La Stampa - 09.03.2020

(Wang) #1

.


RETROSCENA


Il presidente della Regione Alberto Cirio

Carissimi Piemontesi, sono
positivo al coronavirus.
Non avrei mai pensato di
dover scrivere una lettera
per raccontare una cosa co-
me questa, ma probabilmen-
te ciò dimostra quanto sia ec-
cezionale quello che tutti noi
siamo vivendo. Qualche gior-
no fa, il 4 marzo, mi sono re-
cato a Roma per un incontro
con il premier Conte che ri-
guardava proprio le misure
urgenti per affrontare questa
emergenza sanitaria ed eco-
nomica. Come sapete a Palaz-
zo Chigi erano presenti con
me anche altri governatori e

uno di loro, nella giornata di
sabato, è risultato positivo al
test sul coronavirus. Per pu-
ro spirito di responsabilità
ho pertanto deciso, come gli
altri presidenti di Regione
presenti quel giorno, di sotto-
pormi a scopo precauzionale
a un tampone. Che, purtrop-
po, è risultato positivo. Desi-
dero rassicurarvi sul fatto
che sto bene. Mentirei a dirvi
che non sono preoccupato,
ma vi garantisco che non so-
no allarmato.
Da settimane sottolineo il
bisogno di non lasciarsi so-
praffare dalla psicosi.
E, quindi, anche oggi che
la situazione mi tocca così da
vicino e mi costringe a que-

sto strano isolamento, per
me è uno stimolo in più per
continuare a lavorare, con lu-
cidità e determinazione, per
tutelare la sicurezza di ognu-
no di noi.
Un impegno che, da due
settimane ormai, condivido
ininterrottamente con i miei
assessori, l’Unità di crisi del-
la Regione Piemonte e tutto
il personale sanitario.
Fin dal primo giorno ho ri-
tenuto importante seguire
una linea di grande razionali-
tà e massimo rispetto delle
valutazioni tecniche. La scor-
sa settimana ho voluto poten-
ziare il nostro Comitato scien-
tifico, perché sono ferma-
mente convinto che in una

emergenza sanitaria a parla-
re debbano essere i medici,
non i politici.
A noi istituzioni spetta il
compito di attuare ciò che la
scienza medica ci indica, sen-
za lasciarci prendere da isteri-
smi, fobie, ma nemmeno da
superficialità.
Stiamo facendo tutti insie-
me uno sforzo enorme per
prepararci a una ulteriore
evoluzione del contagio, che
al momento purtroppo non
accenna a diminuire. Stiamo
predisponendo e potenzian-
do i posti in rianimazione e le
attrezzature necessarie, in
modo da farci trovare pronti
anche di fronte all’emergen-
za più dura.

Vi assicuro che sono piena-
mente consapevole del disa-
gio che state vivendo e sento
su di me la preoccupazione
delle famiglie e il dolore del-
le nostre imprese, dei nostri
commercianti e di tutto il
mondo economico che oggi
sta subendo un dramma nel
dramma.
Per tutti voi stiamo predi-
sponendo le misure di soste-
gno più idonee.
Abbiamo già attivato il Go-
verno e vi assicuro che fare-
mo sentire la nostra voce for-
te in Europa.
Le ferite economiche, pe-
rò, anche se a fatica si posso-
no curare.
Quelle della vita umana
non sempre, e dobbiamo fa-
re di tutto per prevenirle.
In gioco c’è la salute dei cit-
tadini piemontesi, di ognuno
di noi, dei nostri figli e soprat-
tutto dei nostri anziani, a cui
il Piemonte deve tanto.
Sono coloro che, dal dopo-
guerra a oggi, hanno trasfor-
mato la nostra regione in una
delle più forti d’Europa. So-
no i nostri genitori, i nostri
nonni.
E oggi noi abbiamo il dove-
re di proteggerli.
Il coronavirus lo vincere-
mo, però, solo se ognuno di
noi farà la sua parte e soprat-
tutto se per qualche tempo
(un tempo difficile ma limita-
to) accetteremo di cambiare
le nostre abitudini di vita.
Solo così potremo essere
pronti a ripartire.
Con una certezza: il coro-
navirus sarà anche forte, ma
i Piemontesi lo sono di più.

