La Stampa - 09.03.2020

(Wang) #1
FRANCO GIUBILEI
MODENA

I


l coronavirus agita anche
le carceri italiane, a comin-
ciare dal Sant’Anna di Mo-
dena, dove nel primo po-
meriggio di ieri si è scatenata
una rivolta che ha coinvolto
buona parte dei circa 550 dete-
nuti, prolungandosi fino a tar-
da sera e provocando anche
un morto. I reclusi hanno dato
fuoco ai materassi in diverse
sezioni dell’istituto, costrin-
gendo una ventina fra agenti
di polizia penitenziaria e infer-
mieri a barricarsi negli uffici e
prendendo di fatto il controllo
del carcere, prima che il perso-
nale riuscisse a uscire dalla
struttura. Colonne di fumo si
sono alzate da più punti dell’e-
dificio e un odore di plastica

bruciata ha aleggiato per ore
nella zona, mentre un elicotte-
ro della polizia sorvolava la zo-
na. Due agenti sono rimasti lie-
vemente feriti negli incidenti e
tre detenuti sono morti, forse
per aver ingerito dei farmaci.

All’origine della violenta
protesta, che ieri si è estesa an-
che agli istituti di Napoli, Frosi-
none, Foggia, Alessandria e
Vercelli (sabato era stessa si-
tuazione a Salerno), di Opera
(Milano) e Pavia (qui due guar-

die carcerarie sono state prese
in ostaggio e poi liberate), le
nuove regole introdotte dal
Dap per prevenire la diffusio-
ne del Covid-19. Francesco
Campobasso, presidente del
sindacato di polizia peniten-
ziaria Sappe, spiega: «Sulle
cause della rivolta non ci sono
certezze, ma tutto coincide
con le misure restrittive con-
tro il contagio, per cui i collo-
qui con i familiari non avven-
gono più per contatto diretto,
ma via Skype. L’altra ragione
potrebbe essere la sospensio-
ne delle attività esterne». Il car-
cere modenese, per inciso,
ospita 548 reclusi su una ca-
pienza di 369 posti. Carabinie-
ri e polizia in assetto antisom-
mossa sono intervenuti in mas-
sa, schierandosi all’interno del

primo cortile insieme ai vigili
del fuoco. Momenti drammati-
ci quando i rivoltosi hanno cer-
cato di forzare un portone, tan-
to che le forze dell’ordine han-
no piazzato un mezzo davanti
all’ingresso per bloccarli.
Tensione anche all’esterno:
un gruppo di familiari si è piaz-
zato ai cancelli e un pullman
della Penitenziaria arrivato a
gran velocità nel piazzale ha
frenato bruscamente per evita-

re di investirl. Verso sera, men-
tre la rivolta continuava in al-
cune sezioni, mezzi della poli-
zia hanno cominciato a trasfe-
rire in altri istituti diverse deci-
ne di reclusi (almeno 70, riferi-
sce il Sappe) dei reparti dov’e-
ra stata riportata la calma. «Da
anni ci lamentiamo per il siste-
ma della sorveglianza dinami-
ca, cioè le celle aperte, che fa-
voriscono situazioni come que-
sta». Per l’Uilpa il coronavirus

non c’entra con le rivolte di
questi giorni: «È il grave stato
emergenziale delle carceri la
causa». Per il Sap invece è pro-
prio la paura del contagio a
spingere i carcerati a protesta-
re, come nel caso di Poggiorea-
le a Napoli.
E a proposito di coronavirus,
al di là del carcere in subbuglio,
quella di ieri è stata un’altra
giornata intensa per l’Emi-
lia-Romagna: 1.180 i casi di po-
sitività, 170 in più rispetto a sa-
bato. I pazienti ricoverati in te-
rapia intensiva sono 75 (più
15), mentre le guarigioni salgo-
no a 27. Crescono i decessi, da
48 a 56: le otto vittime sono due
cittadini lombardi di 81 e 85 an-
ni, un bolognese di 85 e cinque
piacentini fra i 71 e i 91. —
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5 DOMANDE A


IL SINDACO GIULIANO MARTINI


GIULIANO MARTINI


SINDACO DI VO’


“Finalmente fuori
dalla zona rossa
ma la normalità
è ancora lontana”

PAOLA SCOLA
MONDOVÌ (CUNEO)

«S


olo tanta tri-
stezza e non po-
ter fare nien-
te». È una do-
menica triste per Alessandro.
Senza Il figlio Mattia. Separati
dalla linea invisibile della “zo-
na rossa”, che divide i territori.
La provincia di Cuneo, in cui il
coronavirus non si è per ora ab-
battuto con ferocia, quella con-
finante di Asti e, dopo, Alessan-

dria. Comprese, invece, fra le
14 province italiane, dove il de-
creto del governo prevede rigi-
de limitazioni. Anche per gli
spostamenti.

