Corriere della Sera - 13.03.2020

(Nancy Kaufman) #1


CorrieredellaSeraVenerdì13Marzo
PRIMOPIANO


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L’allarmediConfindustria:sechiudeilsistemaindustrialearischioapprovvigionamenti


necessariperlefamiglieitaliane,ancheperledifficoltàdeitrasporticonl’estero.Re


David(Fiom):mancanolemisureeleiniziativevolteallaprotezionedeilavoratori


Gliimpianti
Alcuniimpianti
sonorimasti
chiusiper
l’impossibilità
dirispettare
iprotocolli
sanitariche
impongono
ildistanzia-
mentotrale
personeel’uso
didispositivi
diprotezione

Bonometti:


l’Europasifermi,


andiamoinferie


epoiripartiamo


«Daisindacatiscelteirresponsabili»


«Qui servel’Europa. Dov’è?
Ha ascoltatoleparole della
Lagarde? Non ha rassicurato
nessuno. Avoler pensar male
potremmo persinoaffermare
chevederel’Italia in ginoc-
chio per qualche altroPaese
europeo significapensaredi
approfittaredelle quotedi
mercatoche stiamo perden-
do. Non sanno che la pande-
mia riguarda tutti e la risposta
deveessere europea».
Come?
«Fermiamo l’Europa e
mandiamo, se possiamo, tutti
inferie. Costruiamo unazona
rossa per tutti. Blocchiamo
anche gli altriPaesi, risolvia-
mo la questione sanitaria e
omogeneizziamo lo stop alle
produzioni altrimenti uscia-
mo dallecatene globali delva-
lore,veniamo sostituiti dai
concorrenti. Il nostroexport,
450 miliardi all’anno, si ridu-
cein maniera sensibile e non
ci riprendiamo più».
MarcoBonometti ha per-
corso in questi giorni un cri-
nale strettissimo ma ha cre-
dutovalesse la pena farlo.Una
strada cheisindacati hanno
giudicato troppo «produttivi-
sta». Eppureilpresidentedi
Confindustria Lombardia alla
fine ha avuto ragione: ha tro-
vatoun accordo con laRegio-
ne Lombardia che invocava il
bloccototaleconilsistema
sanitario vicino alcollasso. E
l’ultimo decretofirmatoda
Conte in sostanzarecepisce la
proposta lombarda checon-
senteditutelaregli impianti
industriali rilevanti.
Marestanoinodisullasa-
lute.Lefabbrichesonoin
subbuglio,scioperiovun-
que.Isindacatilamentano
chemolteimpresenonrie-

sconoarispettareiproto-
collisanitari.
«La premessa doverosa: chi
nonriesceadadeguarsi deve
chiudereimmediatamente.
Noi abbiamo proposto unco-
dice di autoregolamentazione
cherecepisce il decreto dell’
marzo. Con la limitazione
massima degli spostamenti,
la giusta distanza tragli ad-
detti e la chiusura deireparti
aziendali non produttivi. Così
tuteliamo la salute e lasciamo
aperti chi è in grado di farlo».
Quelcodicediautoregola-
mentazione,però,ètacciato
diesseretroppodiscrezio-
nale.

«Alt.Atteniamoci ai proto-
colli.Einquestomomento
non si risolvecon gli scioperi,
ora irresponsabili. Serveuno
scattoda partedei sindacati,
altrimenti da qui in poi trovia-
mo solo macerie».
Qualisonogliimpiantiri-
levantichenonpossono
chiudere?
«È ilcaso dei siti produttivi
Rir (Rischio incidente rilevan-
te,ndr.), ossia quegli stabili-
menti che possono diventare
pericolosi per l’ambientee
per la sicurezza se non presi-
diati anche dopo unfermo
produttivo. L’alimentareeil
farmaceuticonon possono
fermarsi. Ma anche le macchi-
ne utensili e gli imballaggi».
FabioSavelli
©RIPRODUZIONERISERVATA

Marco
Bonometti,
65anni,
guida
Confindustria
Lombardia

❞Nonvorrei
chevedere
l’Italiain
ginocchio
facesse
pensarea
qualche
altroPaese
divolersi
approfittare
dellequote
dimercato
chestiamo
perdendo

❞Chinon
riescea
rispettare
iprotocolli
sanitari
imposti
dalle
autorità
deve
chiudere.E
aisindacati
dico:non
servono
gliscioperi

insufficienti e latensione prende il sopravvento. È il
caso delle numerose imprese che ieri sono entrate in
sciopero, dalla Ast diTerni (acciaio) alla Electrolux di
Susegana, dalla Fincantieri diPorto Marghera, Mestre
e Ancona, allaVa leo di Mondovì e alla Dierre di
Villanovad’Asti, entrambe in Piemonte. E anche la
Leonardo di Grottaglie, in Puglia. Lo sciopero è stato
proclamato allaexIlva da oggi e fino al 22 marzo dalla
Fim Cisl e dall’Usb. Il presidente di Confindustria
Taranto, Antonio Marinaro, si è schierato al fianco
delle maestranze,con una lettera all’amministratrice
delegata Lucia Morselli e al premier Giuseppe Conte
in cui si lamentano criticità nell’applicazione delle
norme di sicurezza. Da segnalare alcune fabbriche in