C


arissimi Piemontesi,
sono positivo al coro-
navirus.
Non avrei mai pen-
sato di dover scrivere una lette-
ra per raccontare una cosa co-
me questa, ma probabilmente
ciò dimostra quanto sia ecce-
zionale quello che tutti noi sia-
mo vivendo. Qualche giorno
fa, il 4 marzo, mi sono recato a
Roma per un incontro con il
premier Conte che riguardava
proprio le misure urgenti per
affrontare questa emergenza
sanitaria ed economica. Come
sapete a Palazzo Chigi erano
presenti con me anche altri go-
vernatori e uno di loro, nella
giornata di sabato, è risultato
positivo al test sul coronavirus.
Per puro spirito di responsabili-
tà ho pertanto deciso, come gli
altri presidenti di Regione pre-
senti quel giorno, di sottopor-
mi a scopo precauzionale a un
tampone. Che, purtroppo, è ri-
sultato positivo. Desidero rassi-
curarvi sul fatto che sto bene.
Mentirei a dirvi che non sono
preoccupato, ma vi garantisco
che non sono allarmato.
Da settimane sottolineo il bi-
sogno di non lasciarsi sopraffa-
re dalla psicosi.
E, quindi, anche oggi che la
situazione mi tocca così da vici-
no e mi costringe a questo stra-
no isolamento, per me è uno
stimolo in più per continuare a
lavorare, con lucidità e deter-

minazione, per tutelare la sicu-
rezza di ognuno di noi.
Un impegno che, da due set-
timane ormai, condivido inin-
terrottamente con i miei asses-
sori, l’Unità di crisi della Regio-
ne Piemonte, tutto il persona-
le sanitario, ma anche i prefet-
ti a cominciare da Claudio Pa-
lomba, tutti i sindaci, i presi-
denti di Provincia, le istituzio-
ni e le forze dell’ordine.
Fin dal primo giorno ho rite-
nuto importante seguire una li-
nea di grande razionalità e
massimo rispetto delle valuta-
zioni tecniche. La scorsa setti-
mana ho voluto potenziare il
nostro Comitato scientifico,
perché sono fermamente con-
vinto che in una emergenza sa-
nitaria a parlare debbano esse-
re i medici, non i politici.
A noi istituzioni spetta il
compito di attuare ciò che la
scienza medica ci indica, sen-
za lasciarci prendere da isteri-
smi, fobie, ma nemmeno da su-
perficialità.
Stiamo facendo tutti insie-
me uno sforzo enorme per
prepararci a una ulteriore evo-
luzione del contagio, che al
momento purtroppo non ac-
cenna a diminuire. Stiamo
predisponendo e potenzian-
do i posti in rianimazione e le
attrezzature necessarie, in
modo da farci trovare pronti
anche di fronte all’emergen-
za più dura.
Vi assicuro che sono piena-
mente consapevole del disa-
gio che state vivendo e sento

su di me la preoccupazione
delle famiglie e il dolore delle
nostre imprese, dei nostri com-
mercianti e di tutto il mondo
economico che oggi sta suben-
do un dramma nel dramma.
Per tutti voi stiamo predispo-
nendo le misure di sostegno
più idonee.
Abbiamo già attivato il Go-
verno e vi assicuro che faremo
sentire la nostra voce forte in
Europa.
Le ferite economiche, però,
anche se a fatica si possono cu-
rare.
Quelle della vita umana
non sempre, e dobbiamo fare
di tutto per prevenirle.
In gioco c’è la salute dei citta-
dini piemontesi, di ognuno di
noi, dei nostri figli e soprattut-
to dei nostri anziani, a cui il Pie-
monte deve tanto.
Sono coloro che, dal dopo-
guerra a oggi, hanno trasfor-
mato la nostra regione in una
delle più forti d’Europa. Sono i
nostri genitori, i nostri nonni.
E oggi noi abbiamo il dovere
di proteggerli.
Il coronavirus lo vinceremo,
però, solo se ognuno di noi fa-
rà la sua parte e soprattutto se
per qualche tempo (un tempo
difficile ma limitato) accettere-
mo di cambiare le nostre abitu-
dini di vita.
Solo così potremo essere
pronti a ripartire.
Con una certezza: il corona-
virus sarà anche forte, ma i Pie-
montesi lo sono di più. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANDREA ROSSI


V


enerdì 21 febbraio,
alle 20,44, Alberto
Cirio si fa scattare
una foto mentre la-
scia la sede della Regione in
piazza Castello: «Si va a ca-
sa!». Le Langhe, la famiglia.
Due giorni dopo, domenica,
8,18, altra foto. Stavolta è in
auto: «In viaggio per Torino
per tornare all’unità di crisi».
Ieri, alle 11, da casa sua, il

messaggio che annuncia la
positività al Covid-19: «Ho
fatto il tampone, ma sto bene
e vado avanti».
Due settimane durissime.
Per lui, messo a dura prova da
una situazione che richiede
decisioni difficili, intermina-
bili ore di riunioni e confron-
ti. E per tutti, alle prese con l’i-
nafferrabile incertezza di un