Dialoghi a distanza
Alessandro, panettiere e volon-
tario civico a Mondovì, nel Cu-
neese, è separato. Suo figlio,
che di anni ne ha dieci, è anda-
to qualche giorno dalla mam-
ma, a Novi Ligure. Prima che
scattasse il blocco. E ora sono vi-

cini soltanto grazie al cellulare
e ai social. «Mi manca molto -
racconta - Con le misure dispo-
ste dal governo e il blocco degli
spostamenti fuori della provin-
cia di Alessandria è obbligato
per adesso a rimanere là. An-
che se stasera mi hanno detto
che, essendo lui residente a
Mondovì, forse posso andarlo a
prendere. Sentirò la mamma,
per mettermi d’accordo sul da
farsi». Al ragazzino, il papà ha
spiegato la situazione inviando-

gli anche la cartina che indica
le zone rosse: «Gli ho fatto vede-
re la foto che indica le aree do-
ve ci sono questi divieti e gli ho
spiegato che deve stare lì. Però
l’ho sentito tranquillo e sta be-
ne». Padre e figlio si erano fatti
conoscere sui social per un’ini-
ziativa disolidarietà a Natale.
Insieme avevano preparato
una grande crostata mettendo-
la all’asta su Facebook, per de-
stinare il ricavato all’associazio-
ne di volontariato che si occupa

dei bambini ricoverati in Pedia-
tria. In tanti, ieri, hanno usato
lo stesso profilo Fb per incorag-
giare Alessandro. La “linea ros-
sa” divide anche Anna Maria,
contitolare di una pizzeria a Cu-
neo, dai genitori che abitano a
Busto Arsizio. Nella Lombardia
“sotto osservazione”. «Dovevo
andarli a trovare nei prossimi
giorni e non potrò farlo – rac-
conta –. Me l’hanno sconsiglia-
to loro stessi, che da dieci gior-
ni non escono di casa».

Andrea Lucchina, di Gozza-
no, ha aperto un bar a Varazze.
Ha la madre anziana e bisogno-
sa di cure a Gozzano e questa
settimana sua moglie era venu-
ta qualche giorno per curarla.
Ha appena fatto in tempo a tor-
nare in Liguria, ma adesso loro
due non possono più «risalire».
«Anche qui – dice Lucchina –
stiamo aspettando da un gior-
no all’altro di entrare in zona
rossa. Ieri ad esempio c’era mol-
tissima gente, oggi se ne sono
andati tutti. Per noi c’è anche il
problema di stare vicini a mia
mamma; mia moglie è venuta
via da Gozzano in tempo, ma se
ci fosse necessità di tornare di-
venterebbe complicato».
Lavoro in stand-by
Roberto Ariano, del Lodigia-
no, è da giorni in zona rossa e
non ha potuto raggiungere No-
vara per lavorare in un’azien-
da di ascensori, dove è anche
delegato sindacale. Ma ora è
“off limits” anche Novara. Di-
ce: «Teoricamente domani do-
vrei tornare al lavoro, ma pos-
so farlo solo con l’autorizzazio-

ne dell’azienda. Inoltre qui ab-
biamo alcune stazioni blocca-
te. Oggi hanno tolto i posti di
blocco che circondavano dieci
paesi compreso il mio, ma la
mobilità è ancora ferma. Chie-
derò questo lasciapassare per
potere tornare a Novara». Ma-
riella Urani, pensionata, di Or-
ta San Giulio, è in vacanza con
il marito a Tenerife e dovrebbe
tornare il 18 marzo, ma atten-
de. «Qui è ancora tranquillo –
dice – ma in televisione sentia-
mo che in Italia i casi aumenta-
no ogni giorno; qui ci sono pa-
recchi pensionati che hanno
anche preso un alloggio in affit-
to per un po’di tempo e sicco-
me i loro paesi si trovano in zo-
na rossa hanno deciso di non
rientrare per il momento in Ita-
lia. Noi abbiamo il volo per il
18 e ci è stato confermato». —
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AMEDEO LA MATTINA
ROMA