cui siregistranocasi dicoronavirus ma si è riusciti a
trovare il modo di nonfermare la produzione. È il
caso dellaSt Micro di Catania, della Bosch. La Piaggio
ripartirà il 16 marzo dopo aver implementato «tutte le
precauzioni sanitarie previste». In questocontesto di
progressivo rallentamento della produzione si
registra uncasocontrocorrente. È quello della
americana Abb che ha chiesto ai dipendenti di
lavorare su 18 turni, da Dalmine, in Lombardia a
Frosinone nel Lazio. La linea ècontinuare a produrre.
Anche allungando l’orario oltre la normacon qualche
ora di straordinario.
R.Que.
©RIPRODUZIONERISERVATA

ConfindustriaLombardia


penalizzando i fatturati dei liberi professionisti.Una
situazione denunciata anche da Confprofessioni, la
principale Confederazione di liberi professionisti in
Italia, a cui appartengono i medici di base,con il
rischio di chiusura degli ambulatori; i dentisti, anche
lorocostretti a chiudere per mancanza di personale o
clienti; gli ingegneri e gli architetti, chevedono i
cantieri chiudersi. «Chiediamo al governo — dice
Armando Zambrano, presidente degli ingegneri
italiani — di operarecon urgenza anche nell’ambito
deicontratti pubblici per sostenere le attività che
possono proseguire e di imprimere un’accelerazione
verso l’approvazione e l’applicazione del
Regolamento di attuazione delcodice deicontratti.


Urgente e indispensabile, infine, è l’applicazione
della misura indennitaria di 500 euro ai
professionisti iscritti alle Casse dicategoria e che
questa nonconcorra allaformazione delreddito».
Altrotema è la semplificazione burocratica segnalata
daiconsulenti del lavoro: «I nostri studi — afferma
Marina Calderone, presidente deiconsulenti del
lavoro — saranno presto oberati dalla gestione degli
adempimenti per gli ammortizzatori sociali che
stanno per esserevarati. Sarà indispensabile che le
procedure siano snellite al massimo. Le pratiche
dovranno essere gestite intempi molto rapidi»
IsidoroTrovato
©RIPRODUZIONERISERVATA

consapevolezza della difficoltà del momento. Ma
anche ilterrore di non riuscire a riaprire unavolta
che l’emergenza finirà. Il problema principale è la
carenza di liquidità immediata. Le fatture non
vengono più incassate. Chi non ha untesoretto
rischia di essere appeso agli ammortizzatori sociali,
allacassa integrazione in deroga, ai sussidi (minimi)
per gli autonomi. La sensazione è quella di vivere in
untempo sospeso, riflettono da Cna. I servizi di cura
alla persona,come i parrucchieri, si erano già
svuotati prima del decreto di bloccodi ieri. Leregole
dello smartworking poi si applicano poco alla
categoria. Molti lavorano in proprio, hanno spesso
un piccolo negozietto. Qualchevolta dei dipendenti


che svolgono mansioni manuali difficilmente
replicabili daremoto. Ma è chiaro che ora la
condizione ineludibile è il distanziamento sociale. E
alzare la saracinesca al momento non ha alcuna
convenienza economica. Dice Eugenio Massetti,
presidente di Confartigianato Lombardia, di
auspicare che «il decreto annunciato preveda la
sospensione di ogni tipo di adempimento e dei
versamenti tributari almeno fino al 30 aprile; la
moratoria dei mutui fino a fine anno; ammortizzatori
sociali per tutti i lavoratori;contributi alle imprese a
supporto delfermo impresa».
F.Sav.
©RIPRODUZIONERISERVATA

servizi essenziali e indifferibilirestano dunque
garantiti, ma alcontempo levarie amministrazioni
pubbliche sonotenute aconsiderare lo smart
workingcome la modalità di lavoro ordinaria. Ogni
amministrazione nel frattempo ha predisposto
proprie misurecome l’Agenzia delle Entrate che in
una direttiva stabilisce la sospensione delle attività di
controllo, accertamento,contenzioso tributario e
riscossione, fatta eccezione per tutte le pratichecon
termini di decadenza o prescrizione imminenti.Una
scelta che permette all’Agenzia di ridurre la presenza
del personale (37 mila dipendenti) nelle circa 400
sedi delle Entrate e nelle circa200 sedi doveviene
svolta l’attività di riscossione. Analoga decisione è


stata adottata dall’Inps stabilendo che tutti i servizi
informativi sianoforniti attraversocontatto
telefonico otelematico.Utenti e pensionati possono
inoltre ricorrere al tradizionalecontactcenter
dell’Inps. A garantire il servizio è anchePoste Italiane
che tuttavia stacontingentando sia le aperture
pomeridiane degli uffici aperti su doppio turno sia di
quelli aperti solo al mattino. Neicomunicon un
unico ufficio è stato deciso di aprire a giorni alterni. Il
recapito prosegue a ranghi ridotti. Molti tribunali
stanno predisponendo la possibilità di svolgere
udienze civili via Skype e penali in videoconferenza
AndreaDucci
©RIPRODUZIONERISERVATA
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