virus che mina alla radice la
nostra essenza di esseri socia-
li. Il contatto fisico, la vicinan-
za, le strette di mano: compor-
tamenti da evitare, eppure l’i-
nevitabile quotidianità per
chi ricopre un incarico pubbli-
co. Di più, l’umana natura per
una persona affabile, come Ci-
rio. E allora chissà quante ma-
ni avrà stretto il governatore

in queste settimane, quante
pacche sulle spalle avrà dato
e ricevuto prima che le pre-
scrizioni mediche imponesse-
ro i contatti a distanza.
Due settimane. Che parto-
no da quella domenica in Uni-
tà di crisi, la task force allesti-
ta in corso Marche e intorno
alla quale ruotano decine e
decine di persone: donne e

uomini della Protezione civi-
le, medici, esperti, forze
dell’ordine, rappresentanti
delle istituzioni, volontari,
giornalisti. Ci e andato ogni
giorno in queste ultime due
settimane. Spesso più volte al
giorno: per ascoltare gli esper-
ti, partecipare a riunioni, col-
legarsi in video conferenza
con Roma. E se non è andato

ha incontrato quelle stesse
persone - e chissà quante al-
tre - in Regione e in Prefettu-
ra. Ora l’intero zoccolo duro
della squadra che gestisce l'e-
mergenza è in autoisolamen-
to in corso Marche: si vive lì
dentro, alla peggio il virus
non uscirà dal bunker oppure


  • meglio ancora - non ci entre-
    rà.
    Per due settimane Cirio ha
    fatto il suo dovere, e questo
    l’ha portato a visitare la prima
    linea dell’emergenza. Ha fat-
    to il presidente di Regione, e
    in questo almeno un lato posi-
    tivo c’è: a differenza di altri
    leader politici, come Nicola
    Zingaretti, i suoi contatti - sfe-
    ra privata a parte - si sono limi-
    tati pressoché esclusivamen-
    te al ruolo istituzionale che ri-
    copre. Niente iniziative politi-
    che, niente raduni e nemme-
    no inaugurazioni o feste. Il 25
    febbraio, con l’assessore alla
    Sicurezza Fabrizio Ricca, visi-
    ta il pre triage allestito davan-
    ti alle Molinette, una delle 47
    tende montate a protezione
    dei pronto soccorso piemon-
    tesi. Sono giornate freneti-
    che, vissute tra Regione, Pre-
    fettura e Protezione Civile,
    con qualche elemento che
    rompe la routine. Come il 28
    febbraio, quando l'assessore
    alla Sanità Luigi Icardi, una
    delle persone che più è stata
    in contatto con il governatore
    negli ultimi tempi, prende un
    elicottero per Alassio dove ol-
    tre venti astigiani sono reclu-
    si in un hotel e vanno riportati
    in Piemonte.
    Due giorni prima Cirio ha
    portato tutti i capigruppo del
    Consiglio regionale in corso
    Marche. E il 2 marzo, lunedì
    scorso, sempre alla presenza
    dei capigruppo, incontra il
    mondo produttivo e del lavo-
    ro. Con lui ci sono cinque as-
    sessori: Chiorino, Marnati,
    Tronzano, Poggio e Protopa-
    pa. Soprattutto ci sono quasi
    cento persone, la pressoché
    totalità dei rappresentanti
    delle associazioni di catego-
    ria e del sindacato piemonte-
    se. Il giorno dopo - ha appena
    deciso di non riaprire le scuo-
    le - visita il liceo Massimo d'A-
    zeglio dove sono appena sta-
    te eseguite le operazioni di
    igienizzazione disposte in tut-
    te le scuole. Con lui ci sono al-
    meno venti persone, tra cui le
    assessore all'Istruzione di Re-
    gione e Comune, Elena Chio-
    rino e Antonietta Di Martino,
    la dirigente dell'istituto e il
    provveditore provinciale.
    Con il senno di poi, è un'inizia-
    tiva che si poteva evitare; ma
    forse è anche l'unica.
    Il giorno successivo, merco-
    ledì 4 marzo, Cirio vola a Ro-
    ma. In agenda ha almeno due
    appuntamenti: un incontro
    con la ministra dell'Interno
    Luciana Lamorgese per discu-
    tere della chiusura dei presidi
    di polizia stradale, alla quale
    si fa accompagnare dai sinda-
    ci di Borgomanero, Ceva e Do-
    modossola; e al pomeriggio il
    vertice a Palazzo Chigi sull'e-
    mergenza Covd-19 cui parte-
    cipano il presidente del Consi-
    glio Conte, alcuni ministri e i
    presidenti di Regione Zinga-
    retti, Bonaccini, Toti, Musu-
    meci. La sera Cirio è già a Tori-
    no, in Unità di crisi, e lo stesso
    avviene giovedì e venerdì.
    Ma sabato Nicola Zingaretti
    annuncia di essere positivo al
    virus. Il presidente del Pie-
    monte si sottopone al tampo-
    ne: da ieri anche lui è in isola-
    mento, e tanti che l'hanno in-
    contrato nelle ultime due set-
    timane in attesa di un respon-
    so. —
    © RIPRODUZIONE RISERVATA


