La Stampa - 09.03.2020

(Wang) #1

ALBERTO ABBURRÀ


Per l’Oms non è ancora una
pandemia, ma ormai è chiaro
che il coronavirus ha assunto
dimensioni globali. Lo dico-
no i numeri: 106 Paesi coin-
volti nel mondo, oltre 109 mi-
la contagiati, 3800 morti. In
questo scenario mentre la Ci-
na sembra rialzare la testa
(solo 44 nuovi casi), l’Europa
è uno dei fronti più caldi. In
Francia il numero di persone
positive ha superato quota
mille, 1126 per la precisione.
Parigi ha vietato i raduni con
più di 1000 persone. In Gran
Bretagna c’è stato un nuovo
picco di contagi che ha porta-
to il totale a 273. Lo stesso va-
le per la Germania dove i ma-


lati sono 1018 e proprio ieri è
arrivata la notizia della pri-
ma vittima (un 60enne che si
trovava in Egitto). Che fosse
ormai necessaria una sterza-
ta nella gestione dell’emer-
genza lo si era capito già nel fi-
ne settimana quando il mini-
stro della Sanità tedesca Jens
Spahn ha spiegato che «i con-
tagi sviluppati all’interno dei
confini nazionali hanno ini-
ziato a superare quelli arriva-
ti da altri Paesi». Allora ecco
arrivare le prime misure re-
strittive. A partire da oggi la
Francia chiude le scuole nelle
zone dei focolai (Oise e Alto
Reno). Attraverso il responsa-
bile della Salute, la Germa-
nia chiede di vietare tutti gli


eventi con oltre mille perso-
ne comprese manifestazioni
sportive, fiere e concerti. Ma
c’è di più: alle solite racco-
mandazioni igieniche, il mi-
nistro tedesco aggiunge an-
che l’invito a non recarsi nel-
le zone rosse italiane. Un sug-
gerimento, quello di non spo-

starsi nel nostro Paese, che si
è trasformato in un divieto
assoluto lungo 60 giorni per
tutti i soldati americani e le
loro famiglie. In patria l’am-
ministrazione Trump è stata
duramente criticata per non
aver informato la popolazio-
ne sulla diffusione del virus.

Il presidente ha respinto le ac-
cuse ribadendo che «ci siamo
mossi molto presto chiuden-
do le frontiere e le aree a ri-
schio», ma è evidente che l’in-
sorgere di un’epidemia possa
rappresentare un problema
per Trump, soprattutto sulla
strada della rielezione. Molti

commentatori hanno sottoli-
neato come una debolezza il
fatto che il governo federale
Usa non stia comunicando
giorno per giorno il bilancio
dei contagi su scala naziona-
le (stimati in 213), ma lo fac-
cia solo attraverso i governa-
tori dei vari Stati, alcuni dei

quali hanno già dichiarato lo
stato di emergenza.
L’Italia dal canto suo resta
nel mirino anche dopo aver
blindato le province del
Nord. L’Austria con il cancel-
liere Sebastian Kurz fa sape-
re che inizierà i controlli sani-
tari alla frontiera per «disin-
centivare il più possibile che
gli italiani vengano da noi e
che gli austriaci si rechino in
Italia». E mentre il premier
ceco Andrej Babis dichiara
che «l’Italia dovrebbe vieta-
re ai suoi cittadini di viaggia-
re in Europa in modo da ri-
durre la diffusione del coro-
navirus», il primo ministro
maltese Robert Abela fa la
voce fuori dal coro e si oppo-
ne alle richieste interne del
suo governo di chiudere il
traffico aereo verso il Nord
Italia spiegando che «isolar-
si sarebbe un errore perché
il coronavirus non è la pe-
ste». Poi c’è il problema dei
tamponi. Il Belgio ha dichia-
rato che sta facendo i conti
con la scarsità di agenti reat-
tivi per effettuare le analisi
e questo potrebbe costituire
un altro problema serio.
Non mancano però le buone
notizie. Come ha conferma-
to il ministro israeliano con
delega alla Scienza, Ofir
Akunis, c’è la speranza che
un vaccino possa essere
pronto in poche in settima-
ne e disponibile entro 90
giorni. Intanto in Cina altri
due ospedali che erano stati
attrezzati a Wuhan per far
fronte all'emergenza sono
stati chiusi. Diventano così
11 le strutture che hanno
cessato l'attività per effetto
del calo di contagi. —
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L’Italia sui giornali nel mondo

Il virus in 106 Stati


Boom di contagi


nei Paesi europei


In Francia e Germania i positivi sono oltre il migliaio


E Parigi vieta i raduni pubblici con più di mille persone


Altri due ospedali che era-
no stati ricavati da edifici
preesistenti a Wuhan, in
Cina, all'inizio dell'emer-
genza coronavirus sono
stati chiusi - fino ad oggi
sono stati undici - per il ca-
lo del numero dei conta-
giati. Le autorità locali, co-
munque, restano in vigo-
re stringenti misure di
prevenzione e conteni-
mento della malattia

EMERGENZA GLOBALE


The Guardian
«Un quarto della popolazione
dell’Italia messo in quarantena»

New York Times
«L’Italia del Nord bloccata, il vi-
rus minaccia l’economia»

BBC


«Nord Italia, in quarantena
16 milioni di persone»

Israele lavora ad un
vaccino che potrebbe
essere disponibile
entro 90 giorni

Wuhan, chiusi 2 ospedali


L'Europa probabilmente
ha fatto «troppo poco e
troppo tardi» per contene-
re l'epidemia a differenza
della Cina che ha messo in
atto «il più ambizioso agile
e aggressivo sforzo mai vi-
sto nella storia». Lo scrive
in un editoriale non firma-
to Lancet, che esorta i go-
verni ad una azione più de-
cisa anche sulle restrizioni
alle libertà personali.

Lancet: Europa ha fatto poco


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