposta è un dito medio al-
zato e la scritta sul petto «No
comment».
Alle donne vittime di vio-
lenza,èdedicata «Nata libe-
ra»: «Dobbiamo chiedere
scusa per quantonoi maschi
siamo incapaci di gestirei

rapporti umani. Spero nasca-
no associazioni di sostegno
agli uomini chevengono la-
sciatienon sanno affrontare
questa fase della vita in modo
civile.Va nno acciuffati prima
che facciano dannicome
quell’uomoaSassari che ha
distruttotreviteinungior-
no». Aperturaechiusura del
discosono «Pic-nic all’infer-
no» (uscita mesi fa,con lavo-
cedi Greta Thunberg) e «Ca-
nicola»: «L’emergenza am-
bientale sarà untema del
tour: ripulirò una spiaggia o il
greto di un fiume a ogni tappa
con l’aiuto deivolontari di Le-
gambiente».
AndreaLaffranchi
No commentPelù e la risposta alla lite con Renzi ©RIPRODUZIONERISERVATA

DeSica


«Verdonemiaggredì
perchéuscivo
consuasorella»

«Una volta mi sono scontratocon CarloVerdone, che è anche mio
cognato, davanti acasa mia. Lui dice che mi ha menato, invece ci
siamo solo strattonati, luice l’avevacon me perché uscivocon sua
sorella». A raccontare l’aneddoto è Christian De Sica,ospite di «Non è
un Paese per Giovani», il programmacondotto daTo mmaso Labate
e MaxCervelli suRai Radio2. «Mi diceva: tu sei un puttaniere, esci
con mia sorella che ha lacoda dicavallo, è piccola! — ha proseguito
Christian De Sica — quindi erano solofatti familiari, non c’era nulla di
professionale. Sul set io seguo laregola di Alberto Sordi: bacia e
abbraccia tutti»

In giuria


●Luca
Marinelli (foto),
nella giuria
presieduta da
Jeremy Irons

●In gara per
l’Italia al
Festival due
film. «Volevo
nascondermi»
di Giorgio Diritti
sul pittore
Ligabue e
«Favolacce»
dei fratelli
D’Innocenzo
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