ALBERTO CIRIO


GOVERNATORE


DEL PIEMONTE


Dall’inizio dell’emergenza il presidente del Piemonte ha partecipato a decine di incontri

Mercoledì scorso è stato a Roma per una serie di riunioni: ha incontrato i vertici del governo

Summit, missioni e visite sul campo

Le due settimane del governatore

Sedute via skype

Auguri di Mattarella
di pronta guarigione
Test a tutta la giunta

Da settimane
sottolineo il bisogno
di non lasciarsi
sopraffare
dalla psicosi

ANDREA ROSSI


V


enerdì 21 febbraio,
alle 20,44, Alberto
Cirio si fa scattare
una foto mentre la-
scia la sede della Regione in
piazza Castello: «Si va a ca-
sa!». Le Langhe, la famiglia.
Due giorni dopo, domenica,
8,18, altra foto. Stavolta è in
auto: «In viaggio per Torino
per tornare all’unità di cri-
si». Ieri, alle 11, da casa sua,
il messaggio che annuncia
la positività al Covid-19:
«Ho fatto il tampone, ma sto
bene e vado avanti».
Due settimane durissime.
Per lui, messo a dura prova
da una situazione che richie-
de decisioni difficili, inter-
minabili ore di riunioni e
confronti. E per tutti, alle

prese con l’inafferrabile in-
certezza di un virus che mi-
na alla radice la nostra es-
senza di esseri sociali. Il con-
tatto fisico, la vicinanza, le
strette di mano: comporta-
menti da evitare, eppure l’i-
nevitabile quotidianità per
chi ricopre un incarico pub-
blico. Di più, l’umana natu-
ra per una persona affabile,
come Cirio. E allora chissà
quante mani avrà stretto il
governatore in queste setti-
mane, quante pacche sulle
spalle avrà dato e ricevuto
prima che le prescrizioni
mediche imponessero i con-
tatti a distanza.
Due settimane. Che parto-
no da quella domenica in
Unità di crisi, la task force al-
lestita in corso Marche e in-
torno alla quale ruotano de-
cine e decine di persone:
donne e uomini della Prote-

zione civile, medici, esperti,
forze dell’ordine, rappresen-
tanti delle istituzioni, volon-
tari, giornalisti. Ci e andato
ogni giorno in queste ultime
due settimane. Spesso più
volte al giorno: per ascolta-
re gli esperti, partecipare a
riunioni, collegarsi in video
conferenza con Roma. E se
non è andato ha incontrato
quelle stesse persone - e chis-
sà quante altre - in Regione e
in Prefettura. Ora l’intero
zoccolo duro della squadra
che gestisce l'emergenza è
in autoisolamento in corso
Marche: si vive lì dentro, al-
la peggio il virus non uscirà
dal bunker oppure - meglio
ancora - non ci entrerà.
Per due settimane Cirio
ha fatto il suo dovere, e que-
sto l’ha portato a visitare la
prima linea dell’emergenza.
Ha fatto il presidente di Re-

gione, e in questo almeno
un lato positivo c’è: a diffe-
renza di altri leader politici,
come Nicola Zingaretti, i
suoi contatti - sfera privata a
parte - si sono limitati presso-
ché esclusivamente al ruolo
istituzionale che ricopre.
Niente iniziative politiche,
niente raduni e nemmeno
inaugurazioni o feste. Il 25
febbraio, con l’assessore al-
la Sicurezza Fabrizio Ricca,
visita il pre triage allestito
davanti alle Molinette, una
delle 47 tende montate a
protezione dei pronto soc-
corso piemontesi. Sono gior-
nate frenetiche, vissute tra
Regione, Prefettura e Prote-
zione Civile, con qualche
elemento che rompe la rou-
tine. Come il 28 febbraio,
quando l'assessore alla Sa-
nità Luigi Icardi, una delle
persone che più è stata in