I


governatori di centrode-
stra si ribellano, criticano
la gestione del decreto.
Poi smorzano i toni in se-
guito a un chiarimento sull’im-
patto delle misure che hanno
fatto temere la chiusura totale
della Lombardia e di 14 provin-
ce del Nord. Ad irritare gli am-
ministratori leghisti è stata la
fuga di notizie del provvedi-
mento prima di essere stati
consultati. In effetti c’è stata
grande confusione, con bozze
del Dcpm che giravano nelle
redazioni dei giornali, anche
in quella della americana Cnn.
A fornirla sarebbe stata una
fonte della Regione Lombar-
dia, così almeno precisava la
stessa tv statunitense, cosa ca-
tegoricamente smentita dalla
giunta del Pirellone. Anzi il
lombardo Attilio Fontana ha
sostenuto che il decreto anda-
va secretato e invece è girato
in lungo e in largo, scatenando
il panico e la corsa ai treni alla
stazione centrale di Milano. La
tensione è arrivata alle stelle
con Luca Zaia. Il governatore
veneto ha lamentato di avere
letto le misure del provvedi-

mento nelle home dei siti gior-
nalistici. Ma la circostanza che
più lo ha indispettito è che nel-
la zona arancione sono stati in-
serite le province di Venezia,
Padova e Treviso.
«Ricordo - ha detto Zaia -
che il Veneto ha 658 persone
positive, molte delle quali asin-
tomatiche, 47 persone in tera-
pia intensiva, non abbiamo le
caratteristiche per essere zona
rossa. Il comitato scientifico
della Regione Veneto mi ha
preparato una relazione per di-
re di togliere le tre province ve-
nete e ho comunicato la richie-
sta alle due del mattino, ma
poi ho scoperto che a Roma
avevano già deciso, firmato e
fatto tutto». Ancora più dura la
reazione dell’Assindustria Ve-
netocentro che riunisce gli im-
prenditori di Padova e Treviso
che vedono nel decreto del go-
verno il rischio di distruggere
il tessuto socio-economico del
Nord produttivo. Accusano Ro-
ma di avere preso misure «og-
gettivamente sproporzionate,
improvvisate e imprudenti»,
creando allarme. La conclusio-
ne tutta politica degli indu-
striali veneti è l’esecutivo Con-
te «ha dimostrato di essere ina-
deguato a gestire un’emergen-
za di questa portata e di non
avere il profilo di autorevolez-
za a garantire la tenuta del no-
stro Paese e la sua credibilità

internazionale». Addirittura
viene chiesto che il governo si
dimetta per dare spazio ad un
«governo istituzionale».
Critici anche gli amministra-
tori di sinistra. Gelido il com-
mento del sindaco Beppe Sala:
«Milano è il cuore del Paese.
Stamattina ho ascoltato il pre-
mier lamentarsi della fuga di
notizie. Non va bene che il sin-
daco e il Prefetto di Milano sap-
piano di queste norme dai me-
dia». Altrettanto pesante il giu-

dizio del governatore dell’Emi-
lia Romagna Stefano Bonacci-
ni per il quale il Dpcm contiene
«alcune ambiguità che hanno
creato incertezze fra cittadini,
imprese e lavoratori».
La giornata si è chiusa con un
chiarimento, dopo la richiesta
dei governatori di un tavolo di
confronto tra il Governo, le Re-
gioni e le Province autonome.
Si è arrivati ad una consultazio-
ne in videoconferenza e ad un
lavoro interpretativo del
Dpcm, con una circolare inter-
pretativa che di fatto evita di pa-
ralizzare l’economia del nord.
Per molte ore si è temuto
che si incrinasse quella parven-
za di unità nazionale, quello
sforzo collaborativo tra Stato
e Regioni fondamentale in
una situazione emergenziale
come quella che l’Italia sta vi-
vendo. Ma è lo stesso premier
Conte ad annunciare un’immi-
nente confronto con l'opposi-
zione sui temi del decreto eco-
nomico. Incontro che si terrà
nei prossimi giorni, oggi o più
probabilmente domani, prima
di mercoledì quando verrà vo-
tato dal Parlamento l’autoriz-
zazione da sforare il deficit. —
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DAVIDE LESSI
«Abbiamo festeggiato l’apertu-
ra dei varchi con un brindisi. Il
peggio, forse, è passato». Il far-
macista Giuliano Martini, 62
anni, è il sindaco di Vo’, il pae-
se sui Colli Euganei che fino a
ieri era la zona rossa più picco-
la d’Italia. Poco più di 3mila
abitanti costretti a rimanere
all’interno del territorio comu-
nale, con i confini presidiati
dalle forze dell’ordine.
l^1 Sindaco, il governo ha deci-
so di togliere la zona rossa. Se lo
aspettava?
«Sì, anche perché non ce la face-
vamo più. Lei lo sa cosa vuol di-
re essere rinchiusi in un piccolo
comune senza possibilità di
muoversi? È come se fosse pio-