contatto con il governatore
negli ultimi tempi, prende
un elicottero per Alassio do-
ve oltre venti astigiani sono
reclusi in un hotel e vanno
riportati in Piemonte.
Due giorni prima Cirio ha
portato tutti i capigruppo
del Consiglio regionale in
corso Marche. E il 2 marzo,
lunedì scorso, sempre alla
presenza dei capigruppo, in-
contra il mondo produttivo
e del lavoro. Con lui ci sono
cinque assessori: Chiorino,
Marnati, Tronzano, Poggio

e Protopapa. Soprattutto ci
sono quasi cento persone, la
pressoché totalità dei rap-
presentanti delle associazio-
ni di categoria e del sindaca-
to piemontese. Il giorno do-
po - ha appena deciso di non
riaprire le scuole - visita il li-
ceo Massimo d'Azeglio dove
sono appena state eseguite
le operazioni di igienizzazio-
ne disposte in tutte le scuo-
le. Con lui ci sono almeno
venti persone, tra cui le as-

sessore all'Istruzione di Re-
gione e Comune, Elena Chio-
rino e Antonietta Di Marti-
no, la dirigente dell'istituto
e il provveditore provincia-
le. Con il senno di poi, è un'i-
niziativa che si poteva evita-
re; ma forse è anche l'unica.
Il giorno successivo, mer-
coledì 4 marzo, Cirio vola a
Roma. In agenda ha almeno
due appuntamenti: un in-
contro con la ministra
dell'Interno Luciana Lamor-
gese per discutere della chiu-
sura dei presidi di polizia
stradale, alla quale si fa ac-
compagnare dai sindaci di
Borgomanero, Ceva e Domo-
dossola; e al pomeriggio il
vertice a Palazzo Chigi sull'e-
mergenza Covd-19 cui parte-
cipano il presidente del Con-
siglio Conte, alcuni ministri
e i presidenti di Regione Zin-
garetti, Bonaccini, Toti, Mu-
sumeci. La sera Cirio è già a
Torino, in Unità di crisi, e lo
stesso avviene giovedì e ve-
nerdì. Ma sabato Nicola Zin-
garetti annuncia di essere
positivo al virus. Il presiden-
te del Piemonte si sottopone
al tampone: da ieri anche lui
è in isolamento, e tanti che
l'hanno incontrato nelle ulti-
me due settimane in attesa
di un responso. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA LETTERA


Lettera di Cirio

“Io, in quarantena: un pomodoro in gabbia”


IL CORONAVIRUS


Ieri ha ricevuto
la solidarietà
di Sergio
Mattarella

Stiamo facendo tutti
uno sforzo enorme
per prepararci a una
ulteriore evoluzione
del contagio

ll coronavirus lo
vinceremo, se ognuno
di noi farà la sua parte
e se per un po’
cambieremo abitudini

“Condivido con voi disagi e preoccupazioni


Ma siamo forti e supereremo l’emergenza”


Il messaggio ai piemontesi di Alberto Cirio, in isolamento dopo aver scoperto di essere positivo al coronavirus


Il presidente della Repubbli-
ca, Sergio Mattarella, ha tele-
fono al governatore del Pie-
monte. A renderlo noto è lo
stesso Cirio. Mattarella gli ha
augurato una pronta guarigio-
ne, esprimendogli un pensie-
ro di stima per il grande sforzo
che tutto il sistema piemonte-
se sta mettendo in campo per
affrontare questa emergen-
za». A seguito del riscontro del-
la positività al Coronavirus,
l'Unita' di crisi della Regione
Piemonte ha disposto il co-
vid-test su tutti i componenti
della Giunta regionale e sullo
staff del presidente. Il respon-
sabile dell'Unità Mario Ravio-
lo, ha osservato che in linea ge-
nerale il tampone viene ese-
guito prioritariamente su am-
malati sintomatici, personale
sanitario sintomatico e perso-
nale sanitario esposto al con-
tagio. In ogni caso, ha fatto sa-
pere l'assessore all'Innovazio-
ne, Matteo Marnati, la giunta
regionale continuerà a riunir-
si tramite collegamenti Skype
per coordinare le azioni di con-
trasto alla diffusione del Co-
vid 19. —

Dall’inizio dell’emergenza il presidente del Piemonte ha seguito l’evolversi della malattia partecipando a decine di incontri


Mercoledì scorso è stato a Roma per una serie di riunioni: ha incontro i vertici del Governo e i colleghi Zingaretti e Toti


Summit, missioni e visite sul campo


Le due settimane del governatore


Il governatore del Piemonte Alberto Cirio a Roma con il collega Giovanni Toti presidente della Liguria

RETROSCENA


LUNEDÌ 9 MARZO 2020LASTAMPA 37


CRONACA DI TORINO


R T1

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