vuto dal cielo un meteorite».
l^2 Come hanno reagito i suoi
abitanti?
«Beh, c’era un senso di felicità
diffuso. Chi ha suonato il clac-
son ai varchi, chi ha brindato,
chi ha potuto rivedere i paren-
ti che abitano nei comuni vici-
ni dopo 15 giorni. Ma ora dob-
biamo tenere comunque alta
l’attenzione perché, essendo
in provincia di Padova, siamo
in zona arancione».
l^3 Quali restrizioni preoccu-
pano di più i suoi concittadini?
«Ora quantomeno potranno
spostarsi per motivi di lavoro e
le attività imprenditoriali pian
piano potranno riprendersi.
Non sarà facile, però. I miei cit-
tadini sono molto perplessi

sull’obbligo di chiudere risto-
ranti dopo le 18. Nel nostro co-
mune si contano una cinquan-
tina di agriturismi e ristoranti.
Questa misura rischia di pesa-
re parecchio».
l^4 La considera ingiusta?
«Come il governatore Zaia tro-
vo il decreto troppo restritti-
vo per il Veneto. E poi non ca-
pisco davvero perché a pran-
zo è possibile ritrovarsi insie-
me al ristorante e a cena no».
l^5 In questo isolamento forza-
to che avete appena finito c’è sta-
to anche qualcosa di positivo?
«Sì, almeno due cose. Prima di
tutto si è riscoperto il valore
della vicinanza: amicizie che
erano state dimenticate per gli
affanni quotidiani si sono ritro-
vate in questi giorni. Il secon-
do aspetto positivo è che, gra-
zie all’Università di Padova,
siamo diventati un laboratorio
per lo studio del coronavirus:
la gran parte dei miei concitta-
dini si è sottoposto a un secon-
do tampone per studiare l’evo-
luzione del Covid19, così po-
tremmo aver contribuito ad
aiutare la ricerca scientifica a
sconfiggerlo». —
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EMERGENZA CORONAVIRUS


Ha fatto un test precauzio-
nale e anche il governato-
re del Piemonte, Alberto
Cirio, ha scoperto di esse-
re stato contagiato dal co-
ronavirus. Cirio aveva de-
ciso di fare il tampone do-
po aver partecipato a un
vertice con gli altri gover-
natori tra i quali quello
del Lazio, Nicola Zingaret-
ti che sabato aveva annun-
ciato di essere positivo. Ie-
ri Cirio ha dato la notizia
su Facebook: «Sto bene,
non ho sintomi». Assesso-
ri e staff sono sotto osser-
AGF vazione e in quarantena.

LAPRESSE


3


Le province
del Veneto incluse
nella zona rossa
di massimo rischio

EMERGENZA CORONAVIRUS


Cirio positivo al virus

Stop ai colloqui dei detenuti


Carceri in rivolta, tre morti


EMILIA ROMAGNA


A Modena situazione
critica: scontri e roghi
Sequestrati due agenti
a Pavia, poi liberati

548


I reclusi attuali
a Modena
ma la capienza
è di 369 posti

Il fumo creato dagli incendi innescati nel carcere di Modena

“Ti voglio bene, ma devi restare lì”

Le famiglie separate dai divieti

Storie del nuovo confine: figli di genitori divorziati e innamorati che vivono in città diverse


PIEMONTE


Le regole sanitarie
cambiano la vita
In tanti non sanno
se potranno lavorare

L’attesa a Casalpusterlengo per la rimozione dei blocchi che delimitano la zona rossa. Molte le famiglie divise anche in Piemonte

La stretta agita i governatori del Nord


Industriali veneti: misure sproporzionate


Da Zaia a Bonaccini: troppe ambiguità, dovevamo essere consultati. Anche il sindaco Sala contro Conte

VENETO


Ieri sera il chiarimento
con gli enti regionali
Il premier apre al tavolo
con il centrodestra

658


Le persone positive
in tutto il Veneto:
47 sono ricoverate
in terapia intensiva

Venezia fa i conti con il drastico calo di turisti per l’emergenza coronavirus

LUNEDÌ 9 MARZO 2020 LASTAMPA 7


PRIMO PIANO


R

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